TORINO - Non si tratta di una questione di pesi e misure differenti, bensì di protocollo: che c’è, quantomeno ci sarebbe, univoco e non interpretabile, almeno in teoria. Eppure sui rigori, in particolare sui falli di mano (o braccio che dir si voglia), ne abbiamo viste di tutti i colori e il contrario, senza di fatto riuscire a comprenderne le differenze specifiche, caso per caso. Abbiamo per esempio scoperto che la deviazione con il braccio di Dumfries sul tiro di Spinazzola in Napoli-Inter non è punibile con il penalty perché il gomito sinistro del difensore, pur essendo largo, resta “all’interno della figura”, quindi se non ci fosse stato il braccio il pallone sarebbe comunque finito addosso a Dumfries. Decisione corretta, quindi: nulla da eccepire, se non fosse che quante altre volte, in casi assimilabili, il rigore è invece stato fischiato? Di certo non è il Var, inteso come strumento in sé, a creare confusione, quanto piuttosto l’interpretazione dei singoli episodi e l’utilizzo a singhiozzo, che pure dovrebbe essere chiaro, da protocollo. In teoria. E così ci si può trovare per finire avviluppati nel tornado della polemica per episodi di lettura molto semplice, come il presunto fallo di mano di Gatti in Como-Juventus: il pallone che rimbalza sulla mano del difensore juventino appoggiata sul braccio dell’avversario. Episodio definito addirittura controverso, tanto da far urlare allo scandalo chi crede di aver subito un torto (Fabregas nello specifico) e da far sbottare Gatti che, comprensibilmente, dice “allora smetto di giocare a calcio se fischiano un rigore così”.
Juve, quanti errori arbitrali a sfavore: tocca farsi sentire
Se riesce a dividere un episodio solare come quello di Como, figuriamoci quello che è successo nel finale di Juventus-Verona: nemmeno gli addetti ai lavori sono riusciti a stabilire con certezza se il braccio palesemente largo di Ghilardi fosse sanzionabile o no con il calcio di rigore, perché il tiro di Locatelli viene respinto, secondo chi ha deciso riguardando le immagini al Var, con l’ascella, dunque con una parte non punibile. Altrimenti non esiste un’altra spiegazione e pure questa rimane quantomeno dubbia: in un’altra situazione, in un’altra partita, la stessa dinamica sarebbe stata valutata così, con lo stesso metro? Le perplessità, nello specifico, sono state poi spazzate via dal risultato finale, favorevole alla Juventus: ma se l’esito fosse stato diverso, cosa sarebbe successo? Quali polemiche si sarebbero innestate? Senza dimenticare l’annullamento del gol di Suslov: che il guardalinee debba aspettare la fine dell’azione per sbandierare è una norma buona e giusta, ma che non alzi la bandierina con Faraoni in offside di due metri è un fatto dovuto anche alla sudditanza, sempre più evidente, che gli ufficiali in campo hanno nei confronti del Var. Si aspetta, insomma, l’intervento da Lissone, con il rischio di sbagliare due volte.