"Dualismo" Vlahovic-Kolo Muani
L'argomento si sposta a Vlahovic-Kolo Muani. Al serbo pesa la presenza dell'attaccante francese, che è sempre stato schierato da titolare da quandio è arrivato andando sempre in gol? Nonostante il gesto dell'ex Psg al gol del compagni di squadra, Di Canio non ha dubbi: “Pesa si, abbiamo capito che caratterialmente è uno orgoglioso. Mettiamoci che da inizio anno fino a qualche giorno fa, per necessità, ha giocato con qualche problema. Si è anche sentito investito di un ruolo da leader. Nelle difficoltà, nelle discussione coi tifosi, i ‘ti difendo io’ ai compagni, anche prendersi questa ulteriore responsabilità: già è difficile gestire il suo carattere personalmente, figurarsi aiutare gli altri… Questa cosa, per orgoglio, determinerà tanto la sua crescita, se non andrà via, manca un giorno, non lo sappiamo. C’è spazio per tutti e due: è arrivata un’altra punta perché è mancata quest’anno. Devi giocare ancora un playoff Champions, in campionato devi arrivare tra le prime 4: serviranno entrambi, anche in combinazione per necessità come successo con l’Empoli, dove dovevi ribaltare il risultato. L’ha preso male all’inizio l’arrivo di Kolo Muani dal mio punto di vista, è uno orgoglioso, si vede, deve crescere. È entrato bene come intenzione, annuiva a quello che gli diceva l’allenatore, comunque c’è rispetto per i compagni ma la natura estrema non si cambia. Non che sia un cattivo ragazzo, ma magari a fine anno dirà: ‘Se non sono titolare, me ne vado’. Ci sono quelli abituati a poter lottare e a prendersi tutto, che dicono ‘Ti faccio vedere io, per orgoglio, ma con rispetto per gli altri’. Secondo me per lui essere andato dalla Fiorentina alla Juve, venendo pagato tanto, avendo avuto un ingaggio importantissimo, lo ha fatto sentire intoccabile da un certo punto di vista. E non lo dico perché è un cattivo ragazzo, eh”.
Sull'argomento entra anche Bergomi: “Se conosco un po’ Motta, che è difficile perché cambia sempre, magari non gli dà la titolarità ma giochi tanto, sei nella Juventus! Adesso la rosa è completa, corposa soprattutto in attacco. Kolo Muani con l’Empoli si sposta sulla fascia. Poi chiaro che Motta farà la scelta che vuole. Chi gli sta vicino, che lo consigli bene”. In studio presente anche il giornalista Stefano De Grandis, che sentenzia: “È arrivato Vlahovic, con l’addio di Morata, con lo slogan DV7, che doveva andare a sostituire CR7. Poi è andato via Dybala ed è rimasto solo lui come punto di riferimento della Juve, e ora è cambiato completamente tutto. Nelle ultime partite senza centravanti davanti giocavano McKennie e Koopmeiners: a Motta non piace, possiamo dire quello che ci pare, non gli piace. Kolo Muani invece è arrivato ed ha giocato e rigiocato, perché l’allenatore preferisce un attaccante diverso. Secondo me delle scelte di Motta qualcosa possiamo stiamo capendo. Le due ali, Yildiz e Nico, vengono anche dentro e assomiglia un po’ di più al gioco che vuole Thiago”.