"Marziano, ci lasciò a bocca aperta": Kolo Muani e il periodo dall'ex Juve

Il racconto di Antonio Mandato: "Non poteva fare lezioni in francese. Ricordo un gol in rovesciata da paura, ma anche altre prodezze sparse"

TORINO - Il lungo viaggio di Kolo Muani, prima della Juventus, ha vissuto due tappe italiane. Bisogna riavvolgere il nastro e tornare indietro all’estate 2015. L’attaccante francese ha appena lasciato le giovanili del Torcy, grande fucina di talenti in Francia: da lì passò anche Paul Pogba, per intenderci. I club che seguono Kolo Muani sono tanti. In patria, ma anche in Italia. Ed è così che si presenta alla Cremonese, in compagnia del papà. Resta solo pochi giorni in prova, ma poi va via. Toccata e fuga raccontata così da Stefano Giammarioli, ai tempi ds grigiorosso: "Eravamo in Serie C, in una fase un po’ complessa, ma le qualità del ragazzo si vedevano a occhio nudo. Era fisicamente esile, ma aveva una forza spaventosa. Con noi è rimasto pochi giorni perché poi ha preferito andare in prova al Vicenza, che era in Serie B. Non abbiamo neanche avuto il tempo di parlare col padre e con l’entourage: lo avremmo sicuramente tenuto, non aveva qualità tali da immaginare che avrebbe giocato una finale dei Mondiali, ma di sicuro era forte. Non eravamo pronti per lui, all’epoca". Così Kolo Muani si sposta a Vicenza.

Kolo Muani e le esperienze italiane

La Primavera biancorossa è guidata da Daniele Fortunato, scherzo del destino vecchia conoscenza della Juventus. Antonio Mandato, allora responsabile delle giovanili (oggi ds del Montecchio Maggiore, in Serie D), ricorda i due mesi del francese in maniera piuttosto nitida: "In quel periodo Kolo Muani arrivò da noi insieme a Luis Demoleon (nazionale malgascio, oggi gioca all’Enna, ndr). Ovviamente ci impressionò, anche dal punto di vista tecnico: ricordo un gol in rovesciata da paura, ma anche tante prodezze sparse. Era un marziano". Mandato approfondisce le considerazioni su Kolo Muani, ricordando un’amichevole: "Giocammo contro il Verona: lui era un ’98 che faceva cose pazzesche coi ’97 e addirittura coi ’96. Partì dalla panchina perché era in prova, ma ci lasciò a bocca aperta. Era un giocatore di categoria superiore". Probabilmente anche il padre si rese conto delle potenzialità immense del proprio figlio, proprio durante l’avventura di Vicenza. Cosa mancò per la fumata bianca? Tutto. Mandato chiude: "Il padre lo portò via perché non trovò una scuola adatta a Kolo. Era il suo chiodo fisso. Non c’era una scuola che potesse seguire un ragazzo madrelingua francese, ritagliandogli un percorso adatto. Così sono andati via: è stato un peccato, ma di sicuro non fummo noi a scartare Kolo Muani". A quel punto Kolo Muani tornò in Francia, firmando per il Nantes. Il resto - è proprio il caso di dirlo - è storia.

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