Motta, Juve in libertà: tutta la verità sul mancato ritiro pre partita

Dopo aver finalmente individuato una squadra tipo, ora più pragmatica, Thiago cura l’aspetto mentale: “La responsabilità non sia un macigno”

La settimana della svolta. Se tante volte è stata invocata, in stagione, è perché i tentativi precedenti non avevano sortito gli effetti sperati. Non con continuità, almeno. Questa volta, però, è diverso. Perché lo svincolo non ruota unicamente intorno al risultato partorito dal rettangolo verde, per quanto lo scontro diretto di questa sera contro l’Atalanta, in caso di vittoria, possa offrire un clamoroso trampolino di lancio al finale di campionato della Juventus.

La svolta, questa settimana, è arrivata anche dal calendario. I bianconeri hanno vissuto una delle prime volte senza impegni infrasettimanali, e così sarà fino al termine dell’annata. Un effetto collaterale delle premature eliminazioni da Champions League e Coppa Italia: Thiago Motta ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma l’occasione si è rivelata propizia per ritoccare, modificare, rivoluzionare alcuni aspetti, tutto intorno ai dogmatici principi di gioco del tecnico italo-brasiliano. A partire dalla cura per i pensieri che balenano nella testa di un gruppo tanto giovane e, di conseguenza, soggetto a sbalzi d’umore. 

 

 

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Thiago inedito

Un inedito Thiago Motta, in realtà, si è visto già ieri in conferenza stampa. Più sorridente, più rilassato, persino più prolisso nell’articolare le risposte. Quasi come se le vibrazioni positive assorbite in settimana gli avessero donato nuova serenità. La prestazione della squadra, questa sera, confermerà o meno le sensazioni della vigilia.

Ma è alla Continassa, nel cuore della settimana, che il tecnico ha potuto lavorare a fondo su aspetti in precedenza limitati alla superficie. Un po’ psicologo, in fondo, il tecnico bianconero lo è sempre stato. Ma una seduta volta ad analizzare riflessioni e introspezioni del paziente richiede tempo, quello di fatto negato da un’agenda con una partita ogni 72 ore. L’ultima settimana, allora, ha permesso a Motta di indagare più nel dettaglio le pieghe dei pensieri dei suoi. Soprattutto dopo la doppia eliminazione in coppa e i copiosi fischi dello Stadium.

 

 

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Più leggerezza

Un’immagine su tutte, lunedì sera, al momento del gol di Thuram col Verona: Yildiz, Nico Gonzalez e Koopmeiners, non appena la rete si gonfia, all’unisono, cadono sulle ginocchia, come se si fossero liberati le spalle da un vero e proprio macigno. «Testimonia quanto i ragazzi ci tengano, ma occorre trovare un giusto equilibrio: ce lo siamo detto e ripetuto in settimana - le parole del tecnico ieri -. I giocatori si caricano di tanta responsabilità, ma scendere in campo con quel peso finisce per dare un vantaggio all’avversario, soprattutto in casa. Il calcio, alla fine, è un gioco: non vanno sopiti l’entusiasmo, la voglia di creare e di prendersi dei rischi, perché i giocatori devono averli». Servirebbe più leggerezza, insomma, a dispetto degli eventi degli ultimi venti giorni. E forse anche per questo, dopo il fruttuoso ritiro pre-partita al J Hotel di una settimana fa, questa volta Motta ha concesso ai suoi la libertà di trascorrere la vigilia in famiglia e, solo a discrezione, di trascorrere la notte prima della partita nel quartier generale bianconero.

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Più verticalità

Ma c’è dell’altro, naturalmente. Perché il gioco della squadra, negli ultimi tempi, si è fatto più diretto e verticale, per azzannare con maggiore efficacia la giugulare avversaria. Anche in virtù di quella chiarezza nei ruoli e continuità nelle richieste che, nel tourbillon di partite, erano venute meno. Così Weah si è calato al meglio nelle vesti di terzino e non ha più abbandonato la posizione. Così McKennie, prima un po’ terzino, un po’ mediano e un po’ ovunque, si è ritagliato un posto stabile sulla trequarti. Al punto che, salvo colpi di scena, la formazione che questa sera sfiderà l’Atalanta sarà la stessa proposta sei giorni fa col Verona. Una soluzione impensabile, o quasi, con tre partite da domenica a domenica. Una soluzione nuova, come - per certi versi - questa Juventus con la settimana libera. «Nelle ultime uscite siamo stati poco cinici, ma dobbiamo insistere così, perché se creiamo tanto aumenta la possibilità di segnare - una delle riflessioni di Motta ieri -. E mi interessa solo vincere, non come, anche se è evidente che quando si è superiori all’avversaria le probabilità aumentano». Nuova sì, ma con basi consolidate

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La settimana della svolta. Se tante volte è stata invocata, in stagione, è perché i tentativi precedenti non avevano sortito gli effetti sperati. Non con continuità, almeno. Questa volta, però, è diverso. Perché lo svincolo non ruota unicamente intorno al risultato partorito dal rettangolo verde, per quanto lo scontro diretto di questa sera contro l’Atalanta, in caso di vittoria, possa offrire un clamoroso trampolino di lancio al finale di campionato della Juventus.

La svolta, questa settimana, è arrivata anche dal calendario. I bianconeri hanno vissuto una delle prime volte senza impegni infrasettimanali, e così sarà fino al termine dell’annata. Un effetto collaterale delle premature eliminazioni da Champions League e Coppa Italia: Thiago Motta ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma l’occasione si è rivelata propizia per ritoccare, modificare, rivoluzionare alcuni aspetti, tutto intorno ai dogmatici principi di gioco del tecnico italo-brasiliano. A partire dalla cura per i pensieri che balenano nella testa di un gruppo tanto giovane e, di conseguenza, soggetto a sbalzi d’umore. 

 

 

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