Veiga vuole la Juve, per i tifosi è già idolo: a giugno tutto può cambiare

Il portoghese ha conquistato squadra e ambiente e si sente bianconero: col Chelsea futuro da scrivere

Siamo soltanto a marzo, ma sulla Juventus soffiano già venti di rinnovamento. In attacco, a centrocampo, forse anche in panchina. L’unico reparto al riparo dalle correnti è al momento quello difensivo, che in estate ingrasserà con i rientri dagli infortuni e dai prestiti. Ma non è soltanto un discorso di quantità, se è vero che il rendimento stagionale dipinge quella bianconera come la seconda miglior difesa del campionato, due gol soltanto oltre il Napoli primatista, e come quella che ha raccolto più clean sheet, 14 in 28 giornate, almeno due più di chiunque altra. E anche l’ultima recita, paradossalmente, ha confermato l’antifona, dal momento che Gatti è stato l’unico giocatore di movimento a salvarsi nel diluvio di reti recapitato dall’Atalanta domenica sera.

Abbondanza in difesa

Abbondanza, in ogni caso, sarà una delle parole chiave. Già, perché Bremer e Cabal stanno lavorando per recuperare dalle rispettive rotture del crociato, mentre Rugani e Djalò con ogni probabilità rientreranno alla Continassa dai prestiti, all’Ajax uno e al Porto l’altro. Se a loro si sommano Gatti e Kelly, ma anche Kalulu prossimo al riscatto, ecco che il numero dei centrali inizia a crescere anche oltre le reali necessità, al di là del fatto che la retroguardia del prossimo anno sia strutturata a tre o a quattro. Senza contare che una mancata rivoluzione non esclude almeno un ritocchino per dare una rinfrescata, con tutti gli indizi che – al momento – conducono allo slovacco Hancko. E Veiga? Degli otto centrali ora in orbita bianconera è l’unico che si affaccerà all’estate senza essere di proprietà, dettaglio mica banale che pare collocarlo in fondo alle gerarchie con vista sul 2025/2026. Ma non è proprio così.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La trattativa Veiga

Il portoghese del Chelsea, infatti, nelle quattro uscite prima del singolare infortunio al tendine del plantare gracile riscontrato a Eindhoven, aveva convinto un po’ tutti. L’allenatore, i dirigenti, i compagni. E anche i tifosi, per il modo in cui si era calato nell’universo bianconero. Nelle partite disputate per intero contro Empoli, Como, Psv e Inter, gettato nella mischia appena arrivato a Torino per via della costante emergenza di centrali in seno alla Juventus, Veiga aveva alternato provvidenziali chiusure a smodate esultanze. Esibendo un carattere sanguigno e un entusiasmo contagioso che aveva subito attirato le simpatie della tifoseria. E viceversa, motivo per cui a Torino resterebbe volentieri. Che poi le quattro gare disputate siano coincise con altrettante vittorie, naturalmente, non ha fatto che accrescere il sentimento dell’ambiente nei suoi confronti. Il 21enne di Lisbona, nei primi minuti della sfida del Philips Stadion, è incappato nella maledizione che – uno a uno – sta colpendo tutti i centrali bianconeri in questa stagione. Ma l’infortunio è già stato smaltito: Veiga settimana scorsa è tornato a lavorare in gruppo e domenica era tra i convocati per il match con l’Atalanta. Non ha messo piede in campo, anche alla luce dell’evoluzione della partita dello Stadium, ma confida di farlo tra tre giorni a Firenze. Magari anche da titolare, come è sempre stato finora. 

Il futuro in difesa

Dal Franchi, così, partirà la volata del portoghese verso l’estate. Per ingolosire la Juventus ad aprire le trattative per acquistarlo, dal momento che alla Continassa è arrivato in prestito secco, più che per invogliare il Chelsea a riportarlo all’ovile, dopo aver investito 14 milioni per prelevarlo dal Basilea soltanto la scorsa estate. Se il rendimento negli ultimi dieci turni sarà all’altezza di quanto fatto vedere in precedenza, però, il valore del suo cartellino è destinato a crescere. La spesa, in ogni caso, suggerirebbe una golosa resa dalle parti di Torino. Nonostante quella che sarà, appunto, l’abbondanza. Perché il riscatto di Kalulu è affare pressoché scontato. Perché Bremer resterà in bianconero e, dal momento che il recupero procede secondo tabella di marcia, potrebbe presentarsi ai nastri di partenza del nuovo campionato già in buone condizioni. Perché le trattative per portare Hancko a Torino si sussurrano siano a uno stato avanzato. Soffia forte, allora, il vento di rinnovamento sulla Continassa. Dopo la doppia, clamorosa, eliminazione dalle Coppe. E dopo l’epocale figuraccia rimediata di fronte all’Atalanta. Soffia forte sulla squadra e intorno al tecnico, sì, ma almeno la difesa pare al riparo. 

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Siamo soltanto a marzo, ma sulla Juventus soffiano già venti di rinnovamento. In attacco, a centrocampo, forse anche in panchina. L’unico reparto al riparo dalle correnti è al momento quello difensivo, che in estate ingrasserà con i rientri dagli infortuni e dai prestiti. Ma non è soltanto un discorso di quantità, se è vero che il rendimento stagionale dipinge quella bianconera come la seconda miglior difesa del campionato, due gol soltanto oltre il Napoli primatista, e come quella che ha raccolto più clean sheet, 14 in 28 giornate, almeno due più di chiunque altra. E anche l’ultima recita, paradossalmente, ha confermato l’antifona, dal momento che Gatti è stato l’unico giocatore di movimento a salvarsi nel diluvio di reti recapitato dall’Atalanta domenica sera.

Abbondanza in difesa

Abbondanza, in ogni caso, sarà una delle parole chiave. Già, perché Bremer e Cabal stanno lavorando per recuperare dalle rispettive rotture del crociato, mentre Rugani e Djalò con ogni probabilità rientreranno alla Continassa dai prestiti, all’Ajax uno e al Porto l’altro. Se a loro si sommano Gatti e Kelly, ma anche Kalulu prossimo al riscatto, ecco che il numero dei centrali inizia a crescere anche oltre le reali necessità, al di là del fatto che la retroguardia del prossimo anno sia strutturata a tre o a quattro. Senza contare che una mancata rivoluzione non esclude almeno un ritocchino per dare una rinfrescata, con tutti gli indizi che – al momento – conducono allo slovacco Hancko. E Veiga? Degli otto centrali ora in orbita bianconera è l’unico che si affaccerà all’estate senza essere di proprietà, dettaglio mica banale che pare collocarlo in fondo alle gerarchie con vista sul 2025/2026. Ma non è proprio così.

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