La riunione decisiva
Dopo l'incontro con Motta, la dirigenza bianconera, nella figura di Scanavino, ha riferito a Elkann la situazione. La bilancia vedeva da una parte il rischio, molto concreto, di perdere il quarto posto andando avanti con un Motta che non aveva intenzione di cambiare marcia; dall'altra i costi di un esonero, circa 14 milioni lordi in due anni, certo non una notizia gradita alla proprietà in tempo di spending review. Ma alla fine il rischio di perderne 100 ha prevalso e così si è deciso per l'esonero. Con un ordine: scegliere un traghettatore, non l'allenatore per le prossime stagioni. E così la candidatura di Tudor ha prevalso sulle altre.
Adesso tutti sotto esame
Ma perché la scelta di un traghettatore? Perché la proprietà e la dirigenza vogliono tenere aperto un ventaglio di scelte il più ampio possibile a giugno, magari potendo puntare un allenatore attualmente impegnato su un'altra panchina (da Conte a Gasperini sono girati molti nomi in queste settimane). Ma anche perché la riflessione su una stagione con troppi fallimenti sportivi può andare oltre il cambio di allenatore. Adesso tutta la Juve (dirigenti, allenatore e giocatori) punta a risollevarsi, perché in ballo non ci sono solo i 100 milioni della Champions, ma il futuro di tutti.