Giuntoli e quella frase su Allegri...Motta, il quarto posto può anche non bastare

Presidente, ad, dt e tecnico hanno strigliato i bianconeri alla Continassa. Thiago dovrà dimostrare di avere la squadra in pugno e assicurare reali progressi

TORINO - Nell’aria immobile della Continassa, il giorno dopo, echeggiano parole scandite con fermezza. Parole come “vergogna” e “inaccettabile”. A pronunciarle sono Gianluca Ferrero, Maurizio Scanavino, Cristiano Giuntoli e Thiago Motta. Di fronte a loro, a rapporto, sull’attenti, la Juventus al gran completo. Il giorno dopo è quello che segue l’eliminazione dalla Coppa Italia, anche se ha tutte le sembianze del day after di una cocente uscita dalla Champions League. E questo, più delle stesse parole, più di ogni altro dettaglio, rende l’idea del tonfo epocale di cui si è resa sciagurata protagonista la squadra mercoledì sera, allo Stadium, contro una sorta di (orgogliosissimo) Empoli-bis.

Juve a rapporto: ora almeno la qualificazione in Champions

Le figure apicali della società, che dal loro insediamento di rado e mal volentieri si sono prestate a interventi sulla scorta dei risultati sportivi, hanno lasciato “passà ‘a nuttata”, come si suol dire. Salvo far poi sentire la propria voce, almeno ai giocatori, alla ripresa della preparazione con vista sul posticipo di lunedì contro il Verona. Il primo di dodici passi da non fallire per centrare l’ultimo degli obiettivi minimi rimasti, per certi versi il più importante, come sottolineato (alla presenza di gran parte dello staff, da Pompilio a Stefanelli) durante il discorso di ieri: la qualificazione alla prossima Champions League. Il più importante a livello economico, per certo, ma tutto sommato anche in termini di valore sportivo e di prestigio internazionale del club. Gli oratori hanno invitato a una forte presa di coscienza da parte del gruppo, sulla scorta delle parole di Motta, a caldo, dopo la sanguinosa eliminazione ai rigori della sera prima. E la squadra ha convenuto sul fatto di aver scritto un capitolo inaccettabile nella lunga e gloriosa storia della Juventus.

 

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Juve, cosa succede ora?

Perché la sconfitta rimediata sulla strada che avrebbe potuto condurre il gruppo al primo trofeo del nuovo corso tecnico questo ha rappresentato: una macchia che tutti, dai giocatori ai tifosi, ricorderanno con un brivido lungo la schiena anche tra due o tre lustri. Già, il nuovo corso tecnico. Che cosa succederà ora, dopo una disastrosa settimana segnata dalle eliminazioni dalle coppe per mano di Psv ed Empoli, ovvero due realtà di certo non superiori per qualità alla Juventus? Si tirerà dritto fino a fine stagione, intanto, come ha tenuto a ribadire una volta di più Giuntoli, nel tentativo di compattare l’ambiente e di toccare le corde dell’orgoglio di tutti: "Motta non è in discussione". Cinque parole scandite in maniera chiara e perentoria, al fine di tenere la barra dritta nel momento più delicato della stagione. Cinque parole, per certi versi, però anche inevitabili, come ricorda il precedente di Allegri un anno fa, supportato e confermato fino al burrascoso divorzio in seguito alla vittoria della Coppa Italia.

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Juve, il futuro di Motta è in bilico

Questo non significa che Thiago Motta non sarà il tecnico della Juventus nella prossima stagione, naturalmente. Ma ogni decisione, un passo oltre il burocratese, deve ancora essere presa. Anche, se non soprattutto, sulla scorta dei prossimi dodici passi. Nulla di aritmetico, intanto: il quarto posto non vale la conferma scontata, così come il quinto non significa esonero automatico. Anche se i recenti risultati tra Champions League e Coppa Italia hanno rafforzato i watt dei riflettori che illumineranno l’esito del campionato. Ma ora Motta ha davanti a sé una serie di obiettivi da raggiungere di importanza analoga al piazzamento finale in classifica. Il tecnico dovrà convincere la dirigenza sotto il profilo del gioco, per cui da troppo tempo non si vedono passi avanti, sotto il profilo dell’empatia con l’ambiente, influenzata da una comunicazione che non decolla e da qualche sfumatura di presunzione di troppo, sotto il profilo della presa sullo spogliatoio, alla luce di qualche ondivago mal di pancia affiorato negli ultimi tempi. L’elenco è lungo, il tempo poco. Ma le occasioni non mancheranno, a partire già da lunedì sera di fronte al Verona e al proprio pubblico.

