Padovano netto: "Vlahovic non è da Juve! Kolo ideale e mi piace anche..."

L'ex attaccante bianconero ha parlato del centravanti serbo e ha ripercorso i ricordi alla Vecchia Signora tra grandi successi, segreti e qualche rimpianto

Michele Padovano, storico ex attaccante della Juventus degli anni '90, ha parlato a Le Maioliche. Nell'intervista il classe 1966 ha dato un giudizio sul reparto offesivo della Juventus, concentrandosi in particolare sulla stagione ed il rendimento di Dusan Vlahovic: "Vlahovic ha dimostrato di non essere da Juventus, sbaglia troppi gol per essere da Juve. Comunque dove andrà in futuro farà bene perché è un buon giocatore, ma non un top. Mi piace molto Jonathan David, mentre Kolo Muani è ideale per il gioco di Thiago Motta".

Padovano e i ricordi Juve

Padovano ha poi parlato della sua esperienza con la Vecchia Signora direttamente ai canali ufficiali del club: "La Juve è la Juve: ti accorgi di che società sia quando te ne vai". Parole d'amore nei confronti del club che lo ha portato sul tetto del mondo. L'ex attaccante ha ripercorso i momenti belli e anche tristi della sua vita in bianconero in una lunga intervista. Dalla Coppa Campioni vinta nel 1996 ai segreti del mondo bianconero, fino all'infortunio in Nazionale. 

Padovano ha poi ricordato l'indimenticabile vittoria della Coppa Campioni in finale contro l'Ajax, raggiunta grazie anche a un suo rigore calciato nella lotteria finale, dopo l'1-1 dopo 120 minuti: "Quel rigore a Roma, quella notte, sono ricordi meravigliosi e indelebili che saranno per sempre con me nella mia vita e che accompagnano anche la mia famiglia: abbiamo vissuto dei momenti eccezionali. Sono contento perché è stata una gioia condivisa con i tifosi: noi in campo, loro sugli spalti perché conquistare quella Coppa dei Campioni era una cosa importante per tutti. Una gioia diversa: la mia speranza è che la Juventus torni a riuscirci anche in futuro".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

"Unica al mondo": la Juve spiegata da Padovano

L'ex attaccante italiano ha raccontato poi cosa vuol dire giocare per la Vecchia Signora: "L’organizzazione che ha la Juventus è qualcosa di incredibile, sotto tutti i punti di vista: quando sono arrivato mi sono subito accorto che i giocatori facevano la gara in allenamento, ogni giorno. Ci si allenava andando oltre, per migliorarsi di continuo: io l’ho imparato a 29 anni e grazie a questo mi sono tolto grandi soddisfazioni. Per questo e per tanti altri aspetti, la Juventus è un club unico al mondo. A livello professionale, la conquista della Coppa Campioni è stata la vittoria che non dimenticherò mai della mia carriera - anche perché è stata condita da diversi gol e buone prestazioni da parte mia nelle sfide europee. Insieme a uno straordinario gruppo di compagni, facemmo un biennio meraviglioso: prima vincendo il campionato, poi andandoci a prendere la coppa. Se penso alle mie reti con la Juventus, ne ho realizzate diverse anche in campionato - ricordo quella alla Roma o la doppietta contro la Lazio. Merito, come ho già sottolineato in precedenza, anche del grande supporto che ho ricevuto da parte dei miei compagni e della società. Se non vieni aiutato nell’inserimento, diventa tutto più complicato: sono riuscito a dare il massimo perché c’era un grande contributo sia da parte dei compagni che della società" - ha spiegato Padovano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L'infortunio in Nazionale

