"Renato Veiga ricorda Desailly. Ecco perché può fare grandi cose alla Juve"

Parla Celestini, che lo ha allenato al Basilea nella stagione 2023-24: "È un calciatore che ha fiducia nei propri mezzi, un ragazzo ottimista per natura"

Ha giocato nell’Olympique Marsiglia, nel Getafe, nel Levante e nel Troyes oltreché nel Losanna, collezionando 35 presenze (2 gol) con la Nazionale svizzera. Poi, da tecnico, ha compiuto un percorso che l’ha portato a guidare il Losanna (sua città natale), il Lugano, il Lucerna e il Sion. Finché, il 1° novembre 2023, è stato ingaggiato dal Basilea, seconda squadra più titolata della Super League elvetica dietro gli zurighesi ora in crisi del Grasshopper. Fabio Celestini, origini umbre, 49 anni, ex centrocampista, è la persona giusta per parlarci del nuovo acquisto juventino Renato Veiga, che sotto la sua guida ha disputato la scorsa stagione 22 partite da titolare più una sola da subentrato - 2 gol e 1 assist - con la maglia rossoblù dei renani.

Cominciamo dal ruolo: il portoghese è un difensore centrale, un laterale sinistro o un mediano?

"Può ricoprire bene varie posizioni, ma io lo impiegavo come centrocampista davanti alla difesa. Così sfruttavo la sua prorompente fisicità, la sua aggressività, il suo saper giocare corto o lungo, il suo gran sinistro".

Sono le doti migliori di Renato, dunque...

"Non solo. Ne ha un’altra, importantissima. La personalità. È un calciatore che ha fiducia nei propri mezzi, un ragazzo ottimista per natura. Uno sempre positivo".

C’è un motivo per cui lo ha utilizzato in quella posizione?

"Quando il club mi ha chiamato (ndr: al posto del tedesco Heiko Vögel) l’ho trovato lì e lì l’ho lasciato. All’inizio ho cambiato solo 2-3 cose, c’era bisogno di rimettere la barca in linea di galleggiamento il più presto perché la squadra era ultima a -5 dalla penultima e quindi ho puntato su concretezza, semplicità e solidità. Senza tanti fronzoli".

In questo il portoghese è stato d’aiuto...

"Sì, la sua disponibilità è stata totale. Così come il suo spirito di abnegazione".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Cosa può dare Renato Veiga alla Juve

Come lo vede alla Juventus? "Direi molto bene. È un profilo interessante, importante. A Torino dovrebbe giocare difensore centrale, sento dire. Può fare grandi cose anche in quel ruolo mentre è meno portato per giocare come laterale sinistro o come quinto di sinistra: all’occorrenza può farlo ma non è la sua mansione ideale. In bianconero può giocare come centrale nella difesa a quattro oppure davanti alla difesa a tre. È un equilibratore".

Un paragone con un giocatore del presente o del passato?

"Difficile. Vista sua fisicità e la sua versatilità proverei ad accostarlo un po’ al Desailly visto nel Milan di Capello".

Un difetto?

"Ha solo 21 anni, naturale che debba crescere. Gradualmente. Deve diventare più continuo. In un grande club come la Juventus le premesse per arrivare al top ci sono tutte. E deve smussare alcuni lati del suo carattere".

Siete rimasti in contatto?

"Ogni tanto ci sentiamo tramite WhatsApp. Fra noi c’è stima reciproca. Mi ha lasciato un bellissimo messaggio l’estate scorsa quando stava salendo sull’aereo per Londra".

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Renato Veiga e l'esperienza al Chelsea

Nel Chelsea però non ha sfondato...  "Non è facile trovare spazio in una rosa profonda e ridondante di giocatori come quella dei Blues. Soprattutto quando sei così giovane. La concorrenza è fitta. Maresca però gli ha dato ampia fiducia in Conference League dove il Chelsea è a punteggio pieno. Quella fiducia che reputo gli venga accordata dalla Juventus chiamata a gestire il vuoto lasciato da Bremer e da Cabal".

Lei è tifoso della Juve o dell’Inter come l’italo-svizzero Infantino presidente Fifa?

"I miei genitori sono di Città di Castello: papà milanista, mamma juventina e padrino interista. Io sono un ultrà del Perugia, a 14 anni ricevetti a Losanna la tessera del gruppo della tifoseria “Armata Rossa” con tanto di sciarpa biancorossa del Grifone...".

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Ha giocato nell’Olympique Marsiglia, nel Getafe, nel Levante e nel Troyes oltreché nel Losanna, collezionando 35 presenze (2 gol) con la Nazionale svizzera. Poi, da tecnico, ha compiuto un percorso che l’ha portato a guidare il Losanna (sua città natale), il Lugano, il Lucerna e il Sion. Finché, il 1° novembre 2023, è stato ingaggiato dal Basilea, seconda squadra più titolata della Super League elvetica dietro gli zurighesi ora in crisi del Grasshopper. Fabio Celestini, origini umbre, 49 anni, ex centrocampista, è la persona giusta per parlarci del nuovo acquisto juventino Renato Veiga, che sotto la sua guida ha disputato la scorsa stagione 22 partite da titolare più una sola da subentrato - 2 gol e 1 assist - con la maglia rossoblù dei renani.

Cominciamo dal ruolo: il portoghese è un difensore centrale, un laterale sinistro o un mediano?

"Può ricoprire bene varie posizioni, ma io lo impiegavo come centrocampista davanti alla difesa. Così sfruttavo la sua prorompente fisicità, la sua aggressività, il suo saper giocare corto o lungo, il suo gran sinistro".

Sono le doti migliori di Renato, dunque...

"Non solo. Ne ha un’altra, importantissima. La personalità. È un calciatore che ha fiducia nei propri mezzi, un ragazzo ottimista per natura. Uno sempre positivo".

C’è un motivo per cui lo ha utilizzato in quella posizione?

"Quando il club mi ha chiamato (ndr: al posto del tedesco Heiko Vögel) l’ho trovato lì e lì l’ho lasciato. All’inizio ho cambiato solo 2-3 cose, c’era bisogno di rimettere la barca in linea di galleggiamento il più presto perché la squadra era ultima a -5 dalla penultima e quindi ho puntato su concretezza, semplicità e solidità. Senza tanti fronzoli".

In questo il portoghese è stato d’aiuto...

"Sì, la sua disponibilità è stata totale. Così come il suo spirito di abnegazione".

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