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Giuntoli, un anno fa Allegri e ora Motta: "Il tecnico non è in discussione"

Un giro ai bulloni, e via. Il giorno dopo la clamorosa eliminazione dalla Coppa Italia per mano dell’Empoli, Cristiano Giuntoli ha voluto dare stabilità alla panchina di Thiago Motta. Nessun dirigente aveva preso la parola a caldo, appena incassata una delle sconfitte più cocenti della storia recente della Juventus, così il direttore tecnico si è pronunciato all’indomani dell’amaro stop ai calci di rigore sulla strada di quello che era rimasto l’unico trofeo ancora a portata dei bianconeri. Era, appunto. L’eliminazione dalla Coppa Italia ha fatto seguito, una settimana dopo appena, a quella dalla Champions League, sempre per mano di avversarie sulla carta abbordabili: il Psv prima, l’Empoli poi. Così Giuntoli, ieri, è intervenuto a Sky Sport per provare a smorzare le voci intorno al futuro sempre più in bilico del tecnico bianconero. "Thiago Motta non è in discussione: siamo convinti che il progetto intrapreso in estate sia importante, che stia creando valore e che in futuro ci darà grandi soddisfazioni". Frasi che suonano inevitabili, in questo delicato momento. Quasi di circostanza. Un po’ come quelle pronunciate dallo stesso direttore tecnico, nel pieno delle difficoltà, la scorsa stagione: "Vogliamo proseguire con Allegri e Allegri vuole proseguire con noi: programmeremo il futuro insieme". A quando risalgono? Al 25 febbraio 2024. Ecco.

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Juve, parla Cristiano Giuntoli

Avanti con Motta, insomma, almeno per ora. Nonostante il clamoroso passaggio a vuoto di mercoledì sera, che ha portato a una schietta presa di coscienza ieri mattina alla Continassa. "Ci siamo trovati, dirigenza e allenatore, per parlare alla squadra: siamo tutti convinti di poter e dover fare di più e di centrare l’obiettivo della qualificazione alla prossima Champions League. Le parole di Motta dopo la partita? Siamo assolutamente in linea con quello che ha detto: la prestazione è stata inaccettabile, ne siamo convinti noi, ma ne è convinto anche il gruppo. E con le sue parole non ha voluto additare qualcuno in particolare, bensì riportare tutta la squadra a un maggiore senso di responsabilità".  Un intervento sostanzialmente dovuto, dopo una prestazione difficile da spiegare oltre che da giustificare, di cui il risultato della partita è stata la logica conseguenza. "La prova della squadra è stata quasi inspiegabile, venivamo da quattro vittorie di fila in campionato. Siamo dispiaciuti e anche un po’ arrabbiati. Ma restiamo convinti che il progetto sia corretto: sapevamo fin da principio che avremmo potuto incontrare delle difficoltà, per altro accentuate nel corso della stagione dai tanti infortuni. I colpi di mercato che stanno stentando? Abbiamo cambiato tanto, investendo su profili che in passato hanno fatto grandi cose. Siamo convinti che le faranno anche con la Juventus".

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TORINO - Nell’aria immobile della Continassa, il giorno dopo, echeggiano parole scandite con fermezza. Parole come “vergogna” e “inaccettabile”. A pronunciarle sono Gianluca Ferrero, Maurizio Scanavino, Cristiano Giuntoli e Thiago Motta. Di fronte a loro, a rapporto, sull’attenti, la Juventus al gran completo. Il giorno dopo è quello che segue l’eliminazione dalla Coppa Italia, anche se ha tutte le sembianze del day after di una cocente uscita dalla Champions League. E questo, più delle stesse parole, più di ogni altro dettaglio, rende l’idea del tonfo epocale di cui si è resa sciagurata protagonista la squadra mercoledì sera, allo Stadium, contro una sorta di (orgogliosissimo) Empoli-bis.

Juve a rapporto: ora almeno la qualificazione in Champions

Le figure apicali della società, che dal loro insediamento di rado e mal volentieri si sono prestate a interventi sulla scorta dei risultati sportivi, hanno lasciato “passà ‘a nuttata”, come si suol dire. Salvo far poi sentire la propria voce, almeno ai giocatori, alla ripresa della preparazione con vista sul posticipo di lunedì contro il Verona. Il primo di dodici passi da non fallire per centrare l’ultimo degli obiettivi minimi rimasti, per certi versi il più importante, come sottolineato (alla presenza di gran parte dello staff, da Pompilio a Stefanelli) durante il discorso di ieri: la qualificazione alla prossima Champions League. Il più importante a livello economico, per certo, ma tutto sommato anche in termini di valore sportivo e di prestigio internazionale del club. Gli oratori hanno invitato a una forte presa di coscienza da parte del gruppo, sulla scorta delle parole di Motta, a caldo, dopo la sanguinosa eliminazione ai rigori della sera prima. E la squadra ha convenuto sul fatto di aver scritto un capitolo inaccettabile nella lunga e gloriosa storia della Juventus.

 

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