Da matricola a meteora: ma la Juve può davvero fare a meno di Adzic?

L’ultimo minuto risale alla vittoria interna dei bianconeri con il Milan. L’unica volta sopra il quarto d’ora, il 19 ottobre 2024. Intanto il gioiellino delizia tutti con il suo Montenegro

TORINO - No, non ha proprio intenzione di fermarsi. Vasilje Adzic sta sfruttando tutta la pausa internazionale per rimettersi in mostra, per dire e dirsi di poter ambire a essere un’opzione concreta per questa Juventus a corto di fantasia e di carattere. Ecco: ne sta dimostrando parecchio il giovane montenegrino, e ha iniziato a farlo soprattutto dopo la retrocessione in Next Gen. Il motivo? Tanto semplice quanto efficace: per mettere in evidenza le sue qualità, il fantasista aveva bisogno naturalmente di continuità. Di giocare. Di liberarsi dell’etichetta del ragazzino prodigio e di poter prendere pure qualche botta per poi capire quanto sia facile rialzarsi. Vasilje è tornato a balzare agli onori della cronaca non per atteggiamenti o richieste, ma perché il campo ha fatto la sua parte. Nella sfida tra il suo Montenegro Under 19 e i pari età della Polonia, il trequartista - con la fascia al braccio e numero 10 - ha segnato una punizione spettacolare da almeno quaranta metri.

Adzic fondamentale. E Motta che fa?

Un gioiellino. E fondamentale: la sfida era valida per la seconda fase di qualificazione alla fase finale dell’Europeo di categoria. È terminata con il successo montenegrino, arrivato dopo il pari di giovedì contro la Slovacchia, quando era finita 1-1 e in gol era andato sempre Adzic. Adzic che Thiago Motta non vede da praticamente da un mese, l’ultima volta in prima squadra è stata con l’Empoli, nella sciagurata serata di Coppa Italia. In campionato, invece, ci avviciniamo a quota 60 giorni di assenza: in panchina con Como, Empoli e Napoli, mai convocato in Champions League; l’ultimo minuto risale alla vittoria interna dei bianconeri con il Milan, l’unica volta sopra il quarto d’ora, il 19 ottobre dello scorso anno: allo Stadium, la Juve vinceva con la Lazio.

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Adzic non può essere una meteora

Sembrò l’inizio di qualcosa d’importante, ma da matricola si è fatto immediatamente meteora, fino alla decisione di riempire di qualità la formazione di Brambilla. "Ma non c’entra niente con questa categoria - aveva raccontato lo stesso allenatore della Next Gen dopo il match con il Benevento -, ha doti importanti e ha bisogno di fare minuti". Da quel pomeriggio di inizio febbraio sono arrivati 2 gol e 2 assist in 7 partite, considerando la nazionale si va su 4 reti in 9 sfide. Passi in avanti evidenti, e naturalmente registrati in zona Continassa, dove l’ex Podgorica è tenuto in grande considerazione, soprattutto per il futuro ma ancora molto meno per il presente. Del resto, di Adzic non è stata mai messa in discussione la bravura tecnica, semmai la tenuta atletica: dall’infortunio al bicipite femorale di inizio anno ai due problemi muscolari a ridosso di ottobre e poi dicembre, per il talentino non è stata un’annata in discesa. Tutt’altro. Nel 2025 l’obiettivo era ritrovare il sorriso calciando un pallone, e ci sta riuscendo. Per il futuro, e per adesso, si accontenterebbe di ritornare da dov’era partito...  

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TORINO - No, non ha proprio intenzione di fermarsi. Vasilje Adzic sta sfruttando tutta la pausa internazionale per rimettersi in mostra, per dire e dirsi di poter ambire a essere un’opzione concreta per questa Juventus a corto di fantasia e di carattere. Ecco: ne sta dimostrando parecchio il giovane montenegrino, e ha iniziato a farlo soprattutto dopo la retrocessione in Next Gen. Il motivo? Tanto semplice quanto efficace: per mettere in evidenza le sue qualità, il fantasista aveva bisogno naturalmente di continuità. Di giocare. Di liberarsi dell’etichetta del ragazzino prodigio e di poter prendere pure qualche botta per poi capire quanto sia facile rialzarsi. Vasilje è tornato a balzare agli onori della cronaca non per atteggiamenti o richieste, ma perché il campo ha fatto la sua parte. Nella sfida tra il suo Montenegro Under 19 e i pari età della Polonia, il trequartista - con la fascia al braccio e numero 10 - ha segnato una punizione spettacolare da almeno quaranta metri.

Adzic fondamentale. E Motta che fa?

Un gioiellino. E fondamentale: la sfida era valida per la seconda fase di qualificazione alla fase finale dell’Europeo di categoria. È terminata con il successo montenegrino, arrivato dopo il pari di giovedì contro la Slovacchia, quando era finita 1-1 e in gol era andato sempre Adzic. Adzic che Thiago Motta non vede da praticamente da un mese, l’ultima volta in prima squadra è stata con l’Empoli, nella sciagurata serata di Coppa Italia. In campionato, invece, ci avviciniamo a quota 60 giorni di assenza: in panchina con Como, Empoli e Napoli, mai convocato in Champions League; l’ultimo minuto risale alla vittoria interna dei bianconeri con il Milan, l’unica volta sopra il quarto d’ora, il 19 ottobre dello scorso anno: allo Stadium, la Juve vinceva con la Lazio.

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