Questa Juve non può arrivare quarta: così si rischia di finire male

L'urgenza dei bianconeri è capire quale male ha colpito la squadra e come guarirlo in modo rapido: i numeri iniziano ad essere preoccupanti

Sconcertante per inconsistenza agonistica e allucinante per leggerezza difensiva, la peggiore Juventus della stagione perde la seconda partita consecutiva, questa volta senza neanche giocate un tempo, come era accaduto a Napoli. Non ha creato, ha lasciato spazi enormi al Benfica che poteva segnare almeno altri due gol, completando un’umiliazione tecnica che i tifosi non meritavano.  Ora, il problema non è tanto la Champions, visto che comunque la Juventus va avanti, passando ai playoff (derby con il Milan o Psv) com’era già sicuro da due settimane. L’urgenza ora è capire quale male ha colpito la squadra e come guarirlo in modo rapido. Non c’è più tempo, non c’è più margine di errore: la Juventus nelle ultime quindici partite ha vinto quattro volte, pareggiato otto volte e perso tre volte.

I numeri sono preoccupanti

Ha giocato solo tre partite convincenti (contro il City, l’Atalanta e il Milan), mentre iniziano a essere tante le prestazioni in parte o del tutto insoddisfacenti (Lecce, Bologna, Venezia, Fiorentina, Milan in Supercoppa, Bruges, Napoli, Benfica). I numeri iniziano a essere preoccupanti e si stanno sgretolando i fattori positivi evidenziati nei primi mesi della stagione. È una crisi profonda, nella quale si ha la sensazione si sia infilato l’allenatore, che appare confuso e sembra trasmettere questa confusione alla squadra, cambiando troppo frequentemente gli uomini e i ruoli. Senza certezze, senza leader, senza fiducia in sé stessa, la Juventus non reagisce alle difficoltà e deve temere qualsiasi avversario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Questa Juve non può arrivare quarta

La situazione è, insomma, pericolosa. Se nessuno ha chiesto alla prima Juventus di Motta di vincere lo scudetto, nessuno ha neppure chiesto di arrivare in finale di Champions League, ma il quarto posto e gli ottavi di finale erano, nei piani di inizio stagione, una sorta di linea del Piave da difendere in tutti i modi. Per questa Juventus, quella degli ultimi due mesi, né gli ottavi, né il quarto posto sono obiettivi raggiungibili. Sia per un mero calcolo aritmetico (con il ritmo delle ultime dieci gare, Motta farebbe 21 punti, raggiungendo quota 58, buona, forse, per una qualificazione in Conference, ma non è detto), sia per un’analisi qualitativa delle partite. Negare questo problema non farebbe che ingigantirlo ed è quindi urgente che la Juventus, intesa come proprietà, dirigenza, allenatore e giocatori prendano coscienza di essere sull’orlo di un fallimento stagionale che provocherebbe ingenti danni economici e un disastro emotivo in una tifoseria già frustrata da quattro anni ricchi di delusioni e avari di gioie.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Juve, il problema è come si perde

Mettetevi nel tifoso bianconero medio, uno che non vive sui social, ma nella vita reale, che non si nutre di diatribe integraliste sugli allenatori, ma vuole semplicemente la sua Juventus: una squadra che non regala quasi mai i gol agli avversari; che quando gioca in casa mette almeno un po’ di paura agli avversari; che combatte fino alla fine (come da motto) e non si arrende a un certo punto della partita (men che meno dall’inizio come è accaduto ieri); che ha nella sua rosa uomini veri prima che campioni; che vive di concretezza e una certa austerità calcistica, quella evita gli sbracamenti agonistici come quello di ieri. Non è vero che deve sempre vincere, la Juventus può perdere, il problema è come si perde.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sconcertante per inconsistenza agonistica e allucinante per leggerezza difensiva, la peggiore Juventus della stagione perde la seconda partita consecutiva, questa volta senza neanche giocate un tempo, come era accaduto a Napoli. Non ha creato, ha lasciato spazi enormi al Benfica che poteva segnare almeno altri due gol, completando un’umiliazione tecnica che i tifosi non meritavano.  Ora, il problema non è tanto la Champions, visto che comunque la Juventus va avanti, passando ai playoff (derby con il Milan o Psv) com’era già sicuro da due settimane. L’urgenza ora è capire quale male ha colpito la squadra e come guarirlo in modo rapido. Non c’è più tempo, non c’è più margine di errore: la Juventus nelle ultime quindici partite ha vinto quattro volte, pareggiato otto volte e perso tre volte.

I numeri sono preoccupanti

Ha giocato solo tre partite convincenti (contro il City, l’Atalanta e il Milan), mentre iniziano a essere tante le prestazioni in parte o del tutto insoddisfacenti (Lecce, Bologna, Venezia, Fiorentina, Milan in Supercoppa, Bruges, Napoli, Benfica). I numeri iniziano a essere preoccupanti e si stanno sgretolando i fattori positivi evidenziati nei primi mesi della stagione. È una crisi profonda, nella quale si ha la sensazione si sia infilato l’allenatore, che appare confuso e sembra trasmettere questa confusione alla squadra, cambiando troppo frequentemente gli uomini e i ruoli. Senza certezze, senza leader, senza fiducia in sé stessa, la Juventus non reagisce alle difficoltà e deve temere qualsiasi avversario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Questa Juve non può arrivare quarta: così si rischia di finire male
2
Questa Juve non può arrivare quarta
3
Juve, il problema è come si perde