La Juventus sta attraversando una serie di turbolenze difficili da immaginare a inizio stagione. I bianconeri erano partiti bene con un buon gioco e risultati importanti considerando anche le tante novità, a partire dall'allenatore. A distanza di pochi mesi, però, la situazione si è completamente ribaltata con l'uscita dai playoff di Champions per mano del Psv e dalla Coppa Italia contro l'Empoli, senza contare le ultime due sconfitte pesanti in Serie A contro Atalanta e Fiorentina. Proprio queste gare hanno messo ancor più a nudo le difficoltà dei bianconeri e sul banco degli imputati sono finiti tutti.
I tifosi hanno contestato la squadra in queste settimane e chiedono a gran voce l'esonero di Thiago Motta, ma non solo: anche Giuntoli è sotto accusa, pesantemente. Se l'allenatore ha fatto capire di aver perso le redini del gruppo, le colpe vanno anche suddivise con la società e con chi ha fatto le scelte in sede di mercato. L'ex Napoli ha fatto un mercato spendendo tanti soldi e cedendo diversi giocatori, in gran parte talenti giovani con i quali si era scelto un allenatore giovane proprio per farli crescere e farli diventare la Juve del futuro. Invece via, spesso ceduti a prezzo di saldo, ora diventati rimpianti vedendo cosa stanno facendo lontano da Torino.
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La rivincita di Fagioli
Partiamo dagli ultimi e quel Fagioli tenuto sotto l'ala protettrice nel momento più difficile e poi scaricato tanto, forse troppo, facilmente dopo una prima parte di stagione con un minutaggio scarno per un giocatore con le sue qualità. Non si è inserito nei meccanismi di Motta che ha preferito continuare a puntare su Koopmeiners, lontano parente di quello ammirato con la maglia dell'Atalanta. Ma non solo l'olandese perché nel ruolo di trequarti si sono alternati diversi giocatori, persino McKennie con caratteristiche diverse rispetto al centrocampista ex Dea o allo stesso Nicolò. L'ex bianconero, intanto, ha giocato una grande partita contro i bianconeri e ha firmato i primi due assist in campionato: bellissimo quello per Mandragora con l'esterno destro, poi quello per Gudmundsson. Al di là dei numeri, a cui va aggiunto anche il gol in Conference contro il Panathinaikos, ha dimostrato la sua crescita in un ambiente che gli ha dato fiducia sin da subito e lo ha messo nelle condizioni di fare bene. Il prestito con obbligo di Nicolò è costato ai Viola 2,5 milioni di euro e per esercitarne il riscatto la Fiorentina dovrà spenderne 13,5 (oltre ad altri 3 di bonus) per una cifra complessiva di 19 milioni di euro.
Kean, che numeri
L'attaccante è andato via da Torino perché non ha più sentito la fiducia da parte del club. Lo ha raccontato più volte in alcune interviste durante la stagione e a Firenze è sbocciato, soprattutto è tornato a segnare con regolarità. Venti le reti in stagione per Moise Kean che nella passata annata in bianconero ha chiuso con la casella dei gol segnati a zero. In estate ha ricevuto la chiamata da Palladino e della Fiorentina che lo ha messo al centro del suo progetto. Il classe 2000 ha risposto sul campo e ha ripagato la fiducia riposta in lui a suon di gol. Numeri che gli hanno permesso di tornare anche in Nazionale visto che Spalletti da settembre lo ha sempre chiamato al fianco di Retegui. In più ad aggiungere ancor di più il rimpianto verso il centravanti c'è stata l'assenza prolungata di Milik che non ha permesso a Motta di avere un'alternativa a Vlahovic fino a gennaio. Non si poteva immaginare di non riavere il polacco a disposizione addirittura fino a questo punto, ma le sue condizioni fisiche erano già un campanello d'allarme evidente. Moise, in tutta questa situazione, è stato ceduto dai bianconeri per 13 milioni di euro e al momento la sua valutazione di mercato ha raggiunto ben 30 milioni. A gennaio Giuntoli ha preso Kolo Muani in prestito secco spendendo 3,6 milioni di euro con l'attaccante francese che dopo un inizio scoppiettante ora non trova il gol da più di un mese.
