Felipe Melo: "Se nessuno mi fischia non sono un campione"
Sull'esordio in Serie A contro la Juve: "Fiorentina-Juve partita importante e mi ricordo l'espulsione per iniziare bene il campionato (31 agosto 2008, ndr). Partita difficile che non si poteva perdere, eravamo in ritiro e tutti parlavano della partita e capii l'importanza di quella rivalità. Dalla prima partita alla fine dell'anno ho lasciato tutto sul campo per la Viola e i tifosi lo avevano capito".
Sull'addio a Firenze per la Juve: "È stato un orgoglio anche per me vestire la maglia della Juve, con la mentalità che ho oggi forse non avrei lasciato Firenze. Mi volevano bene e io a loro, andai in Nazionale in quella stagione. Non volevo andare via da Firenze, volevo l'Inter perché la tifavo da piccolo. Sono stato più professionista negli anni alla Juve che prima, è stata una tappa importante per me e la mia carriera".
Tornare a Firenze da ex con la maglia della Juve: "Molto difficile per me. Volevo bene alla Fiorentina ma poi quando sono andato alla Juve quell'amore è diventato odio, i cori del Franchi contro mia madre e mio padre...Ho sempre avuto una mentalità vincente e Vlahovic deve averla. Tornare lì, contro la ex squadra e tutti ti fischiano penso che sia importante, perché se arrivo e nessuno mi fischia allora vuol dire che non sono un gran campione e non sono stato importante. È facile tornare in un ambiente ostile perché vuol dire che ti volevano bene".