Siamo soltanto a marzo, ma sulla Juventus soffiano già venti di rinnovamento. In attacco, a centrocampo, forse anche in panchina. L’unico reparto al riparo dalle correnti è al momento quello difensivo, che in estate ingrasserà con i rientri dagli infortuni e dai prestiti. Ma non è soltanto un discorso di quantità, se è vero che il rendimento stagionale dipinge quella bianconera come la seconda miglior difesa del campionato, due gol soltanto oltre il Napoli primatista, e come quella che ha raccolto più clean sheet, 14 in 28 giornate, almeno due più di chiunque altra. E anche l’ultima recita, paradossalmente, ha confermato l’antifona, dal momento che Gatti è stato l’unico giocatore di movimento a salvarsi nel diluvio di reti recapitato dall’Atalanta domenica sera.
Abbondanza in difesa
Abbondanza, in ogni caso, sarà una delle parole chiave. Già, perché Bremer e Cabal stanno lavorando per recuperare dalle rispettive rotture del crociato, mentre Rugani e Djalò con ogni probabilità rientreranno alla Continassa dai prestiti, all’Ajax uno e al Porto l’altro. Se a loro si sommano Gatti e Kelly, ma anche Kalulu prossimo al riscatto, ecco che il numero dei centrali inizia a crescere anche oltre le reali necessità, al di là del fatto che la retroguardia del prossimo anno sia strutturata a tre o a quattro. Senza contare che una mancata rivoluzione non esclude almeno un ritocchino per dare una rinfrescata, con tutti gli indizi che – al momento – conducono allo slovacco Hancko. E Veiga? Degli otto centrali ora in orbita bianconera è l’unico che si affaccerà all’estate senza essere di proprietà, dettaglio mica banale che pare collocarlo in fondo alle gerarchie con vista sul 2025/2026. Ma non è proprio così.