Rovella e la crescita alla Lazio
Tra i nomi dei centrocampisti che stanno facendo bene in Serie A c'è anche quello di Nicolò Rovella. Il mediano della Lazio ha dimostrato una crescita importante in questa stagione e con Baroni sembra aver trovato anche la continuità giusta per emergere. Non a caso è stato chiamato anche da Spalletti con l'Italia in vista della gara di Nations League contro la Germania. Il regista biancoceleste è stato preferito a Locatelli della Juve, altro segnale di quanto il ct stia guardando altrove e non a Torino per quel reparto. Si può parlare del classe 2001, a maggior ragione, vedendo anche il rendimento di alcuni dei nuovi acquisti della Juve, come Douglas Luiz che è diventato un vero e proprio oggetto misterioso, falcidiato anche dagli infortuni. Considerata anche la spesa per il brasiliano (25 milioni più i cartellini di Barrenechea e Iling Junior) viene ancor più da pensare se fosse necessario lasciar partire Rovella senza concedergli una possibilità. Il centrocampista azzurro ha lasciato la Vecchia Signora raggiungendo la Lazio per una cifra complessiva di 17 milioni pagabili in tre esercizi.

Nicolussi Caviglia, un'occasione mancata
Huijsen, da tesoretto a rimpianto
Il difensore, appena convocato dalla Spagna, resta uno dei più grandi ‘what if’ in casa bianconera. Il classe 2005 è stato lanciato nel settore giovanile bianconero, ma il passo fino all’approdo in prima squadra è stato decisamente breve. Eppure le strade di Dean Huijsen e della Juve si sono separate abbastanza presto: prima la cessione in prestito di un anno fa alla Roma (dopo essere sfumata quella al Frosinone per volontà del giocatore, che causò anche la rabbia dell’allora tecnico dei ciociari Eusebio Di Francesco). Poi la cessione a titolo definitivo in estate direzione Bournemouth. Visti i tanti problemi nel pacchetto arretrato avuti in stagione, e anche il rendimento di chi è arrivato negli scorsi mesi per sopperire numericamente in difesa alle assenze di Bremer e Cabal, il rimpianto per non aver tenuto il giovanissimo centrale resta. Un addio che, a detta dello stesso Huijsen, è stato anche amaro, come rivelato a ‘Oggi SportH Notizie’ solo qualche giorno fa: “Sarò sincero: fin dal primo giorno che sono arrivato in ritiro mi hanno detto che mi dovevano vendere. Con il mister ho avuto un rapporto normale mentre mi allenavo con la squadra, stavo pensando più che altro a sposare un progetto che facesse per me”. E se pure, a margine dell’intervista, Huijsen a proposito di un possibile ritorno bianconero ha risposto con un “Mai dire mai”, la sua presenza in questa di stagione avrebbe potuto fare comodo eccome a Thiago Motta e a tutta la Juve, per qualità e anche per la possibilità di crescita in prospettiva. A gennaio è stato preso Kelly a titolo definitivo con l'importo complessivo che raggiungerà la cifra di 17,5 milioni di euro. E le prestazioni dell'inglese sono imbarazzanti...

Miretti, una rinuncia frettolosa
Fabio Miretti è uno dei giovani lanciati dalla Juventus nel calcio che conta negli ultimi anni. Quella del classe 2003 è una storia calcistica, seppur giovane, a tinte bianconere: con la maglia della Vecchia Signora il centrocampista ha calcato i primi campi da gioco, scalando tutta la trafila delle categorie giovanili. Fino al 2022, quando ha conosciuto il grande salto in prima squadra, conquistando molto spesso anche la titolarità. Nella rivoluzione targata Giuntoli e Thiago Motta, tra i primi sulla lista dei partenti senza rifletterci un secondo in più, c'era proprio il giocatore di Pinerolo, ceduto poi al Genoa. Arrivato nel capoluogo ligure, dopo un periodo di adattamento sta mettendo in scena tutte le sue miglior caratteristiche, diventando un punto fermo di Patrick Vieira che giura su una sua possibile crescita esponenziale "dipende solo da lui". Viste le numerose difficoltà a centrocampo e, soprattutto, avendo speso 54,70 milioni per Koopmeiners e 51,50 milioni per Douglas Luiz (28 oltre ai cartellini di Barrenechea e Iling Junior), Miretti avrebbe probabilmente fatto molto più comodo al tecnico della Juventus. Almeno lui dovrebbe tornare a giugno, ma Giuntoli è ingolosito dal liquidarlo per puntare su Frendrup...
