Le parole di Kelly sull'infanzia complicata: "Non voglio pietà"
"Ho sempre voluto giocare a calcio, ma per quello che la vita mi ha dato sarei potuto finire in tanti altri modi - ha raccontato il centrale inglese a un tabloid britannico-. Sono un libro aperto sul mio passato, ma non voglio pietà. È stato difficile crescere tra le famiglie affidatarie ma almeno ero con i miei fratelli e anche se cambiavamo casa ogni tre-quattro anni rimanere insieme ci ha resi più solidi. Della mia infanzia non cambierei nulla: se oggi possono vantare una carriera da professionista, lo devo anche al mio passato. Ho avuto modo di rafforzami, di sviluppare un senso di resilienza. Detto questo, voglio dare ai miei figli una vita diversa da quella che ho avuto io, completamente diversa. Non si tratta di viziarli, ma di dare loro una casa stabile, con dei genitori che sai che ti amano. È qualcosa a cui non intendo rinunciare mai". Motta da oggi in poi potrà contare su un difensore mancino affidabile, in grado di agire sia al centro sia come terzino sinistro. Una duttilità che è un po’ lo specchio della sua storia: "Non importa quanto la vita possa colpire duro, se non molli e continui a dare il massimo puoi tirarti fuori da qualsiasi situazione".
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