Tevez raggiunto, ora Kolo Muani punta Baggio: qualcuno rivede... Celentano

Dopo aver segnato nelle prime due partite in bianconero l'attaccante francese vuole ancora andare a segno contro il Como: la fiducia e il futuro

Essendo un buono d’animo, oltre che un convinto assertore del fatto che i record siano fatti per essere battuti, c’è da scommettere che stasera Robero Baggio, al secolo, Codino Divino, farà il tifo per Kolo Muani. Il francese, dopo aver eguagliato nientemeno che Carlitos Tevez, capace di andare in gol nelle prime due partite giocate con la maglia bianconera, oggi mette nel mirino proprio uno dei 10 più iconici non solo della Juventus ma del calcio italiano. Perché tra le tante magie firmate Roberto da Caldogno (paese vicentino) c’è anche quella di aver segnato nelle sue prime tre partite bianconere. Correva la stagione 1990/91 e il settembre d’oro di Baggio racconta delle tre reti nella trasferta di Parma, in casa contro l’Atalanta e a Cesena su rigore nelle prime tre partite di campionato. In realtà, a dirla tutta, in quell’inizio di stagione Baggio servì addirittura un poker poichè il primo settembre, prologo proprio della Serie A, Baggio andò in gol a Napoli nella finale di Supercoppa che si rivelò una disfatta per quella Juventus targata Maifredi, con la sconfitta extralarge per 5-1.

Il record del Divin Codino

Questa sera a Como, nella Juventus targata invece Thiago Motta, Kolo Muani dopo aver segnato al debutto a Napoli e domenica alla seconda partita con l’Empoli, proverà ad affiancare Baggio per un tris che autorizzerebbe sogni di gloria. Perché puoi giocare bene sin che vuoi ma se non hai uno che la butti dentro la palla, tutto è destinato ad assumere un peso specifico diverso. Sia dal punto di vista emotivo che della classifica. Più che mai bisognosa di punti soprattutto in questo momento della stagione in cui si decide chi ha davvero più benzina per accelerare nello sprint per il 4° o 5° posto con vista Champions League. Del resto che questo Kolo Muani sia un bel problema per le difese che lo devono marcare lo si è capito nei suoi primi 180 minuti con la Juve. In cui ha dimostrato di essere un attaccante moderno e duttile. Abile nel tenere palla per far salire la squadra, nel saltare l’uomo quando lo punta, nell’aggredire lo spazio quando ce n’è e nel sentire oltre che a vedere la porta col fiuto dell’attaccante doc. Tra l’altro nell’uno contro uno è particolarmente ostico a marcare per via di quelle finte con la postura dinoccolata che ad alcuni coi capelli bianchi ha fatto tornare in mente non un giocatore ma un attore-cantante come Adriano Celentano, che quando ballava sorprendeva per come improvvisava i movimenti dalla cintola in giù.

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Kolo Muani, fiducia e futuro

Sul campo del Como, contro una delle difese più perforate della Serie A con 38 gol (la quarta peggiore del campionato e all’andata ne incassò tre all’Allianz), Kolo Muani è atteso titolare anche per sfruttare il momento in fiducia che sta vivendo. Certo è che se dovesse continuare con una incidenza similare sarà inevitabile intorno ad aprile iniziare a riparlare con il Paris Saint Germain che lo ha mandato a Torino con la formula del prestito secco, sino a fine giugno (in teoria potrebbe anche giocare con la Juventus la prima parte del Mondiale per club che si svolgerà a cavallo tra giugno e luglio negli Usa dove sarà presente anche il Psg, per cui per motivi di opportunità o si troverà un accordo per cambiare lo stato del prestito attuale oppure non salirà sull’aereo insieme al resto della truppa juventina).

Dal Como al Psv

Ma mancano ancora diversi mesi per cui ci sarà tempo per pensarci. Una cosa è certa a livello di competizioni internazionali: se con il Benfica non ha potuto giocare in Champions per via della lista Uefa, ecco che ora potrà invece essere presente sin dal prossimo spareggio con il Psv che vedrà la Juventus ospitare la squadra olandese martedì prossimo a Torino per poi far visita a Eindhoven la settimana seguente nel ritorno di mercoledì sera. Dunque Kolo Muani è entrato a tutto tondo nel gruppo bianconero per far male agli avversari sia in campionato che in Champions League. Il Como lo sa e chissà che Fabregas non abbia studiato un antidoto speciale per provare a neutralizzarlo.

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Essendo un buono d’animo, oltre che un convinto assertore del fatto che i record siano fatti per essere battuti, c’è da scommettere che stasera Robero Baggio, al secolo, Codino Divino, farà il tifo per Kolo Muani. Il francese, dopo aver eguagliato nientemeno che Carlitos Tevez, capace di andare in gol nelle prime due partite giocate con la maglia bianconera, oggi mette nel mirino proprio uno dei 10 più iconici non solo della Juventus ma del calcio italiano. Perché tra le tante magie firmate Roberto da Caldogno (paese vicentino) c’è anche quella di aver segnato nelle sue prime tre partite bianconere. Correva la stagione 1990/91 e il settembre d’oro di Baggio racconta delle tre reti nella trasferta di Parma, in casa contro l’Atalanta e a Cesena su rigore nelle prime tre partite di campionato. In realtà, a dirla tutta, in quell’inizio di stagione Baggio servì addirittura un poker poichè il primo settembre, prologo proprio della Serie A, Baggio andò in gol a Napoli nella finale di Supercoppa che si rivelò una disfatta per quella Juventus targata Maifredi, con la sconfitta extralarge per 5-1.

Il record del Divin Codino

Questa sera a Como, nella Juventus targata invece Thiago Motta, Kolo Muani dopo aver segnato al debutto a Napoli e domenica alla seconda partita con l’Empoli, proverà ad affiancare Baggio per un tris che autorizzerebbe sogni di gloria. Perché puoi giocare bene sin che vuoi ma se non hai uno che la butti dentro la palla, tutto è destinato ad assumere un peso specifico diverso. Sia dal punto di vista emotivo che della classifica. Più che mai bisognosa di punti soprattutto in questo momento della stagione in cui si decide chi ha davvero più benzina per accelerare nello sprint per il 4° o 5° posto con vista Champions League. Del resto che questo Kolo Muani sia un bel problema per le difese che lo devono marcare lo si è capito nei suoi primi 180 minuti con la Juve. In cui ha dimostrato di essere un attaccante moderno e duttile. Abile nel tenere palla per far salire la squadra, nel saltare l’uomo quando lo punta, nell’aggredire lo spazio quando ce n’è e nel sentire oltre che a vedere la porta col fiuto dell’attaccante doc. Tra l’altro nell’uno contro uno è particolarmente ostico a marcare per via di quelle finte con la postura dinoccolata che ad alcuni coi capelli bianchi ha fatto tornare in mente non un giocatore ma un attore-cantante come Adriano Celentano, che quando ballava sorprendeva per come improvvisava i movimenti dalla cintola in giù.

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