Juventus, quanto costa l'addio di Motta e i quattro nomi per sostituirlo

Se il tecnico non convince ecco il poker all'orizzonte. Intanto conti in attivo

Dopo una prova "vergognosa" come quella con l'Empoli - citando Motta - è inevitabile che la tifoseria si domandi se ha ancora senso continuare con Thiago visto che dopo sette mesi pieni non ha saputo dare un gioco e una identità precisa, anche dal punto di vista mentale, al gruppo messogli a disposizione da Giuntoli che, numeri alla mano, è il secondo del campionato per valore, dietro all'Inter. Ma a prescindere da cosa pensino o sperino i tifosi, cosa farà la Juventus qualora la risposta non dovesse essere soddisfacente e soprattutto convincente dopo le ultime dodici giornate che si devono ancora disputare?

Quanto costa mandare via Motta

Certo, salvo accordi con buonuscite, dire addio con due stagioni d'anticipo al tecnico italo-brasiliano e al suo staff avrebbe un costo vivo di poco inferiore ai 20 milioni. Non poco, certo, ma iniziare una nuova stagione senza essere sicuri di lasciare il timone alla persona giusta significherebbe partire non male, ma di più. Dunque saranno decisive le prossime partite per comprendere come si orienterà la dirigenza bianconera per quanto concerne la panchina della stagione 2025/26.

 

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Chi per l'eventuale dopo Motta?

In caso di fallimento di Motta, al momento, volendo andare sul sicuro, ovvero su un allenatore che conosce il calcio italiano e perché no anche la stessa storia della Juventus direttamente o indirettamente -, nel panorama dei tecnici che hanno questi requisiti spiccano quattro profili. Allenatori che hanno tutte le qualità per reggere il peso di una "maglia" come quella bianconera e hanno dimostrato in passato di sposare con convinzione i progetti in cui i giovani da lanciare sono la pietra angolare del futuro. In ordine sparso ecco i nomi di Gasperini, Mancini, Conte e Tudor. Qualora non dovessero arrivare prestazioni made in Motta sufficientemente forti, ecco che la Juventus potrebbe sondare il terreno per comprendere l'eventuale fattibilità di un nuovo legame.

 

Quattro profili per quattro posizioni differenti, con quella di Tudor e Conte agli antipodi benché entrambi ex juventini. Il croato è al momento in cerca di sistemazione dopo la parentesi alla Lazio e sarebbe il più agevole da portare alla firma, mentre Antonio Conte non solo è tesserato, ma lo è per il Napoli. Dunque qualora dovessero venire meno i presupposti per proseguire sotto il Vesuvio per scudetti sfumati o vedute differenti sul mercato, pare arduo immaginare che De Laurentiis possa lasciarlo libero di andare all'odiata nemica.

 

Ed eccoci all'altra coppia formata da Gasperini e Mancini. Il primo ha annunciato l'intenzione di non prolungare l'attuale contratto con l'Atalanta che scade nel 2026, e magari finirla qui già a fine campionato, dunque con un anno di anticipo, diventando in teoria libero di accasarsi altrove. Il secondo è libero dopo l'addio alla Nazionale dell'Arabia Saudita. Il suo entourage ha già mandato messaggi a diversi club alla ricerca di una guida e ha sempre nutrito simpatia per la Vecchia Signora. Motta ha nelle proprie mani il suo destino, o meglio nei piedi della sua squadra. Che dovrà vincere e convincere anche per lui oltre che per i soldi che porterà il 4° posto con la Champions, obiettivo minimo del club.

