Massimo Giletti, da tifoso bianconero che idea si è fatto della clamorosa eliminazione della Juventus in Coppa Italia? «Dopo il triennio di Allegri, i tifosi chiedevano a gran voce una Juve che potesse offrire spettacolo, e sono stati accontentati: peccato ci si ritrovi di fronte a un film dell’orrore… Quanto visto contro l’Empoli è inammissibile, ho provato una profonda vergogna. Non si può arrivare a tradire la nostra gente in questo modo. Motta per la prima volta ha chiesto scusa assumendosi le proprie responsabilità, ma è troppo tardi. Nessuno gli ha chiesto di vincere lo scudetto: era chiaro che il suo arrivo rappresentasse l’inizio di un nuovo ciclo. Ma nemmeno che la sua squadra non mostrasse in sette mesi una parvenza di identità…».
C’è da dire che la Juventus era in crisi ben prima dell’arrivo di Motta...
«I problemi sono iniziati nel momento in cui la dirigenza ha perso Marotta e non ha voluto scommettere nuovamente su Conte. Due errori clamorosi. Da lì la Juve si è smarrita, ha cambiato continuamente allenatori, persino quelli che vincevano (vedi Sarri, Pirlo…). Oggi la società non esiste più. Quando siamo usciti ai gironi di Champions contro il Maccabi Haifa, Andrea Agnelli è sceso dalle tribune per parlare con i media. Per metterci la faccia. Contro l’Empoli non l’ha fatto nessuno. Non avrei voluto sentire Giuntoli, ma Ferrero...».