Mentre la Juventus con fare affannoso - seppur indubbiamente efficace - mette di fila la quarta vittoria consecutiva in Serie A, riaccendendo un barlume di speranza nei cuori dei sostenitori più ottimisti che sognano un back-to-back in stile 2015/2016 (lo scudetto della storica rimonta), un interrogativo in particolare continua ad assillare la mente di tifosi e addetti ai lavori: che sta succedendo a Teun Koopmeiners? Sono mesi che cerchiamo tutti di trovare la soluzione di questo tetro e intricato enigma che avrebbe arrecato imbarazzo persino alla straordinaria Agatha Christie.
Ecco perché Thiago Motta non rinuncia a Koopmeiners
Dove sono finiti gli attributi e l’estro di quel geniale metronomo messosi in luce all’Atalanta? Perché, a sei mesi dal suo arrivo a Torino, l’olandese non è ancora riuscito a decidere - o quantomeno indirizzare - una delle tante partite giocate dalla Juventus? Ma soprattutto: perché di fronte al nulla cosmico - o quasi - Thiago continua a credere in lui schierandolo sempre fra i titolari? Risposta: perché nell’idea di calcio di Motta, nessun centrocampista bianconero ha caratteristiche simili a Koop. Un giocatore “speciale”, come più volte definito dal tecnico italo-brasiliano, e dunque, insostituibile. Sarebbe fin troppo facile attribuire a Thiago la responsabilità del mancato exploit dell’olandese, ma la verità è che il tecnico bianconero lo ha provato in tutte le zone del campo. Dalla mediana alla trequarti, con tanto di esperimenti - a gara in corso - come seconda punta prima dell’arrivo di Kolo Muani, senza che però Teun riuscisse a riesumare nemmeno una parvenza della miglior versione di sé.