Senza Bremer chi l’avrebbe mai detto? Bunker Juve con il codice Gatti

Miglior difesa in A e in Europa nonostante lo stop del centrale brasiliano. E ora Motta, dopo aver recuperato Kalulu, riavrà presto pure Veiga

Chi l’avrebbe mai detto che a marzo la Juventus avrebbe avuto la miglior difesa della Serie A, nonostante sia stata costretta a giocare 5 mesi senza il suo leader del pacchetto arretrato. Probabilmente neppure il più inguaribile ottimista tra i tifosi, eppure è successo e ciò premia il grande lavoro fatto da tutte le componenti del club. Appena 21 reti incassate in 27 giornate con ben 14 clean sheet messi a referto dal duo di portieri Di Gregorio-Perin. Nessuno in Europa come la Juventus a livello difensivo nei principali campionati. Eppure il grave infortunio occorso a Gleison Bremer a Lipsia a inizio ottobre aveva fatto dubitare a molti dell’affidabilità della retroguardia bianconera senza il califfo brasiliano. In realtà la Vecchia Signora - al netto di un’assenza così rilevante - ha saputo tener botta dietro. E pure molto bene. Merito dell’organizzazione data alla squadra dal tecnico Thiago Motta. Caratteristica che si è ben coniugata al grande possesso di palla perpetrato dai calciatori juventini. Della serie: se la pallone lo controlliamo noi, difficilmente gli avversari potranno attaccarci e quindi farci male.

 

Gatti giganteggia

In questo scenario ha iniziato poi a giganteggiare Federico Gatti. Il numero 4 bianconero si è rivelato un valore aggiunto per la Vecchia Signora. Prestazioni di alto livello che l’hanno reso nell’undici titolare un insostituibile, è proprio il caso di dirlo. Gattone, come è stato ribattezzato affettuosamente sui social il centrale dai tifosi della Juve, è diventato appunto il calciatore più impiegato da Motta in questa stagione. I numeri non mentono mai: già 3106 minuti disputati finora da Federico con la maglia bianconera. Praticamente un higlander nella rosa falcidiata da mille problemi e parecchi infortuni. Con Motta costretto spesso e volentieri a ruotare i giocatori, cambiando sempre l’undici titolare. Tra una mossa e l’altra l’unico elemento a vestire i panni di punto fermo è stato proprio l’ex Frosinone. Non a caso anche gli scout di Luciano Spalletti l’hanno promosso a pieni voti negli ultimi mesi. Un monitoraggio costante verso il quale sono arrivati sempre feedback positivi. Tanto che Gatti si appresta tra dieci giorni a ricevere la chiamata da Coverciano per far parte della Nazionale azzurra, che disputerà i quarti di finale della Nations League contro la Germania. Un tappa importante nella rincorsa a uno dei grandi sogni del centrale di Rivoli. Quello di giocare il Mondiale con la maglia dell’Italia. Opzione che potrebbe diventare realtà tra meno di 18 mesi durante la rassegna iridata tra Canada, Messico e Stati Uniti. Pazzesco solo a pensarci dieci anni fa, quando Federico militava nel Pavarolo in Promozione.

 

 

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100 presenze in bianconero

Una scalata poderosa quanto incredibile quella effettuata da Gatti, che lunedì sera allo Stadium contro il Verona ha tagliato il prestigioso traguardo delle 100 presenze in maglia bianconera. Con annessa celebrazione social da parte del club: “100 games, same passion, same gift”. Parole che ovviamente fanno il paio con quelle esplicitate dal difensore sul proprio profilo Instagram: “100 presenze con questi colori che ormai ho tatuato nel cuore”. Una storia d’amore destinata a proseguire ancora a lungo, visto che i dialoghi per il rinnovo del contratto fino al 2030 procedono positivamente. Intanto col Verona si è rivisto Kalulu e dopo la sosta di metà marzo è previsto pure il rientro di Veiga a dar manforte all’inossidabile Gattone.  

 

 

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Chi l’avrebbe mai detto che a marzo la Juventus avrebbe avuto la miglior difesa della Serie A, nonostante sia stata costretta a giocare 5 mesi senza il suo leader del pacchetto arretrato. Probabilmente neppure il più inguaribile ottimista tra i tifosi, eppure è successo e ciò premia il grande lavoro fatto da tutte le componenti del club. Appena 21 reti incassate in 27 giornate con ben 14 clean sheet messi a referto dal duo di portieri Di Gregorio-Perin. Nessuno in Europa come la Juventus a livello difensivo nei principali campionati. Eppure il grave infortunio occorso a Gleison Bremer a Lipsia a inizio ottobre aveva fatto dubitare a molti dell’affidabilità della retroguardia bianconera senza il califfo brasiliano. In realtà la Vecchia Signora - al netto di un’assenza così rilevante - ha saputo tener botta dietro. E pure molto bene. Merito dell’organizzazione data alla squadra dal tecnico Thiago Motta. Caratteristica che si è ben coniugata al grande possesso di palla perpetrato dai calciatori juventini. Della serie: se la pallone lo controlliamo noi, difficilmente gli avversari potranno attaccarci e quindi farci male.

 

Gatti giganteggia

In questo scenario ha iniziato poi a giganteggiare Federico Gatti. Il numero 4 bianconero si è rivelato un valore aggiunto per la Vecchia Signora. Prestazioni di alto livello che l’hanno reso nell’undici titolare un insostituibile, è proprio il caso di dirlo. Gattone, come è stato ribattezzato affettuosamente sui social il centrale dai tifosi della Juve, è diventato appunto il calciatore più impiegato da Motta in questa stagione. I numeri non mentono mai: già 3106 minuti disputati finora da Federico con la maglia bianconera. Praticamente un higlander nella rosa falcidiata da mille problemi e parecchi infortuni. Con Motta costretto spesso e volentieri a ruotare i giocatori, cambiando sempre l’undici titolare. Tra una mossa e l’altra l’unico elemento a vestire i panni di punto fermo è stato proprio l’ex Frosinone. Non a caso anche gli scout di Luciano Spalletti l’hanno promosso a pieni voti negli ultimi mesi. Un monitoraggio costante verso il quale sono arrivati sempre feedback positivi. Tanto che Gatti si appresta tra dieci giorni a ricevere la chiamata da Coverciano per far parte della Nazionale azzurra, che disputerà i quarti di finale della Nations League contro la Germania. Un tappa importante nella rincorsa a uno dei grandi sogni del centrale di Rivoli. Quello di giocare il Mondiale con la maglia dell’Italia. Opzione che potrebbe diventare realtà tra meno di 18 mesi durante la rassegna iridata tra Canada, Messico e Stati Uniti. Pazzesco solo a pensarci dieci anni fa, quando Federico militava nel Pavarolo in Promozione.

 

 

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