Tante gioie, ma anche dolori, come l'infortunio subito in Nazionale che ha sancito definitivamente la fine della sua avventura alla Juve: "Ricordo le sfide contro il Milan, che era la squadra con cui battagliavamo di più in quegli anni: tutti quelli che ci incontravano avevano grande paura di noi; in effetti eravamo molto forti [ride, ndr]. L’infortunio in Nazionale nel 1997 resta il mio cruccio: quello era un periodo in cui stavo bene, giocavo titolare nella Juventus ed ero entrato a far parte anche del giro dei giocatori che potevano essere convocati dall’Italia. Il ct Maldini aveva grande attenzione nei miei riguardi, tant’è che avrei dovuto giocare titolare in Polonia se non mi fossi fatto male in allenamento: nella vita le cose vanno come devono andare, purtroppo. Ho avuto le mie belle soddisfazioni e non posso lamentarmi. Certo, se non mi fossi fatto male sono certo che le cose sarebbero andate in maniera diversa…"

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La vicenda giudiziaria e il ricordo di Vialli

"Fortunatamente ho risolto una vicenda molto triste, che per 17 anni mi ha portato a difendermi e a lottare: ora me la sono lasciata alle spalle. Amo il calcio, mi piace questo mondo, vedo 3-4 partite al giorno…" - ha ricordato Padovano. Grande lotta anche nei momenti tristi della vita, come questa vicenda giudiziaria nell'ambito di un'inchiesta della procura di Torino circa un traffico di hashish, che lo ha assolto totalmente nel 2023. Poi è arrivato anche un altro momento doloroso, il ricordo di un compagno di squadra speciale: "Gianluca Vialli era speciale, non solo a detta mia ma di tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di giocare con lui: avevo un rapporto particolare con lui, la scelta di andare a giocare in Inghilterra ad esempio fu dettata anche dal fatto che lui era lì. Ero certo che mi avrebbe aiutato nell’inserimento e così è stato: un ragazzo solare, intelligente, avevamo grande affinità caratteriale, abitavamo a Londra a poche centinaia di metri di distanza. È una persona che manca molto, anche se mi piace pensare che gli uomini come lui non moriranno mai davvero perché sono quelle icone che lasciano il segno - per quel che mi riguarda, un segno molto forte".

 

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Michele Padovano, storico ex attaccante della Juventus degli anni '90, ha parlato a Le Maioliche. Nell'intervista il classe 1966 ha dato un giudizio sul reparto offesivo della Juventus, concentrandosi in particolare sulla stagione ed il rendimento di Dusan Vlahovic: "Vlahovic ha dimostrato di non essere da Juventus, sbaglia troppi gol per essere da Juve. Comunque dove andrà in futuro farà bene perché è un buon giocatore, ma non un top. Mi piace molto Jonathan David, mentre Kolo Muani è ideale per il gioco di Thiago Motta".

Padovano e i ricordi Juve

Padovano ha poi parlato della sua esperienza con la Vecchia Signora direttamente ai canali ufficiali del club: "La Juve è la Juve: ti accorgi di che società sia quando te ne vai". Parole d'amore nei confronti del club che lo ha portato sul tetto del mondo. L'ex attaccante ha ripercorso i momenti belli e anche tristi della sua vita in bianconero in una lunga intervista. Dalla Coppa Campioni vinta nel 1996 ai segreti del mondo bianconero, fino all'infortunio in Nazionale. 

Padovano ha poi ricordato l'indimenticabile vittoria della Coppa Campioni in finale contro l'Ajax, raggiunta grazie anche a un suo rigore calciato nella lotteria finale, dopo l'1-1 dopo 120 minuti: "Quel rigore a Roma, quella notte, sono ricordi meravigliosi e indelebili che saranno per sempre con me nella mia vita e che accompagnano anche la mia famiglia: abbiamo vissuto dei momenti eccezionali. Sono contento perché è stata una gioia condivisa con i tifosi: noi in campo, loro sugli spalti perché conquistare quella Coppa dei Campioni era una cosa importante per tutti. Una gioia diversa: la mia speranza è che la Juventus torni a riuscirci anche in futuro".

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...