TORINO - Gennaio 2022: la Juventus compra dalla Fiorentina Dusan Vlahovic. Non in prestito: lo preleva a titolo definitivo sborsando ben 90 milioni (tutto compreso). L’impatto del serbo fu esaltante e ricorda molto quello attuale del collega francese: 4 gol (tutti su azione) nelle prime cinque partite in bianconero. Venti giorni che esaltarono i tifosi e che convinsero in molti, quasi tutti, circa il fatto che la Juve avesse risolto il problema del gol, avesse investito più che bene i propri danari e che, non da ultimo, si fosse portata a casa un asset facilmente rivendibile senza dover giungere a pagare quei 12 milioni netti di ingaggio previsti al quinto, e ultimo, anno del contratto.
Vlahovic, tre anni dopo
Tre anni esatti dopo, invece, lo scenario è completamente mutato al punto che Vlahovic ora fa notizia perché l’allenatore della Juventus non lo fa entrare contro il Como. Così ci si concentra sulla decrittazione delle sue parole in panchina, un dialogo con Perin in cui critica verso Gatti: “Io non capisco Gatti, non guarda l’uomo, abbiamo preso quell’azione nel secondo tempo... Palla lunga e lui guarda la palla, cosa fai? Guarda la palla, metti il corpo, altrimenti diventa giallo”. Nulla di grave, (i due, peraltro, sono amici), ma la semplice valutazione di una fase di gioco che, anzi, nell’ambiente bianconero hanno voluto girare in positivo come la conferma di quanto Vlahovic sia attento e concentrato sulle dinamiche della partita. Di come si senta, ancora, parte del gruppo.