TORINO - Una panchina d’oro per Thiago Motta. No, nessun rimando al premio cui il tecnico potrebbe anche ambire, alla luce della strabiliante stagione costruita, un anno fa, a Bologna. Ma un riferimento al ventaglio di scelte – raramente così ampio, in stagione – a disposizione dell’allenatore della Juventus, che questa sera a Como si presenterà con ventidue effettivi. Tutti a pieno titolo appartenenti alla prima squadra, senza “prestiti” dalla Next Gen o dal vivaio. Quantità e, dettaglio tutt’altro che secondario, qualità. Per provare a indirizzare la partita fin dal primo tempo, come già accaduto tante volte finora. E per riuscire a incidere anche nella ripresa, obiettivo centrato invece con minore frequenza, come testimoniano i 17 punti lasciati per strada dalla squadra da situazione di vantaggio. L’ultima recita allo Stadium, di fronte all’Empoli, suona però come una dolce melodia dopo troppo frastuono, con il risultato messo in ghiaccio nel finale da una bordata di Vlahovic dal limite e da una stoccata di Conceiçao perfettamente imbeccato da Thuram.
La Juve e i gol dalla panchina
Vlahovic, Conceiçao e Thuram: sì, proprio i subentranti degli unici tre cambi stabiliti dal tecnico bianconero nel corso della partita. Mica male. La tendenza delle reti confezionate direttamente dalla panchina, se così si possono definire, è d’altronde in vertiginosa crescita, in casa Juventus. Se nei primi quattro mesi della stagione erano state solamente due le circostanze in cui un giocatore subentrato in corso d’opera aveva saputo subito lasciare il segno, con il centro del 3-0 di Conceiçao di fronte al Genoa e – soprattutto – la doppietta di Yildiz a San Siro contro l’Inter, da dicembre in poi la musica è decisamente cambiata. In dieci giorni soltanto, alle porte del Natale, Mbangula ha rimesso in piedi una sfida al Bologna che pareva ormai persa, McKennie ha disegnato un punto esclamativo nel successo dello Stadium sul Manchester City e Nico Gonzalez ha posto una firma d’autore nel poker contro il Cagliari in Coppa Italia. Secondo un andamento confermato anche nel nuovo anno solare, come testimoniato dal gol “nel nome del padre” di Weah con il Milan, prima del doppio squillo dell’ultimo fine settimana.