Con un giorno di ritardo, Dusan Vlahovic scarterà stasera all’Allianz Stadium uno dei regali più graditi per i suoi 25 anni: il posto da titolare in Juventus-Benfica. Regalo si fa per dire: se come sembra sarà confermata, la scelta di Thiago Motta di schierarlo dal primo minuto non sarà certo un dono, ma il frutto della convinzione che con DV9 la Juventus abbia più possibilità di vincere. Convinzione a lungo salda tra le idee del tecnico italobrasiliano, che ha schierato il serbo titolare in tutte le prime 23 partite in cui lo ha avuto a disposizione, ma che si è incrinata nel 2025. E prima dell’arrivo di Kolo Muani.
Vlahovic, l'ultimo mese
Juventus-Milan di Supercoppa, con il ko in rimonta subito dopo la sua uscita al 20’ della ripresa, è stata l’ultima partita giocata dall’inizio da Vlahovic, che poi ha saltato per un fastidio muscolare le successive sfide di campionato con Torino e Atalanta. E forse proprio la bella prova contro la Dea, con Nico Gonzalez prima punta, ha alimentato in Motta l’idea di poter fare a meno di DV9 e di non dover più adattare a lui la propria concezione di calcio, che prevede un centravanti più partecipe alla manovra. Così, prima ancora che la Juve potesse schierare Kolo Muani, Vlahovic è rimasto in panchina contro il Milan in campionato il 18 gennaio - e Motta ha precisato che la scelta era stata tecnica - e contro il Bruges in Champions il 21. La stessa decisione di preferirgli il francese tra i titolari al Maradona è indicativa di come la fiducia del tecnico in lui sia decisamente calata: Kolo Muani è un attaccante di alto livello, ma aveva fatto quattro allenamenti con i compagni. All’accantonamento tecnico si è accompagnato il progressivo e deciso raffreddamento sulla questione rinnovo, tanto che sono circolati addirittura rumors su una cessione a gennaio. Molto improbabile, salvo offerte irrinunciabili (ne avrebbe forse potuta mettere una sul piatto l’Al Nassr, respinto però dal giocatore prima ancora di approcciare la Juventus).