È lo spauracchio della Juventus. Quasi una bestia nera. Perché ha già segnato in carriera 5 gol ai bianconeri. 4 con la maglia dell'Inter (dove ha giocato per 6 stagioni) e uno esattamente 7 giorni fa all'Allianz Stadium con quella del Psv. Ed è anche l’unico, fra tutti i calciatori protagonisti in campo dell’eurosfida di domani al Philips Stadion di Eindhoven, ad aver alzato al cielo l’agognata Champions League. Accadde nell’agosto del 2020 a Lisbona quando, in prestito al Bayern, sconfisse il Psg di Mbappé nella finale di Lisbona. Ivan Perišić, 36 anni, ha esperienza e classe da vendere. La sua rete del momentaneo pareggio dell’andata a Torino è stata una perla: controllo al volo di destro con finta spiazzante sul malaccorto Kelly e rasoiata di sinistro a trafiggere Di Gregorio sul primo palo.
Idolo della Croazia
Il suo “palmarès” è eloquente. Ha militato in club di 7 nazioni diverse (Croazia, Francia, Belgio, Germania, Italia, Inghilterra, Olanda) collezionando titoli, Coppe e Supercoppe a Dortmund, Milano e Monaco di Baviera. Quattordici anni fa, 22enne talento del Club Brugge, si tolse pure lo sfizio di laurearsi capocannoniere del campionato belga a quota 22 reti, lui che bomber non è bensì una magnifica ala. Per lungo tempo sinistra poi trasformatosi in esterno a tutto campo. L’ambidestrismo naturale, il dribbling spiazzante, il tiro secco e preciso abbinati alla fisicità prorompente (186 centimetri d’altezza per 80 chili) ne hanno fatto anche uno degli idoli assoluti della Nazionale croata con cui ha conquistato l’argento Mondiale a Russia 2018 e il bronzo a Qatar ’22. Più un altro argento nella Nations League ’23 (sconfitta ai rigori, a oltranza, contro la Spagna dopo lo 0-0 alla fine dei supplementari). È al 2° posto assoluto nella graduatoria delle presenze in Nazionale (140, dopo l’ex Pallone d’Oro Modrić) e altrettanto nella classifica cannonieri (33 reti, davanti a lui soltanto il mitico goleador Šuker).