Kolo Muani-Juve, spunta una nuova possibilità! Giuntoli già al lavoro

Luis Enrique non vuole il bomber che si sta trovando molto bene a Torino: lo scenario di mercato

E poi, per fortuna, alla fine le chiacchiere stanno a zero e si deve arrivare per forza lì: a parlare e a discutere di calciatori. Delle loro qualità, degli equilibri che spostano e di come li spostano, delle loro caratteristiche: in definitiva se siano forti o meno. Sembra incredibile doverlo (sommessamente) ricordare in epoca di calciomercato immanente, imperante, ossessivo, eppure davvero i calciatori forti fanno la fortuna delle squadre e degli allenatori. Da sempre e per sempre, salvo in un assurdo periodo storico (questo, appunto, in cui siamo immersi) nel quale si cerca di spostare l’attenzione “sul gioco” perché dalle nostre parti è sempre più difficile arrivare ai grandi calciatori. Che, invece, quando ci sono determinano plasticamente i destini di una squadra come sta mostrando Randal Kolo Muani nella Juventus. E allora perché il Psg lo ha mollato? Semplicemente perché con Luis Enrique - al quale il Psg ha rinnovato il contratto - non è scattato il feeling e le vicende umane spesso prevalgono su quelle tecniche. Ma il valore, quello resta, celebrato anche dall’ex compagno Mbappé sui social: “Ti meriti tutto questo”. E dopo la partita, Cesc Fabregas ha riassunto in maniera essenziale e indiscutibile la vicenda: «Per 64 minuti siamo stati superiori a loro, meritavamo la vittoria. Poi Kolo Muani fa un gol così, ma è uno pagato 80 milioni».

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Ci si sposta sul mercato

Tutto giusto, non fosse che il Psg ha pagato 95 milioni, e non 80 all’Eintracht dettagli, no? Poi, certo: al di là dei gol (5 in tre partite: mica pizza e fichi anche se, Napoli a parte, contro avversari di terza fascia) la sua presenza in campo ha consentito a Thiago Motta di abdicare a dinamiche che si temevano ossessioni, come il possesso palla ritmato lento e la costruzione dal basso. Proprio perché ora ha a disposizione uno (anzi due, con Nico Gonzalez bravo in spizzate e transizioni) che gli permette di far giocare la squadra con quello che lui definisce «passaggio lungo» saltando la noia, magari pure imprecisa, del fraseggio a centrocampo. Perché gli allenatori fanno le squadre, ma i giocatori “fanno” il gioco e scopri che un allenatore non è affatto pragmatico se a disposizione ha gente forte e con caratteristiche adeguate a cambiare. Fuori dal campo, adesso e per i prossimi mesi, il “gioco” invece si sposterà sul mercato e si avviterà intorno a una domanda che ci accompagnerà di qui all’1 giugno, quando si aprirà la finestra di calciomercato straordinaria, introdotta per consentire le operazioni e le definizioni delle situazioni in soppeso alle società che parteciperanno al Mondiale per club in Usa.

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Nessuno aveva dubbi

Le scadenze di contratto ma, anche, i prestiti e quello di Kolo Muani sarà un caso di scuola visto che coinvolge due club - il Psg titolare del cartellino e la Juventus - che parteciperanno al torneo organizzato dalla Fifa. E che i bianconeri vogliano trattenere ancora l’attaccante a Torino è nell’ordine delle cose, considerati l’impatto numerico, la funzionalità tattica e pure la facilità in cui si è integrato nel gruppo. Che, poi, quest’ultimo era l’unico dubbio che poteva sottostare all’operazione (costi a parte: ma se serve ad arrivare in Champions...), visto che riguardo alle potenzialità del francese nessuno minimamente accorto e preparato poteva nutrire dubbi. L’operazione non è semplice perché mette in movimento cifre, per usare un termine inflazionato, “importanti” considerati sia il valore del cartellino sia l’ingaggio di 9 milioni netti, non lontani dai 12 che guadagnerà Vlahovic nel suo ultimo anno. E in ogni caso ben superiori alla politica di contenimento dei costi, stipendi per primi, avviata dalla Real Casa torinese.

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Cosa potrebbe succedere

Ma gli scenari potrebbero cambiare se appunto i bianconeri non dovessero accollarsi i costi del cartellino e pensare solo a quelli dell’ingaggio rinnovando il prestito per un altro anno, previo consenso protocollato del giocatore in base ai nuovi regolamenti Fifa sulla materia gli stessi che - ricordate? - avevano ritardato il tesseramento dell’attaccante a gennaio. Altrettanto ovviamente il prolungamento del prestito non potrebbe avvenire alle condizioni attuali, vale a dire senza nessun obbligo e con i costi legati solo alla cifre contenute nel prestito che assommano, tra oneri e bonus di varia natura, a 5 milioni di euro. Considerato che il Psg lo ha comprato a 95 milioni nel 2023, potrebbe “accontentarsi” di una cinquantina di milioni che consentirebbero di evitare minusvalenze. Una cifra che la Juve potrebbe sborsare subito nel caso di cessioni (indovinate quale...) o di un prestito oneroso. Ah: tutto, ovviamente, passa dalla qualificazione alla Champions League. In caso contrario, gli scenari muterebbero in modo radicale e tutt’altro che simpatico.

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E poi, per fortuna, alla fine le chiacchiere stanno a zero e si deve arrivare per forza lì: a parlare e a discutere di calciatori. Delle loro qualità, degli equilibri che spostano e di come li spostano, delle loro caratteristiche: in definitiva se siano forti o meno. Sembra incredibile doverlo (sommessamente) ricordare in epoca di calciomercato immanente, imperante, ossessivo, eppure davvero i calciatori forti fanno la fortuna delle squadre e degli allenatori. Da sempre e per sempre, salvo in un assurdo periodo storico (questo, appunto, in cui siamo immersi) nel quale si cerca di spostare l’attenzione “sul gioco” perché dalle nostre parti è sempre più difficile arrivare ai grandi calciatori. Che, invece, quando ci sono determinano plasticamente i destini di una squadra come sta mostrando Randal Kolo Muani nella Juventus. E allora perché il Psg lo ha mollato? Semplicemente perché con Luis Enrique - al quale il Psg ha rinnovato il contratto - non è scattato il feeling e le vicende umane spesso prevalgono su quelle tecniche. Ma il valore, quello resta, celebrato anche dall’ex compagno Mbappé sui social: “Ti meriti tutto questo”. E dopo la partita, Cesc Fabregas ha riassunto in maniera essenziale e indiscutibile la vicenda: «Per 64 minuti siamo stati superiori a loro, meritavamo la vittoria. Poi Kolo Muani fa un gol così, ma è uno pagato 80 milioni».

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