Motta, Gasperini e il futuro delle panchine di Juve e Atalanta: altro che 3 punti

Per i bianconeri c’è la possibilità dell’aggancio al terzo posto: nelle ultime quattro sfide, Thiago ha vinto tre volte e pareggiato una

Non sappiamo se Thiago Motta e Gian Piero Gasperini abbiano mai letto qualche testo di Milan (no, la squadra non c’entra) Kundera, ma siamo discretamente sicuri che si sarebbero trovati d’accordo con questa sua convinzione: “Quando si tratta dell’educazione dei giovani il compromesso è un delitto. Non si possono lasciare nelle scuole insegnanti dalle idee superate: il futuro sarà nuovo o non sarà. E non ci si può fi dare di quei professori che cambiano idea da un giorno all’altro: il futuro sarà puro o sarà ignominioso”. Ecco, se al soggetto professore sostituite quello di allenatore, ecco che in quelle frasi dello scrittore cecoslovacco troverete liofi lizzata la filosofia dei due protagonisti sulle panchine dei Juventus e Atalanta.

Motta su Gasperini

Se poi, ancora, pensate che la riflessione è tratta da un romanzo dal titolo “La vita è altrove”, ecco che si attaglia ancor più perfettamente soprattutto a Gasperini che ha annunciato senza possibilità di infingimenti l’addio da Bergamo al termine di questa stagione. Con la sua ombra professionale che si staglia, così, anche sul futuro professionale dello stesso Thiago Motta nel caso in cui si dovesse consumare un divorzio dalla Juventus a fine stagione. Scenari, mentre invece “l’altrove” immediato è invece molto defi nito e riconoscibile: si trova sulle panchine dell’Allianz Stadium si srotolerà domenica sera. Con implicazioni future assai pesanti per entrambi i tecnici ma, forse, ancora di più per Motta che non ha mai nascosto la stima nei confronti del Gasp: «Sicuramente c’è qualcosa di Gasperini nel mio Bologna - spiegò la scorsa stagione - anche perché con lui ho visto tante cose belle, nel modo di lavorare, negli allenamenti e nel quotidiano. Per la costanza che ha lui con l’Atalanta c’è solo ammirazione, mi porto dietro tante cose che ho imparato con lui».

 

 

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Motta vs Gasperini: i numeri

Concetti ribaditi alla viglia della sfi da di andata con la Juventus, quella finita in parità al Gewiss Stadium: «Ricordo un allenatore molto esigente, che voleva andare sempre in attacco, voleva vedere squadre che giocavano bene ed è così ancora oggi. L’Atalanta è una squadra che attacca con tanti uomini, cambiano qualcosa con i tre attaccanti, ma dipende anche dall’avversaria. Gasperini è uno dei grandi allenatori del nostro campionato». E, insomma, il fatto che nelle ultime quattro partite sia riuscito a batterlo ben tre volte, pareggiando una sola, vuol dire che la lezione è stata assimilata proprio bene. Numeri. Perché poi conta “l’altrove” e non il passato, e questo che sta arrivando pesa triplo nel destino professionale, immediato e non solo di Thiago Motta. Intanto c’è la questione per nulla prosaica della classifica: solo tre punti separano la Juve dall’Atalanta terza in classifi ca e in caso di vittoria, i bianconeri potrebbero agganciare i bergamaschi appaiandoli al terzo posto. Ma, soprattutto, mantenendo la distanza dalle due lepri Napoli e Inter anche in caso in cui vincano entrambe. Per i pessimisti, o semplice

mente i cauti, la vittoria consentirebbe anche di mantenere le distanze sulle inseguitrici a caccia del quarto posto, dalla Lazio in giù.

 

 

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Obiettivo quarto posto

E il quarto posto è la linea del Piave per gli obiettivi che il club ha delegato a Motta che, con una vittoria, otterrebbe un doppio risultato: un passo avanti verso il mantenimento della fiducia e, soprattutto, dimostrare di saper tenere testa a uno degli allenatori i cui nomi (nei giorni di gossip post crisi-Empoli) hanno cominciato a volare in cerchi concentrici sulla panchina bianconera. E poi...E poi una vittoria potrebbe davvero infi erire un colpo non banale alle convinzioni di un gruppo, quello bergamasco, che sa già di dover metabolizzare l’addio dell’allenatore: situazioni “di contrabbando” al confine tra fi ducia nell’impresa e rassegnazione da fi ne ciclo. Quello che Motta, invece, è convinto di aver appena avviato senza desiderare nessun “altrove”.

 

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Non sappiamo se Thiago Motta e Gian Piero Gasperini abbiano mai letto qualche testo di Milan (no, la squadra non c’entra) Kundera, ma siamo discretamente sicuri che si sarebbero trovati d’accordo con questa sua convinzione: “Quando si tratta dell’educazione dei giovani il compromesso è un delitto. Non si possono lasciare nelle scuole insegnanti dalle idee superate: il futuro sarà nuovo o non sarà. E non ci si può fi dare di quei professori che cambiano idea da un giorno all’altro: il futuro sarà puro o sarà ignominioso”. Ecco, se al soggetto professore sostituite quello di allenatore, ecco che in quelle frasi dello scrittore cecoslovacco troverete liofi lizzata la filosofia dei due protagonisti sulle panchine dei Juventus e Atalanta.

Motta su Gasperini

Se poi, ancora, pensate che la riflessione è tratta da un romanzo dal titolo “La vita è altrove”, ecco che si attaglia ancor più perfettamente soprattutto a Gasperini che ha annunciato senza possibilità di infingimenti l’addio da Bergamo al termine di questa stagione. Con la sua ombra professionale che si staglia, così, anche sul futuro professionale dello stesso Thiago Motta nel caso in cui si dovesse consumare un divorzio dalla Juventus a fine stagione. Scenari, mentre invece “l’altrove” immediato è invece molto defi nito e riconoscibile: si trova sulle panchine dell’Allianz Stadium si srotolerà domenica sera. Con implicazioni future assai pesanti per entrambi i tecnici ma, forse, ancora di più per Motta che non ha mai nascosto la stima nei confronti del Gasp: «Sicuramente c’è qualcosa di Gasperini nel mio Bologna - spiegò la scorsa stagione - anche perché con lui ho visto tante cose belle, nel modo di lavorare, negli allenamenti e nel quotidiano. Per la costanza che ha lui con l’Atalanta c’è solo ammirazione, mi porto dietro tante cose che ho imparato con lui».

 

 

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