Lippi: "Motta non mi entusiasma. Juve, manca qualità e dopo Allegri volevo altro"

L'ex tecnico si racconta, intervistato da Ciro Ferrara: dal momento dei bianconeri a Conte, fino a Inzaghi e la lotta Scudetto

Il passato glorioso e la quiete del presente: Marcello Lippi intervistato da Ciro Ferrara. L'ex difensore, su Dazn, ascolta il suo ex tecnico nello speciale dedicato al tecnico campione del mondo nel 2006, dal titolo "L'uomo della storia". I due insieme hanno condiviso tanti successi alla Juventus, ma hanno anche condiviso il successo del Mondiale di 19 anni fa, quando Ferrara faceva parte dello staff tecnico azzurro. Lippi ha parlato dei traguardi raggiunti, di chi lo ha accompagnato in anni importanti della sua carriera (leggasi Antonio Conte) ma anche del presente, in particolare della lotta Scudetto e del momento della Juve di Thiago Motta.

Lippi, l'uomo della storia

Lippi parla, innanzitutto, del suo passato: “Ho partecipato alla storia, non ho fatto io la storia. L’hanno fatta tutte quelle persone che hanno partecipato in quegli anni e che mi hanno aiutato a ottenere questi risultati e dare quelle soddisfazioni ai tifosi per cui lavoravamo. Se sono felice? Sono felice, contento, soprattutto per quello che mi è capitato, che ho fatto, per le persone che ho conosciuto e quelle che continuo a frequentare. La scelta più giusta che ho fatto in carriera? Sono tutte scelte legate alle persone che ho scelto, con le quali ho lavorato e con cui sono stato felice in quegli anni. Dove andavamo vincevamo e ci toglievamo grandi soddisfazioni. Sui campi non vado più. Onestamente… Qualche volta vengo con te? A vedere il Napoli magari”. Senza i campi, Lippi, originario di Viareggio, si gode il mare: "Rappresenta la cosa più bella che mi possa capitare. Sono nato, vissuto e cresciuto qui, trascorro 6-7 mesi sul mare. Cosa sogno? Di vivere il più possibile questa vita, che è quella che mi piace di più. C’ho una bella barca, appena arriva la bella stagione vado in giro, ci sono tante belle isole qui vicino, ho tanti amici. Vivo mare e famiglia in maniera totale”.

Tornando al calcio, uno dei simboli di Lippi il classico sigaro acceso dopo le vittorie: “Ce ne sono stati tanti di sigari per fortuna, che mi hanno dato grande soddisfazione quando li ho accesi. Hai partecipato anche te, Ciro. Erano quelle le grandi soddisfazioni. Una delle motivazioni per cui abbiamo vinto tanto è perché siamo riusciti, tutti insieme e io per primo, a creare un gruppo nel quale facevano parte persone di grandi qualità tecniche e umane. Quando partecipavamo a competizioni importanti, non avrei mai rinunciato a quelle persone lì, e tu eri una di quelle.  La Coppa del mondo? Non diciamo dove la tengo nascosta… (ride, ndr). Quella lì è stata tanta roba”.

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L'invito di Conte, Inzaghi e lo Scudetto

Il passato si collega al presente. Tra i calciatori avuti in carriera c'era Antonio Conte, bandiera della sua Juve (con cui vinse una Champions -a suo dire- più bella della vittoria Mondiale) e oggi uno dei migliori tecnici in circolazione: “Non si può dire che non abbia qualità. Caratterialmente mi sembra di rivedermi, mi ci sono un po’ ritrovato nel modo di fare di Antonio, nel suo carattere. Se penso di avergli lasciato una impronta? Penso di si, me lo diceva lui che ricordava un po’ tutto quello che facevo io. Può contendere lo Scudetto fino alla fine, quest’anno in maniera particolare si. Non so se sarà così, la mia non è una speranza ma una convinzione: se la può giocare”. Arriva a sorpresa un videomessaggio di Conte per lui: “Mister come andiamo, tutto bene? Colgo l'occasione di questo video per salutarla e per invitarla: sarebbe bellissimo per me e i ragazzi se un giorno venisse a trovarci a Casterlvolturno, o magari per una partita al Maradona. Certo, Castelvolturno sarebbe bello perché riusciremo a stare insieme e trascorrere una bella giornata, mi farebbe davvero piacere. Un grandissimo abbraccio, spero di vederla presto”. 

