Weah, la vittoria è servita: così il nuovo ruolo ha riacceso la Juve

Cosa è cambiato da quando Thiago Motta lo ha arretrato in difesa

TORINO - Terzino che spinge non si cambia. E come biasimare Thiago di fronte alla continuità di rendimento a cui Weah ci ha abituati da un mese e mezzo a questa parte… L’americano, tra le frecce più pericolose e risolutive dell’arsenale della Juventus, - con 6 gol e 5 assist fra tutte le competizioni è tuttora il secondo giocatore più prolifico dei bianconeri dopo Vlahovic - si è trovato a dover indossare la pettorina da “jolly”, con Thiago che, per via dell’emergenza infortuni, ha scelto di arretrarlo in basso a destra. Un esperimento posto in essere - seppur con il contagocce - già nella passata stagione da Max Allegri, e portato a termine alla grande dal tecnico italo-brasiliano. Del resto, le sorprese più belle si palesano sempre nelle situazioni di emergenza più totale.

Weah come... Calhanoglu

Basti pensare all’exploit di Calhanoglu in nerazzurro di due anni fa, reinventato play da Inzaghi per sopperire all’infortunio di Brozovic. Dopo il primo test nella deludente gara persa dalla Juventus contro il Benfica, Motta ha riproposto Weah come terzino destro anche in campionato e da quel momento non ci ha mai più rinunciato. E non è un dato da poco: Thiago da inizio stagione ha ridisegnato più volte il volto della Juventus, ruotando a turno ogni singolo interprete della rosa, senza consegnare all’immaginario collettivo uno zoccolo duro di 7/8 titolari da cui ripartire di domenica in domenica. Weah, ormai, per il tecnico è a tutti gli effetti uno dei pochi “insostituibili”, come certificano le cinque gare consecutive da titolare in campionato, condite da altrettante vittorie contro Empoli, Como, Inter, Cagliari e Verona, peraltro con sole due reti al passivo. Insomma, con Weah dietro la difesa della Juve ha davvero cambiato pelle.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Weah più efficace di Savona: numeri a confronto

Interessante in questo senso il confronto fra il rendimento dell’americano e quello di Savona, fin qui di gran lunga il più utilizzato da Motta in difesa come quarto di destra. Rispetto all’azzurro, Weah da terzino offre molte più soluzioni offensive, come certificano i dati relativi ai dribbling riusciti per partita (1.79 contro 0.57 di Savona) e ai tiri verso la porta (13 a 6 per l’ex Lille). Rispetto a Savona, infatti, Weah è solito sovrapporsi con l’esterno destro di turno, per poi convergere verso l’area di rigore e concludere a rete. Non solo, l’emericano vince il confronto con Savona anche sul fronte dei tackles (75 a 55) e su quello dei palloni persi (23 a 33); mentre l’azzurro ha dimostrato una maggiore predilezione per i cross. In sostanza, rispetto al compagno approdato in bianonero dalla Next Gen, Weah è più deciso, affidabile ma soprattutto pericoloso in fase di possesso. Sia chiaro però: il fatto che Savona ora - almeno sulla carta - abbia perso il posto non coincide per nulla con una bocciatura da parte del tecnico. Il classe 2003 ha alternato buone prestazioni ad altre un po’ più incerte, ma è più che normale visto il suo curriculum: con una sola stagione di C alle spalle, nessuno si aspettava da lui un rendimento "alla Dani Alves”. A questo va aggiunto poi che Savona è sempre sceso in campo con applicazione e sacrificio, stringendo i denti quando i fastidi della sua pubalgia gli suggerivano di fermarsi. Thiago ha sempre apprezzato la fedeltà del terzino azzurro, e non è da escludere che - come nella gara vinta contro l’Inter - torni a riproporlo a sinistra in determinate partite per far rifiatare Cambiaso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - Terzino che spinge non si cambia. E come biasimare Thiago di fronte alla continuità di rendimento a cui Weah ci ha abituati da un mese e mezzo a questa parte… L’americano, tra le frecce più pericolose e risolutive dell’arsenale della Juventus, - con 6 gol e 5 assist fra tutte le competizioni è tuttora il secondo giocatore più prolifico dei bianconeri dopo Vlahovic - si è trovato a dover indossare la pettorina da “jolly”, con Thiago che, per via dell’emergenza infortuni, ha scelto di arretrarlo in basso a destra. Un esperimento posto in essere - seppur con il contagocce - già nella passata stagione da Max Allegri, e portato a termine alla grande dal tecnico italo-brasiliano. Del resto, le sorprese più belle si palesano sempre nelle situazioni di emergenza più totale.

Weah come... Calhanoglu

Basti pensare all’exploit di Calhanoglu in nerazzurro di due anni fa, reinventato play da Inzaghi per sopperire all’infortunio di Brozovic. Dopo il primo test nella deludente gara persa dalla Juventus contro il Benfica, Motta ha riproposto Weah come terzino destro anche in campionato e da quel momento non ci ha mai più rinunciato. E non è un dato da poco: Thiago da inizio stagione ha ridisegnato più volte il volto della Juventus, ruotando a turno ogni singolo interprete della rosa, senza consegnare all’immaginario collettivo uno zoccolo duro di 7/8 titolari da cui ripartire di domenica in domenica. Weah, ormai, per il tecnico è a tutti gli effetti uno dei pochi “insostituibili”, come certificano le cinque gare consecutive da titolare in campionato, condite da altrettante vittorie contro Empoli, Como, Inter, Cagliari e Verona, peraltro con sole due reti al passivo. Insomma, con Weah dietro la difesa della Juve ha davvero cambiato pelle.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Weah, la vittoria è servita: così il nuovo ruolo ha riacceso la Juve
2
Weah più efficace di Savona: numeri a confronto