Non sappiamo se Thiago Motta e Gian Piero Gasperini abbiano mai letto qualche testo di Milan (no, la squadra non c’entra) Kundera, ma siamo discretamente sicuri che si sarebbero trovati d’accordo con questa sua convinzione: “Quando si tratta dell’educazione dei giovani il compromesso è un delitto. Non si possono lasciare nelle scuole insegnanti dalle idee superate: il futuro sarà nuovo o non sarà. E non ci si può fi dare di quei professori che cambiano idea da un giorno all’altro: il futuro sarà puro o sarà ignominioso”. Ecco, se al soggetto professore sostituite quello di allenatore, ecco che in quelle frasi dello scrittore cecoslovacco troverete liofi lizzata la filosofia dei due protagonisti sulle panchine dei Juventus e Atalanta.
Motta su Gasperini
Se poi, ancora, pensate che la riflessione è tratta da un romanzo dal titolo “La vita è altrove”, ecco che si attaglia ancor più perfettamente soprattutto a Gasperini che ha annunciato senza possibilità di infingimenti l’addio da Bergamo al termine di questa stagione. Con la sua ombra professionale che si staglia, così, anche sul futuro professionale dello stesso Thiago Motta nel caso in cui si dovesse consumare un divorzio dalla Juventus a fine stagione. Scenari, mentre invece “l’altrove” immediato è invece molto defi nito e riconoscibile: si trova sulle panchine dell’Allianz Stadium si srotolerà domenica sera. Con implicazioni future assai pesanti per entrambi i tecnici ma, forse, ancora di più per Motta che non ha mai nascosto la stima nei confronti del Gasp: «Sicuramente c’è qualcosa di Gasperini nel mio Bologna - spiegò la scorsa stagione - anche perché con lui ho visto tante cose belle, nel modo di lavorare, negli allenamenti e nel quotidiano. Per la costanza che ha lui con l’Atalanta c’è solo ammirazione, mi porto dietro tante cose che ho imparato con lui».