Il gesto per Vlahovic
Dopo il secondo gol del francese, la squadra si è scrollata definitivamente di dosso la tensione e le angherie delle ultime settimane. Ha ritrovato un gioco spigliato e armonioso, ma soprattutto il gol del suo centravanti, Dusan Vlahovic. Tra i primi ad abbracciarlo è stato proprio Kolo Muani. Un gesto spontaneo, vero, a testimoniare un fatto inconfutabile: Dusan non è né un nemico, né un alter ego con cui competere di settimana in settimana per una maglia da titolare, ma un compagno di un percorso che, dopo la flessione delle ultime settimane, sembra di nuovo tracciato. Del resto nessuno meglio di lui può capire come il serbo si sia sentito in questi mesi di critiche. Lui, che il sorriso l’aveva già perso due volte: prima con la Nazionale francese, quando nella finale mondiale sprecò la palla del match point facendosi ipnotizzare dal Dibu Martinez; e poi al Psg, dove non è mai riuscito a mostrare appieno l’enorme bagaglio tecnico di cui dispone. Per non parlare di quel travagliato inizio di carriera: in Francia le squadre giovanili non vogliono puntare su di lui perché i voti a scuola sono troppo bassi.
Le parole di Kolo Muani
Da lì la scelta di provare a sfondare in Italia con tanto di provini a Cremona e Vicenza. Una parentesi brevissima: Kolo fa fatica, non sa una parola d’Italiano, gli manca casa. È infelice, insomma, e suo padre decide di riportarlo in patria dove firma con il Nantes. Non era ancora ora, evidentemente... «Essere arrivato alla Juve per me è incredibile, dobbiamo celebrare come si deve questa vittoria - ha commentato Kolo Muani a fine partita -. Sono contento per i due gol, ma ragioniamo da squadra e la cosa più importante è l’aver ritrovato i tre punti. La testa ora è già al prossimo match con il Como. La giocata di Yildiz? È un grandissimo giocatore, molto giovane e tecnico. Mi rende felice poter giocare con talenti come lui».
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