A scuola da Kolo Muani
Il primo gol contro l’Empoli fa scuola in questo senso: palla in verticale di Koopmeiners sulla sinistra a innescare la corsa del francese che rifila una spallata a Goglichidze per poi involarsi da solo verso la rete. A questo va aggiunta poi un evidente abilità nello spedire in profondità i compagni: nel suo anno in Bundesliga oltre a 23 gol è riuscito a confezionare ben 14 assist. A differenza di Vlahovic - più abile, in quanto finalizzatore puro, nell’accentrarsi per giocare spalle alla porta - Kolo fa più fatica ad agire da boa. Nel primo tempo contro i toscani, la Juve si è intestardita più volte nel servirlo in verticale, senza che questo creasse troppi problemi a Vasquez. Ed è proprio qui la chiave di una convivenza più che possibile: il serbo venendo incontro al pallone può rivelarsi utilissimo nell’aprire gli spazi sulle fasce per innescare le ripartenze veloci dei vari Yildiz, Conceiçao e - per l’appunto - Kolo Muani. Motta lo sa meglio di tutti, e non è un segreto che stia cercando in tutti i modi di disegnare una Juventus che possa esaltare la duttilità dell’attaccante francese. Non va dimenticato poi che entrambi sfiorano il metro e novanta di altezza. Caratteristica che può rivelarsi utile nei match più chiusi e complicati, specie se a crossare è gente dal piede di Chico o Yildiz. Che siano impiegati dall’inizio o a partita in corso, una cosa è certa: Dusan ora non è più solo. Insieme al francese potrà spartirsi il peso di un attacco che ha disperato bisogno di gol per rimanere aggrappato al treno Champions.