TORINO - "Voleva fare l'attaccante, poi ho avuto l'intuizione: da terzino poteva fare la differenza". Nuno Guedes è stato scout, allenatore, mentore di Alberto Costa, il primo dei colpi di gennaio della Juventus. L'ha avuto da bambino, e con la maglia dell'FC Tirsense, squadra della sua città che sta a metà tra Oporto (da cui è partito due giorni fa, in direzione Torino) e Guimaraes, altro luogo del cuore. Col Vitoria è rimasto ben 12 anni. Fedelissimo.
Guedes, ci dice qualcosa in più su Alberto?
"È un giocatore dotato di ottima velocità, resistenza e tecnica. Copre l'intera fascia destra bene, con intensità, sempre al massimo delle sue capacità. Difende molto bene e supporta l'attacco con efficacia".
Sembra tanta roba. E com'è arrivato qui?
"Dopo il Tirsense, da ragazzino si è trasferito al Vitória. Ha completato lì tutta la sua formazione, affrontando anche momenti difficili in cui giocava poco. Questo però lo ha aiutato a crescere a livello mentale. Devi essere forte mentalmente per allenarti bene e farti trovare pronto anche quando non giochi".
Poi il salto.
"Quello più grande quando ha avuto l'opportunità di giocare con regolarità nella squadra B del Vitória SC. Da lì, il resto è frutto del lavoro, della qualità e dell’ambizione".
Lei lo ha allenato. Com'era da ragazzino?
"Ho allenato Alberto nella stagione 2012/2013, quando aveva 10 anni. Era un bambino molto allegro, velocissimo e tecnicamente già molto avanzato. Faceva tutto a una velocità incredibile, era ovunque: sia in fase difensiva che offensiva. Fin da subito si notava che era diverso dagli altri, con una capacità straordinaria per la sua età. Non ci sono voluti molti incontri per convincere gli osservatori del Vitória".