Kolo Muani, la Juve sulle spalle e la strategia di Giuntoli: il futuro è adesso

Il club bianconero è sempre meno intenzionato a proseguire con Vlahovic e l'impatto dell'attaccante francese apre già nuovi scenari: formule e dettagli

L’accendino. Potrebbe essere questo il nuovo soprannome di Kolo Muani e non per il fatto che sia lungo e sottile. Accendino perché quando decide di agitarsi scatta immediatamente la scintilla. E la fiamma parte anche se sta diluviando... Pure nella serataccia dell’eliminazione dalla Coppa Italia con l’Empoli, tempo da diluvio usando una metafora, il ragazzo ha acceso la Juventus con due colpi da campione assoluto. Il primo dopo appena due minuti di gioco, con un colpo di testa delizioso a fornire un assist perfetto per Nico Gonzalez, solo in area a tu per tu col portiere per sprecare la magia area tirando alto. 

Fuoriclasse assoluto

Il secondo, nel finale di partita, recuperando un pallone con un allungo alla Usain Bolt sulla fascia destra quando per tutti pareva irraggiungibile per saltare l’avversario in velocità dopo aver ricamato il controllo del pallone mentre andava a duemila all’ora per servire un altro assist in mezzo all’area non andato a buon fine perché Vlahovic nel frattempo aveva tagliato sul primo palo. Insomma un fuoriclasse assoluto, capace di inserirsi in un contesto completamente nuovo a stagione in corso con la naturalezza che appartiene, appunto, solo a i grandi. Del resto ha già saputo segnare 5 reti in 637’, risultando comunque e sempre pericoloso e un problema non da poco per la difesa avversaria. Dunque un ingresso da primo della classe, così impattante, da portare Thiago Motta a cercare di utilizzarlo dal primo minuto con Vlahovic, proprio anche per rivitalizzare il serbo. 

 

 

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L'esperimento

L’esperimento contro l’Empoli non ha dato indicazioni per un bis ma c’è da sperare che una sbandata come quella registrata dai bianconeri con i toscani non solo deve rappresentare un unicum, ma è stata talmente eccezionale da non poter essere presa in considerazione per pesare nessuna prestazione singola. Impossibile emergere in una Juventus così annacquata nelle gambe e nella testa, ovvero nella corsa e nelle idee di gioco. Del resto di quella serata infausta bianconera, di scintille, ne restano impresse nella memoria solo tre: le due di Kolo Muani di cui sopra e il gol da cineteca di Thuram dopo un dribbling da circo. Sul fatto che Kolo Muani sia un campione non ha dubbi nemmeno Marcus Thuram, attaccante dell’Inter che in una intervista a Dazn l’altro giorno ha dichiarato: «Randal è un giocatore fortissimo e lo abbiamo visto quando era all’Eintracht Francoforte, al Psg ha avuto qualche difficoltà col mister ma non cambia la qualità del giocatore; anche in Nazionale fa cose bellissime. Quello che sta facendo alla Juve è quello che sa fare». 

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Il futuro

E che con ogni probabilità continuerà a fare con la maglia bianconera anche nella prossima stagione. La strategia del club torinese, intenzionato a non proseguire con Vlahovic visto che con il suo agente non si riesce a trovare una via per mitigare il costo del salario esorbitante con i 12 milioni di euro a stagione, è chiara: trattenere Kolo Muani anche al termine di questo campionato. La formula, in grado di soddisfare il Paris Saint Germain, sarebbe stata già individuata e sarebbe quella dei un ulteriore prestito con obbligo di riscatto per una cifra che si aggirerebbe intorno a poco più di 40 milioni. I rapporti datati e cordiali tra il direttore tecnico juventino Giuntoli e l’omologo del Psg, Campos, rappresentano un fluidificante non secondario e autorizzano un adeguato ottimismo affinché l’operazione possa andare in porto con la dovuta tempistica e quindi permettere alla punta di giocare anche il Mondiale per club negli Stati Uniti.

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L’accendino. Potrebbe essere questo il nuovo soprannome di Kolo Muani e non per il fatto che sia lungo e sottile. Accendino perché quando decide di agitarsi scatta immediatamente la scintilla. E la fiamma parte anche se sta diluviando... Pure nella serataccia dell’eliminazione dalla Coppa Italia con l’Empoli, tempo da diluvio usando una metafora, il ragazzo ha acceso la Juventus con due colpi da campione assoluto. Il primo dopo appena due minuti di gioco, con un colpo di testa delizioso a fornire un assist perfetto per Nico Gonzalez, solo in area a tu per tu col portiere per sprecare la magia area tirando alto. 

Fuoriclasse assoluto

Il secondo, nel finale di partita, recuperando un pallone con un allungo alla Usain Bolt sulla fascia destra quando per tutti pareva irraggiungibile per saltare l’avversario in velocità dopo aver ricamato il controllo del pallone mentre andava a duemila all’ora per servire un altro assist in mezzo all’area non andato a buon fine perché Vlahovic nel frattempo aveva tagliato sul primo palo. Insomma un fuoriclasse assoluto, capace di inserirsi in un contesto completamente nuovo a stagione in corso con la naturalezza che appartiene, appunto, solo a i grandi. Del resto ha già saputo segnare 5 reti in 637’, risultando comunque e sempre pericoloso e un problema non da poco per la difesa avversaria. Dunque un ingresso da primo della classe, così impattante, da portare Thiago Motta a cercare di utilizzarlo dal primo minuto con Vlahovic, proprio anche per rivitalizzare il serbo. 

 

 

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