Motta bocciato, riflessioni Juve in corso: i clamorosi errori di Thiago

Il tecnico, sempre più in discussione, non fa mea culpa: alla squadra bianconera è mancato tutto

TORINO - Thiago Motta contro Gian Piero Gasperini. Finisce più o meno così: il maestro di Grugliasco spiega, ma l’allievo non ascolta e finisce dietro la lavagna. Bocciato, prima ancora che l’anno calcistico si chiuda. Quella dell’Allianz Stadium, d’altronde, è una Caporetto bianconera. Nelle proporzioni è la sconfitta peggiore da quando esiste il nuovo impianto. Le responsabilità dell’allenatore, sullo scempio visto contro l’Atalanta, sono oggettivamente tante. A partire dalla formazione iniziale: la Dea sulle corsie fa della Juventus ciò che vuole, sin dal primo tempo. E poi nella ripresa si diverte riduce a brandelli i padroni di casa, inconsistenti in qualsiasi frangente.

Juve inaccettabile

Per Thiago Motta è inevitabile il processo, prima ancora che termini la stagione, anche perché se la Lazio stasera dovesse battere l’Udinese sarebbe persino fuori dalla zona Champions League. Inaccettabile, sì. Per un motivo in particolare, il più pesante di tutti: la Juventus dimostra di non imparare mai niente dai propri errori. All’uscita prematura dalla massima competizione europea - in casa di un Psv che già nell’andata degli ottavi di finale si è liquefatto di fronte all’Arsenal proprio tra le mura amiche - si è aggiunta l’ingiustificabile figuraccia di Coppa Italia contro l’Empoli. Tutto questo dopo il black-out in Supercoppa Italiana e nel bel mezzo di un campionato diventato la rappresentazione plastica della gestione Thiago Motta. Sì, ci sono stati tanti infortuni. Ma il tecnico ha la grave colpa di non aver saputo dare corpo, anima e soprattutto coerenza alla propria squadra. Aspetti che, naturalmente, sconfinano nei rapporti con lo spogliatoio, ormai crivellati da un pezzo.

 

 

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Thiago Motta, manca il mea culpa

L’Allianz Stadium non aveva mai ospitato uno 0-4. La Juventus di Thiago Motta, in questo senso, sta rischiando di diventare il gruppo delle tante prime volte in negativo. A fine gara, tra le considerazioni del tecnico (che almeno dopo il Verona non ha mai commentato, se non altro per pudore, la vicinanza alla zona scudetto), si legge un inevitabile sconforto. Eppure manca un reale mea culpa ai microfoni di Dazn: «Abbiamo giocato contro una squadra che sapevamo avrebbe aspettato un nostro errore. Dopo l’episodio del rigore, a mio avviso discutibile, loro hanno attaccato molto bene. Abbiamo sofferto a livello mentale il primo gol. Dopo una sconfitta così siamo tristi e dispiaciuti, almeno non si parlerà più di zona scudetto. Ora dobbiamo ripartire contro la Fiorentina».

"Non e l'Empoli"

E aggiunge: «Dopo il primo gol abbiamo fatto tanti errori tecnici, cercando di andare in avanti. Peccato che la partita si sia sbloccata per l’episodio del rigore, poi da quel momento è diventato tutto più complicato». Dopo l’Empoli, Thiago parlò di vergogna. Fu una presa di coscienza forte. Ammissione di colpa che stavolta manca: «Di sicuro è una sconfitta che non ci piace, ma non la paragono a quella contro l’Empoli. Stavolta eravamo partiti bene. Ci siamo sbilanciati troppo e non abbiamo mantenuto l’equilibrio: ci è mancata un po’ di esperienza». Non proprio: alla Juventus è mancato tutto. E non è la prima volta: anche su Motta le riflessioni sono più che mai in corso.  

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TORINO - Thiago Motta contro Gian Piero Gasperini. Finisce più o meno così: il maestro di Grugliasco spiega, ma l’allievo non ascolta e finisce dietro la lavagna. Bocciato, prima ancora che l’anno calcistico si chiuda. Quella dell’Allianz Stadium, d’altronde, è una Caporetto bianconera. Nelle proporzioni è la sconfitta peggiore da quando esiste il nuovo impianto. Le responsabilità dell’allenatore, sullo scempio visto contro l’Atalanta, sono oggettivamente tante. A partire dalla formazione iniziale: la Dea sulle corsie fa della Juventus ciò che vuole, sin dal primo tempo. E poi nella ripresa si diverte riduce a brandelli i padroni di casa, inconsistenti in qualsiasi frangente.

Juve inaccettabile

Per Thiago Motta è inevitabile il processo, prima ancora che termini la stagione, anche perché se la Lazio stasera dovesse battere l’Udinese sarebbe persino fuori dalla zona Champions League. Inaccettabile, sì. Per un motivo in particolare, il più pesante di tutti: la Juventus dimostra di non imparare mai niente dai propri errori. All’uscita prematura dalla massima competizione europea - in casa di un Psv che già nell’andata degli ottavi di finale si è liquefatto di fronte all’Arsenal proprio tra le mura amiche - si è aggiunta l’ingiustificabile figuraccia di Coppa Italia contro l’Empoli. Tutto questo dopo il black-out in Supercoppa Italiana e nel bel mezzo di un campionato diventato la rappresentazione plastica della gestione Thiago Motta. Sì, ci sono stati tanti infortuni. Ma il tecnico ha la grave colpa di non aver saputo dare corpo, anima e soprattutto coerenza alla propria squadra. Aspetti che, naturalmente, sconfinano nei rapporti con lo spogliatoio, ormai crivellati da un pezzo.

 

 

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