Calafiori, che elogio a Motta! Retroscena Arsenal: “Tutto per una telefonata”

Il difensore italiano ha svelato qualche dettaglio sul suo passaggio ai Gunners e non si è dimenticato del suo passato
Calafiori, che elogio a Motta! Retroscena Arsenal: “Tutto per una telefonata”© EPA

Giocare in un nuovo campionato non è mai facile, serve spesso un periodo di conoscenza, ma Calafiori ha saputo arginare anche questo ostacolo: “Il passaggio dalla Serie A alla Premier? Sinceramente non me lo spiego neanche io come ho fatto, mi ero dato dei mesi di adattamento però anche grazie allo staff dell’Arsenal non ho sentito la mancanza dell’Italia e del cambiamento, partendo subito forte. Mi hanno gestito il primo mese" -  ha raccontato il difensore, intervistato da Sky Sport. Il calciatore italiano ha svelato qualche aneddoto sul suo trasferimento e ha speso alcune parole anche per Thiago Motta, suo ex allenatore.

La chiamata di Arteta

Calafiori ha svelato qualche retroscena sul suo acquisto: “Ho parlato tanto con Arteta, già prima di arrivare a Londra. La prima volta mi ha detto ‘Devi venire qua’. Sul momento gli ho chiesto le motivazioni, mi ha mostrato il progetto e le idee che aveva su di me. Ho capito che per arrivare al prossimo step venire qui era la cosa migliore". Sul suo posizionamento in campo: "Il mio ruolo? Anche da piccolo non ho mai avuto un solo punto di riferimento. Mi piaceva andare a fare il raccattapalle per vedere la velocità, l’intensità, cercare di capire il pensiero dei giocatoriCerco sempre di rubare con gli occhi anche dai ragazzi che mi stanno vicino in allenamento, alcuni sono fenomenaliQui all’Arsenal sono terzino, mentre in Nazionale gioco braccetto. Mi trovo bene in entrambi i ruoli. Mi piace quando mi lasciano libertà con la palla. Mi diverto, ma sempre con coscienza, non girando a caso. Anche qui a Londra non è un ruolo da terzino classico". L'ex Bologna ovviamente non si è dimenticato del passato e anche di Thiago Motta...

 

 

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L'elogio a Thiago Motta e il grave infortunio

Nella scorsa stagione contro il Bologna, Calafiori ha fatto il salto di qualità grazie anche all'allenatore che ha saputo valorizzare le sue caratteristiche: Motta mi ha cambiato la carriera. Mi ha insegnato cose che mi hanno modificato la visione del calcio. Pensavo che le cose che mi diceva fossero solo per quei momenti, non è stato così". Poi ha raccontato anche di un periodo decisamente più complicato. “Un momento in cui ho capito che sarei diventato calciatore? Dopo un brutto infortunio a 16 anni. Mi dissero che probabilmente non sarei tornato a giocare. Mi ricordo come ero prima, poi sono cambiato, quell’esperienza mi ha segnato. Quando sono tornato in campo ero convinto che sarei diventato calciatore. Ma neanche nei momenti migliori mi aspettavo di arrivare a questi livelli“. Sul gol al Manchester City: "L’ho rivisto tantissime volte, era la mia prima da titolareÈ stata una gioia immensa, è stata la conferma di poter fare la differenza anche qui. Un’emozione grandissima. Il messaggio che porto più nel cuore? Quello di alcuni compagni del Bologna che avevano appena finito la partita e mi stavano guardando sul pullman. Ho mantenuto buoni rapporti con tutti, specialmente De Silvestri, Orsolini, Fabbian, Ndoye, Ravaglia".

 

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Giocare in un nuovo campionato non è mai facile, serve spesso un periodo di conoscenza, ma Calafiori ha saputo arginare anche questo ostacolo: “Il passaggio dalla Serie A alla Premier? Sinceramente non me lo spiego neanche io come ho fatto, mi ero dato dei mesi di adattamento però anche grazie allo staff dell’Arsenal non ho sentito la mancanza dell’Italia e del cambiamento, partendo subito forte. Mi hanno gestito il primo mese" -  ha raccontato il difensore, intervistato da Sky Sport. Il calciatore italiano ha svelato qualche aneddoto sul suo trasferimento e ha speso alcune parole anche per Thiago Motta, suo ex allenatore.

La chiamata di Arteta

Calafiori ha svelato qualche retroscena sul suo acquisto: “Ho parlato tanto con Arteta, già prima di arrivare a Londra. La prima volta mi ha detto ‘Devi venire qua’. Sul momento gli ho chiesto le motivazioni, mi ha mostrato il progetto e le idee che aveva su di me. Ho capito che per arrivare al prossimo step venire qui era la cosa migliore". Sul suo posizionamento in campo: "Il mio ruolo? Anche da piccolo non ho mai avuto un solo punto di riferimento. Mi piaceva andare a fare il raccattapalle per vedere la velocità, l’intensità, cercare di capire il pensiero dei giocatoriCerco sempre di rubare con gli occhi anche dai ragazzi che mi stanno vicino in allenamento, alcuni sono fenomenaliQui all’Arsenal sono terzino, mentre in Nazionale gioco braccetto. Mi trovo bene in entrambi i ruoli. Mi piace quando mi lasciano libertà con la palla. Mi diverto, ma sempre con coscienza, non girando a caso. Anche qui a Londra non è un ruolo da terzino classico". L'ex Bologna ovviamente non si è dimenticato del passato e anche di Thiago Motta...

 

 

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