Koopmeiners, strapagato o usato male? Il grande dilemma di Motta e Juve

Costato 54 milioni più bonus, in panchina nelle ultime due di fila e fischiato dai tifosi. Il fratello: "La gente non sa che cosa accade..."

TORINO - Massima spesa, minima resa. Un assunto che, declinato al mercato dell’ultima stagione, trova decisamente diritto di cittadinanza in casa Juventus. Perché il rendimento dei colpi più altisonanti per blasone e per spesa, leggi alla voce Koopmeiners e Douglas Luiz, è stato finora evidentemente al di sotto delle aspettative. E al di sotto degli standard tenuti, al contrario, da innesti di minor cabotaggio, come Kalulu e Thuram, costati meno della metà rispetto all’olandese e al brasiliano. 

Koopmeiners, piovono fischi

Proprio l’ex Atalanta rappresenta il simbolo di ciò che i principali colpi estivi non sono riusciti ad assicurare all’universo bianconero. Koop non rappresenta per forza un’operazione sbagliata - anzi, il suo recente storico invita a pensare il contrario -, ma di certo si è rivelato un’operazione dalla… resa minima, appunto. Il più pagato della scorsa estate, il più voluto fin dall’inverno precedente. E anche il più coccolato, dato che Thiago Motta ha insistito su di lui ben oltre i meriti in campo del tuttocampista orange. I cui i picchi, per dirla tutta, sono stati piuttosto rari. Al punto che anche il tecnico ha iniziato a tenerlo più sovente in panchina, con una striscia aperta di due esclusioni di fila contro Verona e Atalanta. Al punto che anche i tifosi hanno iniziato a esibire il proprio disappunto, con la bordata di fischi che ha accompagnato – in particolare – la sua prova contro l’Empoli in Coppa Italia. 

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Koopmeiners: parla il fratello Peer

Il peso dell’investimento da 54 milioni più bonus per portarlo via da Zingonia, in estate, si sta facendo sentire nella testa del ragazzo. Che alla sua prima stagione da bianconero, va riconosciuto, si è affacciato con premesse che valgono da attenuanti: le lunghe settimane da separato in casa a Bergamo, tra luglio e agosto, hanno influito sulla sua condizione, così come il successivo infortunio alle costole, in autunno, che l’ha costretto a trascorrere nottate in poltrona per riuscire a riposare. E poi, naturalmente, c’è il tema tattico, con Koop che ha già occupato un caleidoscopio di posizioni in campo senza riuscire ad arrotondare per eccesso il suo rendimento. Un po’ più basso o un po’ più alto. Un po’ più al centro o, ultimo tentativo, un po’ più largo. "Un fattore che non lo sta aiutando, lo ripeto sempreil pensiero del fratello Peer, intervistato da gianlucadimarzio.com –. Ma quella è una decisione che spetta all’allenatore, l’unica persona che deve essere ascoltata. Le chiacchiere dei tifosi non vanno assorbite: la gente non sa quello che sta accadendo dietro le quinte alla Juventus. Neanche io so tutto, ma posso dire che non è facile. Ora l’importante è che Teun ritrovi la felicità"

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"È il primo a fare autocritica"

Frasi sibilline che rimandano alle pressioni che, inevitabilmente, gravano sulle spalle di un nuovo acquisto quando indossa per la prima volta la maglia della Juventus. E forse anche all’aria pesante che, da qualche tempo, si respira nello spogliatoio bianconero. "Conosco bene la situazione attuale di mio fratello e per questo non gli sto facendo mai mancare la mia vicinanza – ha proseguito Peer, centrocampista all’Az Alkmaar che respira comunque ottimismo per il futuro a Torino del fratello -. È pienamente consapevole che debba dare di più, perché è il primo a fare autocritica. Le sue qualità emergeranno, è solo una questione di tempo: tornerà quello di Bergamo e lo farà alla Juventus. Rimpianti per la scelta estiva? Mai, Teun è innamorato della Juventus: non l’ho mai visto felice come alla sua presentazione". 

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TORINO - Massima spesa, minima resa. Un assunto che, declinato al mercato dell’ultima stagione, trova decisamente diritto di cittadinanza in casa Juventus. Perché il rendimento dei colpi più altisonanti per blasone e per spesa, leggi alla voce Koopmeiners e Douglas Luiz, è stato finora evidentemente al di sotto delle aspettative. E al di sotto degli standard tenuti, al contrario, da innesti di minor cabotaggio, come Kalulu e Thuram, costati meno della metà rispetto all’olandese e al brasiliano. 

Koopmeiners, piovono fischi

Proprio l’ex Atalanta rappresenta il simbolo di ciò che i principali colpi estivi non sono riusciti ad assicurare all’universo bianconero. Koop non rappresenta per forza un’operazione sbagliata - anzi, il suo recente storico invita a pensare il contrario -, ma di certo si è rivelato un’operazione dalla… resa minima, appunto. Il più pagato della scorsa estate, il più voluto fin dall’inverno precedente. E anche il più coccolato, dato che Thiago Motta ha insistito su di lui ben oltre i meriti in campo del tuttocampista orange. I cui i picchi, per dirla tutta, sono stati piuttosto rari. Al punto che anche il tecnico ha iniziato a tenerlo più sovente in panchina, con una striscia aperta di due esclusioni di fila contro Verona e Atalanta. Al punto che anche i tifosi hanno iniziato a esibire il proprio disappunto, con la bordata di fischi che ha accompagnato – in particolare – la sua prova contro l’Empoli in Coppa Italia. 

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