Certo, prima di scendere in campo contro il Benfica la classifica di Champions prometteva alla Juventus un playoff molto molto peggiore, contro Real Madrid o Bayern Monaco. La brutta sconfitta allo Stadium contro i portoghesi aveva paradossalmente ribaltato la prospettiva, offrendo come avversarie il Milan o il Psv Eindhoven, entrambe già battute dai bianconeri e di un livello inferiore a Real e Bayern, e ieri l’urna di Nyon ha fatto il resto, sancendo la sfida contro gli olandesi: sicuramente meno carica di tensione rispetto all’eventuale derby con i rossoneri (e vista l’attuale forza mentale bianconera non è dettaglio da poco) e contro una squadra che non ha singoli del livello di un Leao o di un Theo Hernandez. È andata bene, dunque.
Tutta un'altra Juve
Anche un pallone rasoterra a pochi metri dalla porta, però, va comunque calciato oltre la linea. E la Juventus di oggi su un pallone del genere è invece capacissima di inciampare come Nico Gonzalez a Bruges. La doppia sfida contro il Psv, l’11 febbraio allo Stadium e il 19 a Eindhoven, pertanto non è assolutamente da considerarsi facile sulla base del 3-1 inflitto alla squadra di Peter Bosz alla 1ª giornata, il 17 settembre. Quella era un’altra Juve: quasi al completo, con i soli Conceiçao e Milik indisponibili, e soprattutto carica di entusiasmo per il neonato ciclo di Motta, entusiasmo acceso (anche troppo) dai 3-0 su Como e Verona e non ancora smorzato dai due 0-0 con Empoli e Roma. Con il gol alla Del Piero di Yildiz all’esordio in Champions e il primo di Nico Gonzalez in bianconero, intervallati dalla rete di McKennie, quel 3-1 aveva fotografato una Juve nettamente superiore al Psv e scaldato speranze e sogni. Speranze e sogni poi gelati dall’avanzare dell’autunno e dell’inverno. Dai pareggi in serie, dagli infortuni, dalle rimonte subite, dagli errori grossolani, dalla tensione generata dal caso Danilo e ora anche dalle sconfitte, tre in un mese dopo averne subita una sola tra il 17 agosto e il 29 dicembre. E quella Juve convinta e spavalda di settembre oggi appare insicura e incerta.