TORINO - Si può fare! Non è chiaro se il tecnico della Juventus possa rientrare tra i cinefili più preparati, ma è probabile che domenica sera - di fronte alla prestazione di Koopmeiners - Thiago si sia sentito un po’ come Gene Wilder in Frankenstein Junior, quando si convince di poter risvegliare una creatura passata ormai a miglior vita. Nelle scorse settimane, grazie allo studio dei dati, abbiamo evidenziato il calo statistico delle prestazioni dell’olandese rispetto alla passata stagione. Dai gol - che continuano a mancare - ai passaggi chiave tentati, fino al numero di recuperi palla medi per partita: il crollo di Koopmeiners in questi primi sei mesi di Juve è stato a 360 gradi. Motta, a sua discolpa, gli ha dato sempre fiducia, provandolo in tutte le zone del campo nella speranza di poterne riaccendere l’estro. Eppure, il Koop visto fin qui non è che una lontana controfigura di quel geniale metronomo messosi in luce con l’Atalanta.
Juve, Koopmeiners è tornato: prestazione super contro l'Inter
A peggiorare la situazione dell’olandese poi la recente - seppur moderata - crescita di Douglas Luiz, che probabilmente avrebbe giocato titolare al suo posto contro i nerazzurri, se solo l’ennesimo infortunio stagionale non lo avesse costretto a dare forfait. Da qui - ironia della sorte - l’ennesima “sliding door” consegnataci da questo sport tanto bello quanto irrazionale: Koop ha scelto la gara più difficile, sentita e decisiva per provare a giustificare i 51 milioni di euro più bonus spesi dalla società per portarlo a Torino. Dopo un quarto d’ora di appannamento più totale, passato a girarsi e rigirarsi su sestesso con un fare confusionario che ha fatto infuriare i tifosi dello Stadium, qualcosa pare scattato nella testa dell’olandese. Da quel momento in poi ha alternato lanci millimetrici a innescare la velocità degli esterni, a tocchi di prima intenzione deliziosi. E poi finte, giocate di suola e galoppate di 40 metri per andare a disinnescare - sempre con successo - le iniziative nerazzurre. Insomma, una prova all’altezza delle sue indiscutibili qualità.