L’obiettivo diventa obbligo: come può cambiare la classifica della Juve

Tra tanti rimpianti, la squadra di Motta è ancora lì: se vince contro il Verona…

TORINO - Considerati i precedenti e l’andamento della stagione, è evidente come possa risultare perfino stucchevole strolgare sul calendario che attende la Juventus nelle 12 giornate che le mancano da qui a fine campionato. Eh sì, perché ormai è evidente come l’avversaria più pericolosa per la Juventus sia la Juventus stessa. Con le sue imperfezioni, i suoi blackout che oscurano le positività e ne rendono indecifrabili i percorsi. E che, soprattutto, impongono di non ricorrere alla previsione classica che fa riferimento alla difficoltà delle partite in base al valore degli avversari, perché questa Juve si mangia le mani in chiave classifica mica in conseguenza delle sfide contro le grandi, bensì per i mezzi passi falsi contro le medio piccole. I bianconeri che non hanno mai perso contro Inter e Milan (anzi, in una occasione battute entrambe) che hanno sconfitto la Lazio, pareggiato a Bergamo, perso solo a Napoli, hanno però buttato via punti sanguinosi a Lecce, con il Cagliari e il Venezia in casa, in una scialba trasferta a Empoli, contro la Fiorentina a pochi minuti dal termine. Ecco, sarebbe bastato portare a casa tre vittorie ampiamente alla portata per trovasi, questa sera, nell’incredibile possibilità di agganciare il primo posto. E, insomma, decidete voi se questo parli comunque a favore della Juventus o piuttosto a detrimento di un campionato dove tutti vanno piano. Tanto piano. Al punto che, archiviati i rimpianti, stasera la Juventus ha comunque la possibilità di portarsi a sei punti dal primo posto e, soprattutto, di mettere nel mirino la possibilità di agganciare l’Atalanta domenica prossima, quando la squadra di Gasperini sarà di scena a Torino.

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Juve contestata dai tifosi

È comprensibile e perfino logico che questi calcoli non siano sufficienti per lenire le recenti amarezze innescate con l’eliminazione dalla Champions League a Eindhoven, seguiti a stretto giro da quella in Coppa Italia contro i giovani dell’Empoli. La sfida di questa sera contro il Verona, così, costituisce una di quelle opportunità che non si possono fallire. In chiave classifica, come si diceva, ma anche per la necessità di ricucire subito un minimo di rapporto con i tifosi. Almeno parzialmente, visto che la contestazione dei gruppi organizzati è scoccata già ieri sera e che Motta e i suoi giocatori si troveranno inevitabilmente di fronte a un clima tutt’altro che morbido e sereno. Le vittorie sono le medicine migliori, oltre che le uniche, a qualsiasi latitudine e a prescindere da qualsiasi motto sia stampato sul colletto della maglia. L’avversario, peraltro, rievoca dolci ricordi con lo 0-3 dell’andata che sembrava il preludio a una stagione ben più lineare (era successivo all’esordio vittorioso sul Como...) rispetto a quella che si è invece srotolata da lì a poco. Zavorrata, come è stata, da infortuni, incomprensioni, crepe in campo. Nel nuovo anno sono via via evaporati tutti gli obiettivi possibili: dalla Supercoppa a gennaio, alla Champions e alla Coppa Italia in questo febbraio più malmostoso che gonfio di mestizia. Resta, vitale, quel quarto posto che darà accesso alla prossima, di Champions League, e lo snodo di questa sera diventa dunque vitale. Per l’ambiente, ma anche concretamente per la classifica: quella davanti a sé, ma pure per quella dietro. Ci sono da mantenere le distanze sulla Lazio e su quel Bologna che non ha alcuna intenzione di rinunciare al sogno: un quarto posto che fa gola a tanti e che per la Juventus non è una opzione, ma un obbligo.

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TORINO - Considerati i precedenti e l’andamento della stagione, è evidente come possa risultare perfino stucchevole strolgare sul calendario che attende la Juventus nelle 12 giornate che le mancano da qui a fine campionato. Eh sì, perché ormai è evidente come l’avversaria più pericolosa per la Juventus sia la Juventus stessa. Con le sue imperfezioni, i suoi blackout che oscurano le positività e ne rendono indecifrabili i percorsi. E che, soprattutto, impongono di non ricorrere alla previsione classica che fa riferimento alla difficoltà delle partite in base al valore degli avversari, perché questa Juve si mangia le mani in chiave classifica mica in conseguenza delle sfide contro le grandi, bensì per i mezzi passi falsi contro le medio piccole. I bianconeri che non hanno mai perso contro Inter e Milan (anzi, in una occasione battute entrambe) che hanno sconfitto la Lazio, pareggiato a Bergamo, perso solo a Napoli, hanno però buttato via punti sanguinosi a Lecce, con il Cagliari e il Venezia in casa, in una scialba trasferta a Empoli, contro la Fiorentina a pochi minuti dal termine. Ecco, sarebbe bastato portare a casa tre vittorie ampiamente alla portata per trovasi, questa sera, nell’incredibile possibilità di agganciare il primo posto. E, insomma, decidete voi se questo parli comunque a favore della Juventus o piuttosto a detrimento di un campionato dove tutti vanno piano. Tanto piano. Al punto che, archiviati i rimpianti, stasera la Juventus ha comunque la possibilità di portarsi a sei punti dal primo posto e, soprattutto, di mettere nel mirino la possibilità di agganciare l’Atalanta domenica prossima, quando la squadra di Gasperini sarà di scena a Torino.

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