Motta, la doppia tentazione per fermare l'Inter: le novità Juve

Il tecnico bianconero studia le mosse per contrastare le geometrie interiste: chi rischia di restare fuori

È una lenta liturgia, come sempre. La composizione delle intuizioni che porta poi alle prime indicazioni di formazione. Una grossa differenza però si staglia all'orizzonte di Thiago Motta, in attesa di domenica soprattutto per testare la testa dei suoi: c'è abbondanza, forse come non ce n'è mai stata. Ce n’è in attacco, ce n’è prevalentemente in mezzo, e presto tornerà a esserci pure in difesa. La notizia che tutti attendevano è rimasta tuttavia ancora nel congelatore: no, Andrea Cambiaso non è rientrato in gruppo. Ieri si è allenato a parte, sempre in campo, però distante dal resto della squadra.

Conta di raggiungerla nei prossimi giorni, dipenderà tutto dalle sensazioni accumulate dagli esercizi e dai relativi feedback, dalle sterzate e da quanto potrà caricare sulla caviglia. Fa meno male. Ma è inutile forzare. Andrea manca dal gruppo da fine gennaio, quando parallelamente si erano ingrossate le voci di mercato: ha scelto lui in primis di mettersi da parte e di pensare solo a recuperare dopo aver giocato più e più volte sul dolore. Ora vede la luce del ritorno. Thiago comunque non si sente in emergenza: Weah sta bene, e Savona - gli acciacchi restano - ha lavorato in gruppo. La sensazione è che possa toccare a loro due sulle rispettive fasce, con Kelly pronto a subentrare, così come accaduto a Como.

Con l'Inter chi resta fuori?

E a proposito di chi rischia di star fuori: Teun Koopmeiners è (di nuovo) tra questi. L'allenatore aveva già spiegato l'importanza di Weston McKennie all'interno dell'undici e l'americano sembra infatti volare verso un'altra gara da titolare; con lo slot sulla trequarti occupato dal texano, per Koop lo spazio si riduce alla mediana, dove resistono due posti per quattro giocatori. Gli partono tutti davanti: Locatelli, per l'equilibrio richiesto dal mister; Douglas Luiz, per quanto mostrato nell'ultimo match e per le ottime condizioni; Khephren Thuram, reduce da tre panchine di fila, ma il più indicato per una partita così delicata come quella dello Stadium.

Ecco, le prime idee del tecnico vanno proprio in quest'ultima direzione: può toccare di nuovo a KT, per una sfida nella sfida con il fratello Marcus (da valutare) e specialmente per dare muscoli a un centrocampo che dovrà necessariamente avere un volto diverso, più tonico almeno, per raggiungere il livello di Barella-Calhanoglu-Mkhitaryan.

 

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Motta e l'intensità Juve

Dove la Juve non può arrivare con l'astuzia, deve farlo allora con l'intensità: è il succo del discorso di Thiago nell'ultima conferenza stampa, e il francese può dargli proprio quella soluzione, l'energia vista solo a tratti nelle ultime partite e a prescindere dalle vittorie.  
Vedremo, insomma. Anche come scioglierà i nodi in attacco, dove Mbangula corre più forte degli altri e magari a farne le spese può essere Nico Gonzalez per la conferma di Yildiz, con Conceiçao pronto invece a ritagliarsi lo spezzone da spacca-partita, elemento che non gli darà grande gioia ma che può farsi certezza preziosa per questa Juventus. Il tema dei cambi resta apertissimo: nelle ultime due partite sono risultati decisivi, e una gara tesa come il derby d’Italia verosimilmente non farà alcuna eccezione. Messaggio destinato in particolare a Dusan Vlahovic: attende un’occasione, chissà che non arrivi proprio domenica.

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È una lenta liturgia, come sempre. La composizione delle intuizioni che porta poi alle prime indicazioni di formazione. Una grossa differenza però si staglia all'orizzonte di Thiago Motta, in attesa di domenica soprattutto per testare la testa dei suoi: c'è abbondanza, forse come non ce n'è mai stata. Ce n’è in attacco, ce n’è prevalentemente in mezzo, e presto tornerà a esserci pure in difesa. La notizia che tutti attendevano è rimasta tuttavia ancora nel congelatore: no, Andrea Cambiaso non è rientrato in gruppo. Ieri si è allenato a parte, sempre in campo, però distante dal resto della squadra.

Conta di raggiungerla nei prossimi giorni, dipenderà tutto dalle sensazioni accumulate dagli esercizi e dai relativi feedback, dalle sterzate e da quanto potrà caricare sulla caviglia. Fa meno male. Ma è inutile forzare. Andrea manca dal gruppo da fine gennaio, quando parallelamente si erano ingrossate le voci di mercato: ha scelto lui in primis di mettersi da parte e di pensare solo a recuperare dopo aver giocato più e più volte sul dolore. Ora vede la luce del ritorno. Thiago comunque non si sente in emergenza: Weah sta bene, e Savona - gli acciacchi restano - ha lavorato in gruppo. La sensazione è che possa toccare a loro due sulle rispettive fasce, con Kelly pronto a subentrare, così come accaduto a Como.

Con l'Inter chi resta fuori?

E a proposito di chi rischia di star fuori: Teun Koopmeiners è (di nuovo) tra questi. L'allenatore aveva già spiegato l'importanza di Weston McKennie all'interno dell'undici e l'americano sembra infatti volare verso un'altra gara da titolare; con lo slot sulla trequarti occupato dal texano, per Koop lo spazio si riduce alla mediana, dove resistono due posti per quattro giocatori. Gli partono tutti davanti: Locatelli, per l'equilibrio richiesto dal mister; Douglas Luiz, per quanto mostrato nell'ultimo match e per le ottime condizioni; Khephren Thuram, reduce da tre panchine di fila, ma il più indicato per una partita così delicata come quella dello Stadium.

Ecco, le prime idee del tecnico vanno proprio in quest'ultima direzione: può toccare di nuovo a KT, per una sfida nella sfida con il fratello Marcus (da valutare) e specialmente per dare muscoli a un centrocampo che dovrà necessariamente avere un volto diverso, più tonico almeno, per raggiungere il livello di Barella-Calhanoglu-Mkhitaryan.

 

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