La Juve smonta e rimonta: la vera rivoluzione è ancora in corso

Quella di oggi al Maradona sarà una sfida più decisiva per la squadra di Motta: un ko non scalfirebbe il percorso di Conte

Rubare il vento è l’azione che una barca a vela compie mettendosi tra il vento e l’imbarcazione rivale in una regata, togliendole quella spinta e prendendola per sé. È quello che proverà a fare la Juve al Napoli oggi al Maradona, in quello che in termini assoluti sarebbe un’esagerazione definire un testacoda, ma che lo è se si contempla la partita nell’ambito ristretto delle squadre che hanno iniziato la stagione con l’obiettivo di piazzarsi dal quarto posto in avanti. La Juve quel quarto posto lo guarda ancora dal basso, occupato dalla Lazio con due punti in più. Il Napoli vola da solo in vetta alla classifica, 13 punti più in alto della squadra bianconera. Un divario causato dall’esito finora molto diverso di quelle che sono state definite come due rivoluzioni estive, guidata da Conte e Manna quella del Napoli, da Motta e Giuntoli quella della Juve. Subito efficace la prima, ancora alla ricerca della strada giusta la seconda. Per quanto le due situazioni abbiano punti in comune, nuovo allenatore e di fatto nuovo dirigente responsabile del mercato (Giuntoli nel 2023 era arrivato alla Juve a luglio e aveva potuto incidere poco), sarebbe però fuorviante equipararle. L’unica vera e propria rivoluzione è stata in realtà quella della Juventus.

Chi meglio di Conte?

Otto titolari del Napoli nel girone d’andata - Meret, Di Lorenzo, Rrahmani, Olivera, Lobotka, Anguissa, Politano e Kvaratskhelia - erano tali, o quasi, anche nella straordinaria annata dello Scudetto di Spalletti. Un’impresa di cui il Napoli ha perso alcuni protagonisti - Kim già nell’estate 2023, Zielinski e Osimhen l’estate scorsa, Kvaratskhelia una settimana fa - ma li ha sostituiti con grandi giocatori come Buongiorno, McTominay, Lukaku, Neres. E può ancora arrivare il vero e proprio sostituto di Kvara, visto che Neres in estate era stato un’aggiunta preziosa al georgiano e a Politano. Il Napoli è la macchina perfetta dello Scudetto alla quale sono stati sostituiti alcuni componenti con altri di alto livello. La ragione principale del tracollo della passata stagione è che quella macchina aveva completamente esaurito la benzina: motivazioni, concentrazione, determinazione, unità di intenti. De Laurentiis in estate si è rivolto a uno dei migliori benzinai in circolazione, probabilmente il più adatto in assoluto alla situazione del Napoli: Antonio Conte. Con la sua straordinaria capacità di entrare immediatamente nella testa dei giocatori, a livello motivazionale e tattico, e di trovare subito un assetto efficace in relazione agli uomini, il tecnico leccese ha riempito il serbatoio del Napoli, riacceso il motore e schiacciato l’acceleratore a tavoletta. E la macchina ha risposto.

 

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La rivoluzione della Juventus

La Juventus la macchina della passata stagione ha deciso di smontarla completamente per costruirne una nuova, basata su concetti opposti e con tanti componenti diversi: Di Gregorio, Savona, Kalulu, Thuram, Koopmeiners, Douglas Luiz, Conceiçao, Nico Gonzalez, Mbangula. Una vera rivoluzione, questa sì, per giunta tutt’ora in corso con gli arrivi di Kolo Muani, Alberto Costa, Renato Veiga (e presto di altro centrale) e l’addio dell’ex capitano Danilo. A complicare la stagione ci si sono messi gli infortuni - Bremer su tutti - ma è innegabile che la macchina bianconera vada più piano del previsto. Un po’ troppo piano, perché è vero che è cambiata molto, ma inserendo elementi di prestigio, che avrebbero dovuto renderla più bella e veloce.

