L’allegria del suo intercalare napoletano, quando saluta i vecchi compagni presenti a Riad al convegno promosso per lo sviluppo della cooperazione tra calcio arabo e italiano, regala lo stesso sapore di una tazzina di caffè bevuta lontano dall’Italia. Cordiale di carattere, si ferma a parlare sulla situazione della Juventus con una fermezza e una messa a fuoco dei problemi che è un crescendo rossiniano. Del resto, la Juventus non è soprattutto solo un lungo ricordo da calciatore in cui ha vinto tutto. La Juventus è la squadra che lo ha fatto conoscere al mondo come uno dei marcatori più forti di tutti i tempi.
Buongiorno, Ferrara. Facciamo un passo indietro: la semifinale Juventus-Milan ha visto i rossoneri vincere 2-1 in rimonta, è stato un risultato corretto?
"A volte il risultato non rispecchia ciò che si vede in campo e questo rende il calcio così bello e imprevedibile. Oggettivamente la Juventus, almeno per tutto il primo tempo e parte del secondo, aveva fatto bene, ma le partite durano 90 minuti e quindi il Milan ha avuto la forza di resistere e restare nel match, soffrendo anche in certi frangenti. Poi ha avuto l’opportunità di andarsi a conquistare l’accesso alla finale per cui lo ha fatto con merito. In questo caso alcuni errori della Juve hanno compromesso la sfida".
Ma alla Juventus manca carattere?
"È un’annata difficile, forse la speranza della società e dei tifosi era di avere un cammino diverso rispetto a quello sinora vissuto. Per esperienza diretta posso dire che l’eliminazione non può essere stata presa alla leggera".