 

 

 

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I conti in attivo, si avvicina l’equilibrio

Sì, c’è una Juventus che esulta. Anche se il gol arriva in un giorno non proprio perfetto per festeggiare, visto che segue la storica sconfitta nei quarti di finale rimediata dalla squadra di Thiago Motta all’Allianz contro un Empoli che nella propria vita non si era mai spinto così avanti in Coppa Italia. Ma il fatto, o meglio, il dato, è più che mai significativo oltre che importante per pianificare le prossime stagioni all’insegna della nuova filosofia che vuole abbinare sostenibilità e competitività. Ieri il consiglio d’amministrazione della Juventus ha approvato la relazione finanziaria semestrale consolidata con un dato incoraggiante: attivo per quasi 17 milioni di euro, per la precisione 16,9 milioni a fronte del passivo di 95,1 milioni che aveva caratterizzato i primi sei mesi dell’esercizio precedente. Un risultato clamorosamente positivo determinato dalla politica firmata dalla nuova dirigenza per poter soddisfare le richieste della proprietà, non più intenzionata a ripianare debiti su debiti (la somma degli ultimi tre aumenti di capitale - 2019, 2021, 2023 - è stata pari a 900 milioni). Alla Juventus, ieri, dal punto di vista finanziario, sono tornati i sorrisi grazie a questo risultato positivo ottenuto con una radicale razionalizzazione di costi.

Nel dettaglio

Ma entrando nello specifico, l’aspetto più incisivo che ha contribuito all’abbattimento dei costi si trova alla voce taglio dei salari maggiormente onerosi. Nella fattispecie il direttore tecnico Giuntoli è riuscito a calmierare il peso di questa voce con la cessione di alcune pedine particolarmente pesanti per il loro ingaggio e la pratica di rinnovi con “spalmatura” delle retribuzioni. Va quindi specificato che questa politica di contenimento non ha portato a una depauperamento complessivo della rosa visto che la Juventus - dati transfermarkt alla mano -, vanta la seconda rosa più costosa del campionato per cui se i risultati non arrivano nella misura in cui era lecito attendersi, lo si deve più che altro alla gestione tecnica del gruppo. Ma tornando all’analisi dei conti, emerge un altro dato particolarmente importante non solo per il presente ma anche per il futuro.
Infatti la Juventus vanta un coefficiente in linea con le norme Uefa, quello relativo allo “squad cost ratio” che deve risultare sotto l’80% (riguarda il rapporto tra il costo della rosa della prima squadra tra stipendi, quota ammortamenti e prestiti e i ricavi “normalizzati”). Non soltanto, la proiezione del dato stesso consentirebbe anche di stare sotto la nuova quota del 70% introdotta proprio dall’Uefa per il 2025. Dunque una semestrale che autorizza un futuro tranquillo dal punto di vista dei conti, con un bilancio finale che a giugno, al netto di mirabolanti risultati in campionato e contratti col nuovo sponsor in dirittura d’arrivo, non centrerà il pareggio ma registrerà una perdita contenuta, nemmeno lontana parente dell’ultimo bilancio chiuso con un rosso da 199 milioni di euro

 

 

 

 

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Dopo una prova "vergognosa" come quella con l'Empoli - citando Motta - è inevitabile che la tifoseria si domandi se ha ancora senso continuare con Thiago visto che dopo sette mesi pieni non ha saputo dare un gioco e una identità precisa, anche dal punto di vista mentale, al gruppo messogli a disposizione da Giuntoli che, numeri alla mano, è il secondo del campionato per valore, dietro all'Inter. Ma a prescindere da cosa pensino o sperino i tifosi, cosa farà la Juventus qualora la risposta non dovesse essere soddisfacente e soprattutto convincente dopo le ultime dodici giornate che si devono ancora disputare?

Quanto costa mandare via Motta

Certo, salvo accordi con buonuscite, dire addio con due stagioni d'anticipo al tecnico italo-brasiliano e al suo staff avrebbe un costo vivo di poco inferiore ai 20 milioni. Non poco, certo, ma iniziare una nuova stagione senza essere sicuri di lasciare il timone alla persona giusta significherebbe partire non male, ma di più. Dunque saranno decisive le prossime partite per comprendere come si orienterà la dirigenza bianconera per quanto concerne la panchina della stagione 2025/26.

 

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