Juve, toh! Guarda che succede con un bomber

Vincere senza essere belli aiuta ancora di più e se il centravanti segna e la fortuna gira...

La riscoperta della dimenticata sensazione di giocare con un centravanti che fa gol e avere un po’ di fortuna regala un brivido al popolo bianconero e tre punti alla Juventus. Non che Dusan Vlahovic non faccia gol (13 in 28 gare quest’anno), ma da quando c’è Kolo Muani sembra esaurito lo stucchevole dibattito sul bomber poco servito o servito male. La prima rete del francese è una dimostrazione micidiale di forza fisica, tecnica e fiducia in sé, cui la Juventus si stava disabituando nell’inseguimento degli umori di Dusan. A proposito, ne hanno inquadrato una imperscrutabile smorfia dopo il gol del collega e l’ufficio facce ci ha letto un ribollire di sentimenti: non stupirebbe che lo choc Muani possa risvegliare la sopita ferocia del serbo. Nel frattempo, la Juventus torna a vincere due partite di fila da novembre (!) e lo fa dopo aver subito a lungo un brillantissimo Como, che non meritava di perdere.

 

 

Motta: manca sempre un pezzo

Fatto inedito per la squadra di Motta, che ha perso almeno una decina di punti per quel pizzico di malasorte ieri toccata a Fabregas (che sul rigore di Gatti, però, esagera un po’). A Roma dicono con la saggezza di chi conosce l’andamento circolare della fortuna: a chi tocca nun se ‘ngrugna. E vincere senza convincere potrebbe essere, paradossalmente, un passo avanti per la Juventus, proprio perché certe vittorie strappate con i denti danno maggiore convinzione di altre. Certo, manca sempre un pezzo: quando metti a posto la difesa non segni, quando segni prendi gol, quando giochi benino pareggi, quando vinci giochi malino... Se la stagione bianconera fosse scomponibile, prendendo i pezzi migliori di ogni Juventus vista finora si otterrebbe una squadra in grado di lottare per lo scudetto. Se Motta riuscisse a mettere insieme il puzzle prima della fine della stagione, la pazienza dei tifosi della Juventus sarebbe ripagata, altrimenti il rischio è un singhiozzo straziante che non è mai disastroso né mai esaltante, che potrebbe perfino portare al quarto posto, ma certo senza grande soddisfazione.

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Juve: è il momento del decollo

Il mercato di gennaio ha sicuramente rinforzato la Juventus, che adesso ha molte alternative e soluzioni: è il momento del decollo? Il Psv e, a stretto giro, l’Inter saranno due partite per capirlo. Nel frattempo, proprio in virtù delle tante alternative a disposizione di Motta, viene naturale riflettere su Koopmeiners. Ed è una riflessione che parte dal fatto che Koop non può essere questo e non può esserlo diventato. Tuttavia, c’è un momento in cui credere in un giocatore, dargli fiducia anche se non decolla, gli allenatori saggi fanno così. Ma fino al momento in cui perseverare erode le sicurezze del giocatore, lo espone pericolosamente al nervosismo della piazza o crea problemi alla squadra. Quello che Motta sta facendo con Koopmeiners è andare oltre quel limite con effetti controproducenti sia sul ragazzo sia sulla Juventus e no, non è una cosa saggia. 

 

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La riscoperta della dimenticata sensazione di giocare con un centravanti che fa gol e avere un po’ di fortuna regala un brivido al popolo bianconero e tre punti alla Juventus. Non che Dusan Vlahovic non faccia gol (13 in 28 gare quest’anno), ma da quando c’è Kolo Muani sembra esaurito lo stucchevole dibattito sul bomber poco servito o servito male. La prima rete del francese è una dimostrazione micidiale di forza fisica, tecnica e fiducia in sé, cui la Juventus si stava disabituando nell’inseguimento degli umori di Dusan. A proposito, ne hanno inquadrato una imperscrutabile smorfia dopo il gol del collega e l’ufficio facce ci ha letto un ribollire di sentimenti: non stupirebbe che lo choc Muani possa risvegliare la sopita ferocia del serbo. Nel frattempo, la Juventus torna a vincere due partite di fila da novembre (!) e lo fa dopo aver subito a lungo un brillantissimo Como, che non meritava di perdere.

 

 

Motta: manca sempre un pezzo

Fatto inedito per la squadra di Motta, che ha perso almeno una decina di punti per quel pizzico di malasorte ieri toccata a Fabregas (che sul rigore di Gatti, però, esagera un po’). A Roma dicono con la saggezza di chi conosce l’andamento circolare della fortuna: a chi tocca nun se ‘ngrugna. E vincere senza convincere potrebbe essere, paradossalmente, un passo avanti per la Juventus, proprio perché certe vittorie strappate con i denti danno maggiore convinzione di altre. Certo, manca sempre un pezzo: quando metti a posto la difesa non segni, quando segni prendi gol, quando giochi benino pareggi, quando vinci giochi malino... Se la stagione bianconera fosse scomponibile, prendendo i pezzi migliori di ogni Juventus vista finora si otterrebbe una squadra in grado di lottare per lo scudetto. Se Motta riuscisse a mettere insieme il puzzle prima della fine della stagione, la pazienza dei tifosi della Juventus sarebbe ripagata, altrimenti il rischio è un singhiozzo straziante che non è mai disastroso né mai esaltante, che potrebbe perfino portare al quarto posto, ma certo senza grande soddisfazione.

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