Locatelli, l'allegriano
Tutto chiaro, ma dunque in questa fase Locatelli svetta un poco su tutti gli altri meritandosi, appunto, la fascia. Comprensibile, perché il centrocampista è ormai tra coloro che, nell’attuale rosa, hanno maggior anzianità di servizio in bianconero e, di sicuro, non si possono porre in discussione la sua disponibilità e lo spirito di servizio per la causa. Un aspetto che lo stesso Motta ha sottolineato più volte, in particolare quando Locatelli ha offerto la propria disponibilità a giocare nel ruolo di difensore centrale, in modo da aiutare la squadra a tamponare le assenze. L’atteggiamento è quello stesso che, del resto, ha tenuto l’anno scorso con Allegri, che lo ha piazzato a fulcro basso del centrocampo di una Juventus che, non a caso, è stata in grado di tenere il passo dell’Inter quando lui (e Rabiot, ma è un altro discorso) hanno avuto condizione fisica, in assenza di cambi.
Locatelli, onestà da capitano
E che anche Motta apprezza, appunto, tanto che non si fa certo condizionare dal passato allegriano del capitano e, neppure, considera irrispettoso come Locatelli abbia salutato, con un inequivocabile post su Instagram pieno di afflato, quel Danilo il cui rapporto con il tecnico italo-brasiliano non era propriamente idilliaco (lineare sì, idilliaco no). Un gesto, questo sì e non le legittime curiosità esterne, che insieme a quello di molti altri compagni avrebbe potuto concorrere a minare la serenità del gruppo o, chissà, magari anche quella verso l’allenatore che, invece, ha avuto la lucidità e l’intelligenza di capire come i rapporti (anche umani) tra compagni possano (e debbano) superare anche le decisioni tecniche che sconfinano in quelle di mercato. E, in fondo, un’ulteriore conferma della linearità e dell’onestà intellettuale di Locatelli, degna di una fascia da capitano.