TORINO - Sì, certo, il mantra thiagomottiano resta quello di "pensare a una partita alla volta" ed è una logica tutt’altro che banale e comunque stringente perché sostiene la necessità di non disperdere energie mentali o giocare al risparmio in attesa della prossima sfida. E dunque prima il Milan, che già di per sè rappresenta comunque roba spessa sia per il carico storico che si porta appresso, sia soprattutto per la contingenza rappresentata dalla corsa a un posto Champions. Ecco, tutto logico, ma sarebbe però illogico e perfino autolesionistico non ragionare in ottica Champions League, anche perché la Juventus giocherà, già martedì, a Bruges una sfida delicatissima che in caso di vittoria potrebbe perfino spalancare ai bianconeri di passare direttamente agli ottavi senza dover passare dalle forche caudine dei playoff. E così, considerato che la coperta in attacco resta corta, Thiago Motta ragione eccome in prospettiva delle due partite ravvicinate.
Juve, coperta corta in attacco
Coperta corta, si diceva, perché contro il Milan non ci sarà Conceiçao e, soprattutto, l’unica prima punta di ruolo a disposizione resta Dusan Vlahovic in conseguenza delle difficoltà di tesseramento di Kolo Muani. Il tecnico bianconero, così, deve fare attenzione a dosare le forze dei suoi uomini tenendo conto dell’orizzonte ravvicinato e, non ultimo, del fatto che l’attaccante serbo ha svolto un solo allenamento con il gruppo dopo aver archiviato l’affaticamento muscolare che lo ha costretto a saltare il derby e la trasferta a Bergamo. È disponibile, come ha confermato lo stesso Motta alla vigilia, ma potrebbe davvero costituire un rischio impiegarlo per tutta la gara dopo lo stop e con così poco tempo a disposizione per smaltire fatica e tossine.