"Locatelli, nuovo ruolo come me! Juve, chi esplode con Tudor e perché difendo Giuntoli"

Manfredonia esclusivo: "In estate tutti davano ragione a Cristiano. Il problema di Koopmeiners e come vedo la corsa al quarto posto"

Buongiorno Lionello Manfredonia. Il mondo Juve lo ha vissuto tra il 1985 e il 1987 toccando il top a Tokyo, alzando al cielo la Coppa Intercontinentale. Cosa pensa della decisione di cambiare allenatore in corsa e la scelta di Tudor? «Secondo me la scelta di Tudor è stata azzeccata anche perché ha sempre fatto bene anche quando ha preso una squadra in corsa e non solo. Ha anche giocato nella Juventus per cui conosce l’ambiente, sono convinto che in questo momento sia stata l’opzione migliore visto che si era creata questa frattura all’interno dello spogliatoio».

 

Secondo lei in cosa ha sbagliato Thiago Motta?
«Diciamo che l’obiettivo iniziale era giocare la Champions anche nella prossima stagione e puntare su Thiago Motta mi era parsa un direzione ottimale per cosa aveva fatto vedere a Bologna: la società doveva rinnovare e prestare attenzione al bilancio. Continuo a pensare che Motta sia un ottimo professionista però allenare la Juventus non è semplice e ha avuto la sfortuna di dover quasi subito convivere con la stagione finita di Bremer, non esattamente un dettaglio».

 

Tudor riuscirà a centrare la quota Champions League?
«Io credo di sì. C’è grande equilibrio ma i giocatori dopo il cambio in panchina si sentiranno più responsabilizzati. Come Vlahovic che sinora non ha reso come dovrebbe. Mi aspetto molto da lui. Ora i calciatori più rappresentativi dovranno dare un contributo maggiore».

 

Tra le idee di Tudor c’è anche quella di utilizzare Locatelli al centro della difesa a tre quando verrà utilizzato questo modulo. Lei da giocatore come Locatelli è stato schierato sia in mezzo al campo che in difesa. Che vantaggio potrebbe avere la Juve con Locatelli impiegato dietro?
«Sicuramente potrebbe fare iniziare l’azione con maggior pulizia di fraseggio aiutando a far crescere la qualità. Dovrà essere bravo però anche in fase difensiva: Locatelli può farlo. Mi piace come opportunità».

 

Tra le avversarie in questa corsa al 4° posto chi reputa più temibile?
«Chi sta giocando meglio è il Bologna. Ma io dico che la Juventus è più forte dei rossoblù, Lazio, Fiorentina, Milan e Roma».

 

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Il progetto della Juve e Koopmeiners

Il progetto del club prevede sostenibilità e competitività. Si riusciranno a far convivere le due condizioni?
«Io sono ottimista anche se so per esperienza che nel calcio il tempo diventa spesso un problema. Quando apporti modifiche sostanziali non è così scontato che tutto funzioni al meglio. Il dt Giuntoli ha ereditato una situazione economica molto complicata che lo ha impegnato sul fronte vendite dove si è mosso in maniera positiva a mio giudizio, riuscendo anche ad abbassare il monte dei salari. Sul fronte degli acquisti Koopmeiners e Douglas Luiz non hanno sinora reso per ciò che si doveva e poteva immaginare ma le variabili sono tante. Io non me la sento di dire che ha sbagliato a prendere due giocatori di quel livello, emergenti in Serie A e nella Premier League. In estate tutti gli davano ragione».

 

Parliamo di Koopmeiners: secondo lei perché è sceso così di livello?
«Tutti lo abbiamo ammirato nell’Atalanta dove offriva un calcio strepitoso. Forse ha sentito la maglia della Juventus più pesante. L’olandese è il classico centrocampista coast to coast per cui se non lo utilizzi soprattutto in quel modo diventa più complicato. In carriera ho una esperienza da dg e ds, difficile azzeccare tutto. L’acquisto di Thuram e il prestito di Conceiçao mi sembrano più che mai vincenti».

 

Lei che ha vissuto due stagioni alla Juventus, in cosa può definire unica questa società?
«Io sono arrivato alla Juve quando c’era un gruppo di giocatori fortissimi: Tacconi, Scirea, Brio, Cabrini, Platini per dirne alcuni. Diedero una grande mano a noi giovani appena arrivati, oltre a me pure Laudrup, Mauro e Serena, per inserirsi in un gruppo collaudato e fortissimo. Così ci siamo potuti ambientare immediatamente. Qui non è successo con questi giovani di Motta».

