Motta, una squadra folle
Motta potrebbe anche diventare un allenatore da grande squadra, certamente non è riuscito a dimostrare di esserlo adesso, ingarbugliato in scelte cervellotiche, avvitato alle sue teorie e privo del pragmatismo necessario a chiunque sieda sulla panchina della Juventus. Forse il suo cammino andava accompagnato di più e meglio. Anche perché l’annata non è stata una delusione uniforme, ma una linea più spezzata di un elettrocardiogramma: la Juventus di Motta è una squadra folle, in grado di battere l’Inter e pareggiare con il Venezia; di compiere la palpitante impresa di Lipsia e di buttarsi via con il Psv; di battere il Manchester City in Champions e farsi buttare fuori dalla Primavera dell’Empoli in Coppa Italia.
La Juve in crisi adolescenziale
Più che una squadra giovane, una squadra in preda a una crisi adolescenziale. E oltre ad applaudire con entusiasmo il dato dell’età media della rosa, 24 anni, forse si doveva riflettere maggiormente sulla necessità, in una squadra come la Juventus, di un gruppo di tre o quattro giocatori di esperienza per bilanciare l’immaturità emotiva e calcistica di ragazzi di 20 anni con una maglia pesantissima sulle spalle. Attenzione, però, non è ancora tempo di bilanci: mancano dieci partite, tutte decisive per il quarto posto (e Motta, fra l’altro, rischia la panca già domenica a Firenze). Solo con la qualificazione Champions in tasca, si potrà ragionare bene sulla prossima stagione che, quasi certamente inizierà con un altro allenatore. Insomma, per rivedere Agnelli presidente c’è tempo, per Motta in panchina non sembra proprio essercene più.
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