TORINO - Da St. Pauls, un sobborgo di Bristol, alla conquista del mondo con un suono diverso, quello del trip hop, tanto da essere chiamato Bristol Sound: Mezzanine, il disco che ha consacrato al mainstream i Massive Attack, è uscito qualche mese prima della nascita, nel 1998, di Lloyd Kelly, a un paio di miglia da lì, a Easton. Di quell’atmosfera urban, palpitante che avvolge le periferie e che si propaga dalla strada, il difensore inglese non può ricordare la scena ma si porta dietro le cicatrici di un’infanzia difficile. E quella fame di cui Thiago Motta avrà bisogno per plasmare una Juve da battaglia (sportivamente parlando) per raggiungere gli obiettivi stagionali e poi per costruire il prossimo futuro insieme.
Juve, Kelly sceglie il numero 6
Una personalità silenziosa ma forte, quella di Kelly, che si vede anche dalla scelta del numero: il 6, che alla Juventus non è una cifra qualunque, essendo stato il numero dietro le spalle di una leggenda come Scirea. L’ha lasciato libero Danilo e l’inglese non se lo è fatto ripetere due volte: avrà il 6 e farà di tutto per onorare numero e scelta. Ieri i 250 spettatori dell’allenamento alla Continassa non hanno potuto vedere l’ultimo arrivato in azione: per ragioni burocratiche Kelly non ha lavorato con il gruppo e si è limitato a guardare l’allenamento seduto al fianco di Cristiano Giuntoli. Oggi comincerà a lavorare con la squadra, a porte chiuse, per puntare alla convocazione per Como.