Soulé, classe ed estro al servizio della Roma
Quella di Matìas Soulé sembrava essere la classica parabola dei predestinati a una maglia di peso con la Juventus. I primi calci ad un pallone al Velez, in Argentina, salvo poi essere acquistato subito dalla Vecchia Signora per farlo crescere nel suo vivaio. Una scalata veloce, fino alla Next Gen dove in Serie C ha dimostrato sin da subito quello di cui era capace. Poi il passaggio in prestito al Frosinone, con il quale ha disputato la sua migliore stagione in assoluto, con un solo sogno: tornare a Torino e giocare all'Allianz Stadium con un ruolo da protagonista. Ma Thiago Motta non ha mai preso in considerazione un inserimento nella "sua squadra", la possibilità poi di una cessione particolarmente remunerativa ha fatto il resto. Arrivato alla Roma, dopo un periodo di adattamento e grazie alla fiducia di Claudio Ranieri si è rivista tutta la classe dell'argentino. Certo, oltre alle ambizioni sportive ci sono i bilanci da far quadrare, ma la sua permanenza in bianconero avrebbe di certo fatto comodo a dispetto di chi è arrivato dal calciomercato e che stenta, ancora, a decollare. L'argentino è stato venduto per la cifra complessiva di 26,5 milioni di euro, e con quei soldi Giuntoli ha acquistato Nico Gonzalez per 36,5 milioni. L'esperienza dell'ex Fiorentina alla Juve fino a questo momento è decisamente da dimenticare, tra infortuni e prestazioni non all'altezza condite da appena 3 gol stagionali.
Rugani e il rilancio olandese
Daniele Rugani è senza dubbio uno dei giocatori più sottovalutati di quelli che hanno calcato il campo dell'Allianz Stadium negli ultimi anni. Dopo una serie di prestiti, nel 2015 si è affermato nella retroguardia della Juventus, voluto fortemente da Massimiliano Allegri, allenatore che ha sempre avuto per lui un'attenzione particolare. Dopo un'ennesima girandola di cessioni temporanee, dal Cagliari al Rennes, quest'anno il calciatore si ritrova nuovamente lontano da Torino essendo approdato all'Ajax in prestito secco. A suon di ottime prestazioni si è guadagnato un discreto spazio tra le fila della formazione olandese. Al contrario, i bianconeri sono stati costretti a tornare sul mercato di gennaio, spesso accontentandosi, per colmare i buchi in una difesa decimata dagli infortuni. E, a quanto pare, con scarsi risultati.

Danilo, capitano cacciato in corsa
Il brasiliano non ha vissuto un ottimo avvio di stagione ma la sua leadership ed esperienza rappresentava sicuramente un valore aggiunto all'interno della rosa. Un addio brusco che l'ex capitano della Juventus non ha comprensibilmente digerito per modalità. Prima si è espresso nel giorno della sua partenza con un video saluto su Instagram ("Ogni volta che ascoltavo l'inno cantato da voi allo stadio mi emozionavo, mi accendevo di questa emozione. Non si compra con nessun progetto fantasioso") e poi nella sua conferenza di presentazione al Flamengo parlando di "identità e senso di famiglia persi" e ribadendo di essere stato cacciato per "motivi non calcistici". Oltre a Kelly, Giuntoli a gennaio ha prelevato Veiga dal Chelsea. Il difensore portoghese, prima di fermarsi per infortunio, ha convinto tutti nel ruolo di centrale sinistro accanto a Gatti ma, ahimè, è stato preso in prestito secco spendendo 3,8 milioni di euro.

La Juventus sta attraversando una serie di turbolenze difficili da immaginare a inizio stagione. I bianconeri erano partiti bene con un buon gioco e risultati importanti considerando anche le tante novità, a partire dall'allenatore. A distanza di pochi mesi, però, la situazione si è completamente ribaltata con l'uscita dai playoff di Champions per mano del Psv e dalla Coppa Italia contro l'Empoli, senza contare le ultime due sconfitte pesanti in Serie A contro Atalanta e Fiorentina. Proprio queste gare hanno messo ancor più a nudo le difficoltà dei bianconeri e sul banco degli imputati sono finiti tutti.
I tifosi hanno contestato la squadra in queste settimane e chiedono a gran voce l'esonero di Thiago Motta, ma non solo: anche Giuntoli è sotto accusa, pesantemente. Se l'allenatore ha fatto capire di aver perso le redini del gruppo, le colpe vanno anche suddivise con la società e con chi ha fatto le scelte in sede di mercato. L'ex Napoli ha fatto un mercato spendendo tanti soldi e cedendo diversi giocatori, in gran parte talenti giovani con i quali si era scelto un allenatore giovane proprio per farli crescere e farli diventare la Juve del futuro. Invece via, spesso ceduti a prezzo di saldo, ora diventati rimpianti vedendo cosa stanno facendo lontano da Torino.
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