Shock e vergogna, retroscena Juve: la reazione ai tonfi di Champions e Coppa Italia

La squadra di Motta tiene i piedi per terra, l’Empoli pesa ancora. Domenica l’asticella si alza: arriva l’Atalanta

TORINO - In un campionato che non sembra avere un padrone, le mani sullo scudetto possono metterle in tanti, classifica alla mano: l’importante è non farsi abbagliare, per non rischiare poi di finire risucchiati da chi insegue. La Juventus è una squadra sì giovane e inesperta - un concetto che Thiago Motta ha ripetuto allo sfinimento da inizio annata - ma è consapevole di quanto sia molto semplice risalire dalle stalle alle stelle per poi, in un battito di ciglia, ritrovarsi nuovamente a terra, a dover ricominciare tutto da capo. Adesso si va all in sul campionato, senza ulteriori distrazioni, ma i capitomboli in serie tra Champions League prima e Coppa Italia dopo non hanno solo fatto male: hanno lasciato delle cicatrici che i calciatori sanno di avere e che guardano prima di ogni partita. Per cui, all’interno dello spogliatoio juventino, i voli pindarici sono banditi per ferma convinzione del gruppo squadra: questo non significa crederci fino in fondo, nemmeno troppo velatamente, almeno fino a quando l’aritmetica permetterà di alimentare la speranza.

Juve, niente voli pindarici

Il -6 dal primo posto rischia di rappresentare un’illusione collettiva, una sorta di trappola in cui i giocatori juventini non intendono cascare e non vogliono nemmeno correre il rischio. C’è comunque della verità nelle dichiarazioni che sembrano di circostanza e ciclostilate, ma che in realtà attestano vuole trasmettere all’esterno e che sente dall’interno: l’intenzione di approcciare davvero a una partita alla volta, senza alzare lo sguardo per puntare troppo in là, con il rischio di lasciarsi prendere dalle vertigini e ben sapendo quanto la caduta possa fare male. Si potrebbe citare lo scrittore Mauro Corona quando invita a non guardare la cima di una montagna prima di cominciare la scalata: “Non devi mai guardare la cima ma il metro di terreno che ti sta davanti al naso. Superato quello ne arriva un altro, e un altro ancora. Avanti così, senza alzare gli occhi, finché ti ritrovi a calpestare aria. Lì è la cima”.

 

 

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Juve, bandita la parola "scudetto"

La parola scudetto è bandita e non è soltanto una questione di scaramanzia: c’è la consapevolezza che chi sta davanti abbia un vantaggio - per quanto si sia ridotto nelle ultime settimane - tale da rendere molto complicati i tentativi di rimonta di chi deve rincorrere, trattandosi per di più di squadre - Inter e Napoli in primis, ma pure l’Atalanta - che hanno dimostrato di avere forza e profondità per tornare a correre. Se poi, con poche giornate dalla fine, la classifica dirà che ci sarà ancora margine sufficiente per crederci, allora anche la prospettiva dello spogliatoio potrà cambiare: certo, avere ben chiaro un obiettivo, che non sia soltanto blindare il quarto posto per competere in Champions League anche nella prossima stagione, aiuta a tenere alta la giusta e sana tensione all’interno del gruppo bianconero. Gruppo che si è compattato dopo la nottataccia dello Stadium con l’Empoli, quando era stato lo stesso Motta a parlare di “vergogna”: in tal senso, la serata di ritiro pre partita alla vigilia della sfi da con il Verona ha aiutato la squadra a costruire il giusto clima. E i risultati si sono visti in campo, dall’approccio alla gestione dell’intensità per l’intero arco della sfida, senza pericolosi blackout. L’asticella si alzerà vertiginosamente domenica, quando allo Stadium si presenterà l’Atalanta: il gruppo sa che non bisogna lasciarsi ingannare da due zero a zero di fila per credere che con la formazione di Gasperini si possa abbassare il livello di intensità e tensione.

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Processo plusvalenze, la difesa chiede nullo il rinvio a giudizio

Difesa all’attacco. Nell’udienza di ieri mattina a Roma del processo contro la Juventus e gli ex dirigenti (tra cui l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vice Pavel Nedved, l’ex ad Maurizio Arrivabene e l’ex responsabile dell’area sportiva Fabio Paratici) sul caso plusvalenze e manovre stipendi, i legali Sangiorgio, Bellacosa e Apa hanno presentato davanti al Gup Anna Maria Gavoni un’istanza che chiede l’annullamento del rinvio a giudizio. Il motivo sta nei due vizi formali riscontrati dal pool difensivo: il primo riguarda il sequestro del materiale informatico avvenuto durante le perquisizioni del 2021 e la seconda per la mancata selezione del materiale pertinente al caso che ha leso i diritti della difesa ma anche i diritti personali degli imputati, visto che nel materiale sequestrato, tuttora a disposizione delle parti, tra cui le 221 parti civili ammesse dal Gup) ci sarebbero anche foto personali e cartelle cliniche. Il Gup Gavoni scioglierà la riserva nella prossima udienza, fissata per martedì 15 aprile. Il club bianconero così come gli ex dirigenti sono accusati di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza, false fatturazioni per generare plusvalenze  ttizie e interventi irregolari sugli stipendi dei calciatori nel corso della pandemia Covid.

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TORINO - In un campionato che non sembra avere un padrone, le mani sullo scudetto possono metterle in tanti, classifica alla mano: l’importante è non farsi abbagliare, per non rischiare poi di finire risucchiati da chi insegue. La Juventus è una squadra sì giovane e inesperta - un concetto che Thiago Motta ha ripetuto allo sfinimento da inizio annata - ma è consapevole di quanto sia molto semplice risalire dalle stalle alle stelle per poi, in un battito di ciglia, ritrovarsi nuovamente a terra, a dover ricominciare tutto da capo. Adesso si va all in sul campionato, senza ulteriori distrazioni, ma i capitomboli in serie tra Champions League prima e Coppa Italia dopo non hanno solo fatto male: hanno lasciato delle cicatrici che i calciatori sanno di avere e che guardano prima di ogni partita. Per cui, all’interno dello spogliatoio juventino, i voli pindarici sono banditi per ferma convinzione del gruppo squadra: questo non significa crederci fino in fondo, nemmeno troppo velatamente, almeno fino a quando l’aritmetica permetterà di alimentare la speranza.

Juve, niente voli pindarici

Il -6 dal primo posto rischia di rappresentare un’illusione collettiva, una sorta di trappola in cui i giocatori juventini non intendono cascare e non vogliono nemmeno correre il rischio. C’è comunque della verità nelle dichiarazioni che sembrano di circostanza e ciclostilate, ma che in realtà attestano vuole trasmettere all’esterno e che sente dall’interno: l’intenzione di approcciare davvero a una partita alla volta, senza alzare lo sguardo per puntare troppo in là, con il rischio di lasciarsi prendere dalle vertigini e ben sapendo quanto la caduta possa fare male. Si potrebbe citare lo scrittore Mauro Corona quando invita a non guardare la cima di una montagna prima di cominciare la scalata: “Non devi mai guardare la cima ma il metro di terreno che ti sta davanti al naso. Superato quello ne arriva un altro, e un altro ancora. Avanti così, senza alzare gli occhi, finché ti ritrovi a calpestare aria. Lì è la cima”.

 

 

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