TORINO - Sotto gli occhi di Cristiano Giuntoli e Maurizio Scanavino, che saranno anche degli habitué alla Continassa (il direttore tecnico ha lì il suo ufficio) ma che mai come questa volta hanno sentito l’esigenza di essere presenti, la Juventus ha ripreso ieri mattina gli allenamenti dopo il giorno di riposo nel quale i giocatori hanno cercato di recuperare dallo stordimento per le quattro sberle rifilate a domicilio dall’Atalanta. Volti poco sorridenti, voglia di scherzare pari a zero, grande concentrazione perché il momento non permette distrazioni. E prima di iniziare con il riscaldamento, anche in questo caso come di consuetudine, Thiago Motta ha parlato alla squadra: non ha usato toni alti e forti, come è il suo modo di fare, insito nel suo carattere, ma ha voluto che i giocatori prendessero coscienza del peso della sconfitta, della figuraccia davanti ai propri tifosi, della necessità di cambiare marcia per salvare una stagione già compromessa dall’eliminazione nella Supercoppa italiana, in Champions League e in Coppa Italia. Sono stati ovviamente analizzati gli errori commessi, vivisezionati nel dettaglio per capire che cosa si doveva fare e che cosa non si doveva fare, è stato messo nel mirino l’atteggiamento della squadra, come il suo impatto sul match, l’incapacità di reagire di fronte alla pressione bergamasca, lo sbandamento collettivo che ha lasciato spazio al dominio della Dea.