E così si è arrivati al testacoda di oggi, snodo decisivo per la Juve più che per il Napoli. Per quanto bruciante risulterebbe, il cammino compiuto finora permetterebbe alla squadra di Conte di archiviare un eventuale sconfitta semplicemente come un passo falso, che lascerebbe gli azzurri in piena corsa per lo Scudetto. Una corsa in cui la Juve non è mai entrata e in cui potrebbe al massimo sognare di inserirsi - ma servirebbe comunque un’impresa storica - se dovesse vincere al Maradona. Peraltro, come il Napoli potrebbe archiviare una sconfitta come un passo falso, al contrario la Juve per la discontinuità mostrata finora non potrebbe gridare alla svolta neppure se dovesse tornare a Torino con i 3 punti. Sarebbe un exploit bisognoso di conferme, a cominciare dalle prossime sfide col Benfica in Champions e l’Empoli in campionato. Però sarebbe comunque una spinta potente, di cui la squadra bianconera avrebbe bisogno.

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Rubare il vento è l’azione che una barca a vela compie mettendosi tra il vento e l’imbarcazione rivale in una regata, togliendole quella spinta e prendendola per sé. È quello che proverà a fare la Juve al Napoli oggi al Maradona, in quello che in termini assoluti sarebbe un’esagerazione definire un testacoda, ma che lo è se si contempla la partita nell’ambito ristretto delle squadre che hanno iniziato la stagione con l’obiettivo di piazzarsi dal quarto posto in avanti. La Juve quel quarto posto lo guarda ancora dal basso, occupato dalla Lazio con due punti in più. Il Napoli vola da solo in vetta alla classifica, 13 punti più in alto della squadra bianconera. Un divario causato dall’esito finora molto diverso di quelle che sono state definite come due rivoluzioni estive, guidata da Conte e Manna quella del Napoli, da Motta e Giuntoli quella della Juve. Subito efficace la prima, ancora alla ricerca della strada giusta la seconda. Per quanto le due situazioni abbiano punti in comune, nuovo allenatore e di fatto nuovo dirigente responsabile del mercato (Giuntoli nel 2023 era arrivato alla Juve a luglio e aveva potuto incidere poco), sarebbe però fuorviante equipararle. L’unica vera e propria rivoluzione è stata in realtà quella della Juventus.

Chi meglio di Conte?

Otto titolari del Napoli nel girone d’andata - Meret, Di Lorenzo, Rrahmani, Olivera, Lobotka, Anguissa, Politano e Kvaratskhelia - erano tali, o quasi, anche nella straordinaria annata dello Scudetto di Spalletti. Un’impresa di cui il Napoli ha perso alcuni protagonisti - Kim già nell’estate 2023, Zielinski e Osimhen l’estate scorsa, Kvaratskhelia una settimana fa - ma li ha sostituiti con grandi giocatori come Buongiorno, McTominay, Lukaku, Neres. E può ancora arrivare il vero e proprio sostituto di Kvara, visto che Neres in estate era stato un’aggiunta preziosa al georgiano e a Politano. Il Napoli è la macchina perfetta dello Scudetto alla quale sono stati sostituiti alcuni componenti con altri di alto livello. La ragione principale del tracollo della passata stagione è che quella macchina aveva completamente esaurito la benzina: motivazioni, concentrazione, determinazione, unità di intenti. De Laurentiis in estate si è rivolto a uno dei migliori benzinai in circolazione, probabilmente il più adatto in assoluto alla situazione del Napoli: Antonio Conte. Con la sua straordinaria capacità di entrare immediatamente nella testa dei giocatori, a livello motivazionale e tattico, e di trovare subito un assetto efficace in relazione agli uomini, il tecnico leccese ha riempito il serbatoio del Napoli, riacceso il motore e schiacciato l’acceleratore a tavoletta. E la macchina ha risposto.

 

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