Fullkrug, Zirkzee, Kolo Muani: da dove e come arriva l'attaccante Juve

Le piste bianconere da Manchester a Parigi, con gli intrecci fuori dal campo di politica e affari: non solo mercato

TORINO - Ennio Flaiano, un genio dell’aforisma, si sarebbe trovato a proprio agio nel commentare il calciomercato a cui si adatta perfettamente una delle sue frasi fulminanti dedicate all’Itaia in cui, sosteneva con ragione, “La linea più breve tra due punti è l’arabesco”. Proprio come avviene nel mondo opaco e immaginifico delle trattative, là dove, pur di raggiungere a un obiettivo, si percorrono strade piene di curve, strettoie, deviazioni. Ideali ricami di un mondo in cui, spesso, più delle questioni tecniche contano i rapporti personali e relazionali, siano essi economici o politici in senso ampio. Come quelli a cui si appoggerà la Juventus, in senso lato, per cercare di vincere la corsa su Kolo Muani, l’attaccante in uscita dal Psg che fa gola a mezza Europa. Il club francese, al netto della necessità di trovare un sostituto, non ha espresso alcun veto circa la possibile destinazione dell’attaccante in rotta con Luis Enrique. Ed è proprio qui, in questa “terra di nessuno” che cercherà di inserirsi il club bianconero facendo leva sui ritrovati rapporti con Nasser Al-Khelaifi, presidente di quell’Eca in cui la Juventus è rientrata da poco dopo lo strappo relativo alla Super Lega.

Kolo Muani e i rapporti col Psg

I rapporti con il numero uno del Psg si sono via via rinsaldati e la Juve ha inserito, a inizio gennaio, Giorgio Cheillini nell’importante Comitato delle competizioni per club Uefa di cui, peraltro, è presidente Gabriele Gravina. Insomma: i due club si “annusano” con curiosità e perfino simpatia, al punto che questa ritrovata liason potrebbe oliare la trattativa di mercato per l’attaccante seguito da mezza Europa, con molti club della Premier in coda. Perché, ovviamente, se il gran capo dovesse concedere il via libera, la Juventus si troverebbe in un a posizione di grande vantaggio sulle altre concorrenti.

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Zirkzee e Fullkrug, la situazione

La diplomazia sta muovendo le sue pedine ma, intanto, non si perdono di vista le altre opzioni a cominciare da quella che porta a Joshua Zirkzee, il primo della lista di Thiago Motta per ovvie ragioni di conoscenza reciproca e del campionato: il suo inserimento negli schemi del tecnico e nel clima della A sarebbe immediato. I dirigenti dello United sanno bene che il ragazzo vuole andarsene e lo stesso Amorim lo ha confermato («Il mercato è aperto...»), ma fanno i sostenuti anche perché prima devono trovare un sostituto con Gyokeres in cima alla lista. Insomma: un altro incastro deve andare a dama prima che la Juventus possa fornire a Motta una spalla o un’alternativa a Vlahovic (l’ipotesi che il serbo possa partire a gennaio resta nell’ambito del terrapiattismo), mentre il tempo passa e aumenta l’ansia da mercato.

Il tedesco alternativa a Vlahovic

Gennaio è breve e, allora, è meglio tornare su una pista che, come vi abbiamo raccontato, i bianconeri avevano già percorso: quella che porta a Niclas Füllkrug. Il tedesco ha poco spazio nel West Ham (nove presenze, delle quali tre da titolare, e solo due gol), condizionato da un infortunio al tendine d’Achille con recupero non semplice anche in relazione dei suoi 31 anni, e prende in esame un prestito in un club che gli consenta di giocare con più frequenza per non perdere posizioni in Nazionale. Il suo profilo è perfetto per rappresentare una alternativa a Vlahovic in corso d’opera e non certo un’opzione di prospettiva come Zirkzee e Kolo Muani. Ora, però, tutto va monitorato in attesa che gli incastri si compiano perché, come concluderebbe Flaiano, “Viviamo in una rete d’arabeschi".

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TORINO - Ennio Flaiano, un genio dell’aforisma, si sarebbe trovato a proprio agio nel commentare il calciomercato a cui si adatta perfettamente una delle sue frasi fulminanti dedicate all’Itaia in cui, sosteneva con ragione, “La linea più breve tra due punti è l’arabesco”. Proprio come avviene nel mondo opaco e immaginifico delle trattative, là dove, pur di raggiungere a un obiettivo, si percorrono strade piene di curve, strettoie, deviazioni. Ideali ricami di un mondo in cui, spesso, più delle questioni tecniche contano i rapporti personali e relazionali, siano essi economici o politici in senso ampio. Come quelli a cui si appoggerà la Juventus, in senso lato, per cercare di vincere la corsa su Kolo Muani, l’attaccante in uscita dal Psg che fa gola a mezza Europa. Il club francese, al netto della necessità di trovare un sostituto, non ha espresso alcun veto circa la possibile destinazione dell’attaccante in rotta con Luis Enrique. Ed è proprio qui, in questa “terra di nessuno” che cercherà di inserirsi il club bianconero facendo leva sui ritrovati rapporti con Nasser Al-Khelaifi, presidente di quell’Eca in cui la Juventus è rientrata da poco dopo lo strappo relativo alla Super Lega.

Kolo Muani e i rapporti col Psg

I rapporti con il numero uno del Psg si sono via via rinsaldati e la Juve ha inserito, a inizio gennaio, Giorgio Cheillini nell’importante Comitato delle competizioni per club Uefa di cui, peraltro, è presidente Gabriele Gravina. Insomma: i due club si “annusano” con curiosità e perfino simpatia, al punto che questa ritrovata liason potrebbe oliare la trattativa di mercato per l’attaccante seguito da mezza Europa, con molti club della Premier in coda. Perché, ovviamente, se il gran capo dovesse concedere il via libera, la Juventus si troverebbe in un a posizione di grande vantaggio sulle altre concorrenti.

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