Tutti gli errori di Motta
Contro l’Atalanta, nella mezzora che ha preceduto il rigore di Retegui e il conseguente crollo psicologico bianconero che ha dato il “la” alla valanga nerazzurra, la Juventus aveva dato l’impressione di essere attenta al “come” più che al “cosa”. La ricerca reiterata e a volte stucchevole di azioni di prima, con fraseggi tanto eleganti quanto complicati man mano che ci si avvicinava all’area di rigore di Carnesecchi, erano e sono la cartina di tornasole della scala di priorità che si vive nella squadra su ordine del tecnico. Al primo posto non ci deve essere la ricerca ossessionata del bel gioco bensì l’ossessione di portare a casa più punti dell’avversario. Il famoso percorso di crescita può aspettare e magari nutrirsi dell’entusiasmo che le vittorie innescano. Di questo passo Motta rischia seriamente di finire vittima di se stesso, della sua ricerca esasperata di una squadra capace di esprimersi a prescindere dagli interpreti e questo continuo interscambio non ha fatto altro che accrescere le insicurezze soprattutto nei giovani. Insomma, troppi errori di gestione tecnica, tattica e mentale risultano ascrivibili a Thiago Motta e se questa sensazione dovesse vivere un upgrade di status nella mente della dirigenza ecco che la conseguenza non potrebbe che essere una. Sì, Thiago Motta ha ancora altri due anni di contratto ma a volte i ragionamenti prescindono da situazioni che solo di facciata possono rappresentare certezze per il futuro.