 

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Platini, Bove e l'Italia

Proprio l’altro giorno Michel Platini, suo ex compagno in bianconero, è stato definitivamente assolto. Qual è stato in tutti questi anni il suo pensiero sulla vicenda?
«Ho avuto la fortuna di giocare con un grande campione ma anche di conoscere una persona seria e perbene. Mai avuto dubbi sulla sua innocenza. É finito in mezzo a giochi politici per la corsa alla presidenza della Fifa e ha pagato a prescindere per via dei tempi lunghissimi della giustizia».

 

Il primo dicembre il centrocampista Bove della Fiorentina ha rischiato di morire per un problema cardiaco che per fortuna ha superato. A lei, il 30 dicembre del 1989, successe una situazione analoga, giocando nella Roma. Cosa si sente di dire a Bove?
«A lui è toccato da giovane, io ero già trentenne. Deve sentirsi di riprendere a giocare a calcio, ci sono i presupposti. Se le ultime e prossime indagini saranno positive mi auguro di rivederlo in campo. Magari non subito in Italia, anche se i regolamenti in parte sono cambiati, quindi all’estero. Mi sembra un ragazzo molto equilibrato con una famiglia ottima alle spalle. Gli auguro il meglio».

 

Cosa fa ora nel calcio?
«Ho un’Accademia di calcio giovanile a Vicenza dove vivo, con la famiglia, mio figlio Matteo del 2004, gioca centrocampista in Serie C nella Clodiense. Nella mia scuola arrivano ragazzi dai 10 a i 16 anni, si chiama “Il vero calcio”. Le società ci mandano i ragazzi perché crescano dal punto di vista tecnico. Bisogna tornare al calcio di strada, nei settori giovanili si insegna troppa tattica, trascurando le abilità dei singoli. A volte si prendono molti giovani all’estero perché sono meno tartassati dalla tattica e quindi sono più pronti a fare la differenza. Questo problema si paga poi anche a livello di Nazionali».

 

Rischiamo di saltare anche questo Mondiale?
«Ora non abbiamo fenomeni come Baggio, Totti e Del Piero. Speriamo di non andare incontro a brutte sorprese. Non sarà facile con la Norvegia dove giocano calciatori importanti come Haaland e Odeagaard».

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Buongiorno Lionello Manfredonia. Il mondo Juve lo ha vissuto tra il 1985 e il 1987 toccando il top a Tokyo, alzando al cielo la Coppa Intercontinentale. Cosa pensa della decisione di cambiare allenatore in corsa e la scelta di Tudor? «Secondo me la scelta di Tudor è stata azzeccata anche perché ha sempre fatto bene anche quando ha preso una squadra in corsa e non solo. Ha anche giocato nella Juventus per cui conosce l’ambiente, sono convinto che in questo momento sia stata l’opzione migliore visto che si era creata questa frattura all’interno dello spogliatoio».

 

Secondo lei in cosa ha sbagliato Thiago Motta?
«Diciamo che l’obiettivo iniziale era giocare la Champions anche nella prossima stagione e puntare su Thiago Motta mi era parsa un direzione ottimale per cosa aveva fatto vedere a Bologna: la società doveva rinnovare e prestare attenzione al bilancio. Continuo a pensare che Motta sia un ottimo professionista però allenare la Juventus non è semplice e ha avuto la sfortuna di dover quasi subito convivere con la stagione finita di Bremer, non esattamente un dettaglio».

 

Tudor riuscirà a centrare la quota Champions League?
«Io credo di sì. C’è grande equilibrio ma i giocatori dopo il cambio in panchina si sentiranno più responsabilizzati. Come Vlahovic che sinora non ha reso come dovrebbe. Mi aspetto molto da lui. Ora i calciatori più rappresentativi dovranno dare un contributo maggiore».

 

Tra le idee di Tudor c’è anche quella di utilizzare Locatelli al centro della difesa a tre quando verrà utilizzato questo modulo. Lei da giocatore come Locatelli è stato schierato sia in mezzo al campo che in difesa. Che vantaggio potrebbe avere la Juve con Locatelli impiegato dietro?
«Sicuramente potrebbe fare iniziare l’azione con maggior pulizia di fraseggio aiutando a far crescere la qualità. Dovrà essere bravo però anche in fase difensiva: Locatelli può farlo. Mi piace come opportunità».

 

Tra le avversarie in questa corsa al 4° posto chi reputa più temibile?
«Chi sta giocando meglio è il Bologna. Ma io dico che la Juventus è più forte dei rossoblù, Lazio, Fiorentina, Milan e Roma».

 

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