Lippi accetta l’invito: “Dobbiamo andare a Castelvolturno. Lo ringrazio per l’invito, quanto prima accetterò: magari mi accompagni te Ciro, che conosci bene quelle parti”. Conte rientra sicuramente tra i migliori allenatori italiani, ma non solo lui: “Attualmente ce ne sono 2-3: Inzaghi e Conte sono tra quelli. Inzaghi sottovalutato? Può darsi sia così, ma mi sembra goda di una buona considerazione in generale. Quando fai tanti risultati di rilievo acquisisci una convinzione, una sicurezza nel tuo lavoro, nella tua persona, nella tua personalità che è importante”.

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"Juve poca qualità. Motta e Vlahovic..."

Da Conte e la Juve di ieri a quella di oggi: “Quando c’è un nuovo percorso è necessario concedere del tempo, indubbiamente. Difficile concedere del tempo a squadre come Juventus, Inter e Milan che lottano per i vertici sempre. Comunque non vedo grandi qualità nella Juventus per risolvere il problema con facilità. È un discorso di qualità, di leadership ma in generale di qualità. Thiago Motta? Non mi entusiasma, sono sincero. Vedo un allenatore capace, concentrato, dedito al suo lavoro, però non mi entusiasma. Un allenatore deve dare delle sensazioni a chi lavora con lui, a chi è vicino a lui e ai tifosi che seguono la squadra. Dietro al mio ‘non mi entusiasma tanto’ ci sono anche cose come il fatto che Motta è arrivato dopo un allenatore che ha vinto molto. Mi sarebbe piaciuto, dopo Allegri, una figura che trascinasse maggiormente il pubblico, la tifoseria”. Infine sul momento di Dusan Vlahovic: “La sua situazione? L’ho gestita in varie occasioni con altri calciatori. Gli dai fiducia e lo fai giocare anche se non sta facendo molto bene. Mi è capitato più di una volta di dover dare fiducia a giocatori che in quel momento non la meritavano, ma la meritavano per quanto fatto in passato”.

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Il passato glorioso e la quiete del presente: Marcello Lippi intervistato da Ciro Ferrara. L'ex difensore, su Dazn, ascolta il suo ex tecnico nello speciale dedicato al tecnico campione del mondo nel 2006, dal titolo "L'uomo della storia". I due insieme hanno condiviso tanti successi alla Juventus, ma hanno anche condiviso il successo del Mondiale di 19 anni fa, quando Ferrara faceva parte dello staff tecnico azzurro. Lippi ha parlato dei traguardi raggiunti, di chi lo ha accompagnato in anni importanti della sua carriera (leggasi Antonio Conte) ma anche del presente, in particolare della lotta Scudetto e del momento della Juve di Thiago Motta.

Lippi, l'uomo della storia

Lippi parla, innanzitutto, del suo passato: “Ho partecipato alla storia, non ho fatto io la storia. L’hanno fatta tutte quelle persone che hanno partecipato in quegli anni e che mi hanno aiutato a ottenere questi risultati e dare quelle soddisfazioni ai tifosi per cui lavoravamo. Se sono felice? Sono felice, contento, soprattutto per quello che mi è capitato, che ho fatto, per le persone che ho conosciuto e quelle che continuo a frequentare. La scelta più giusta che ho fatto in carriera? Sono tutte scelte legate alle persone che ho scelto, con le quali ho lavorato e con cui sono stato felice in quegli anni. Dove andavamo vincevamo e ci toglievamo grandi soddisfazioni. Sui campi non vado più. Onestamente… Qualche volta vengo con te? A vedere il Napoli magari”. Senza i campi, Lippi, originario di Viareggio, si gode il mare: "Rappresenta la cosa più bella che mi possa capitare. Sono nato, vissuto e cresciuto qui, trascorro 6-7 mesi sul mare. Cosa sogno? Di vivere il più possibile questa vita, che è quella che mi piace di più. C’ho una bella barca, appena arriva la bella stagione vado in giro, ci sono tante belle isole qui vicino, ho tanti amici. Vivo mare e famiglia in maniera totale”.

Tornando al calcio, uno dei simboli di Lippi il classico sigaro acceso dopo le vittorie: “Ce ne sono stati tanti di sigari per fortuna, che mi hanno dato grande soddisfazione quando li ho accesi. Hai partecipato anche te, Ciro. Erano quelle le grandi soddisfazioni. Una delle motivazioni per cui abbiamo vinto tanto è perché siamo riusciti, tutti insieme e io per primo, a creare un gruppo nel quale facevano parte persone di grandi qualità tecniche e umane. Quando partecipavamo a competizioni importanti, non avrei mai rinunciato a quelle persone lì, e tu eri una di quelle.  La Coppa del mondo? Non diciamo dove la tengo nascosta… (ride, ndr). Quella lì è stata tanta roba”.

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